La mappa degli edifici a rischio
Avezzano, un censimento rivela che sono 91 gli immobili vulnerabili.
AVEZZANO. Sono 91 in città gli edifici pubblici a rischio di vulnerabilità sismica e tra questi anche il palazzo comunale e il Liceo classico. Non pochi in un comune che 94 anni fa fu raso al suolo da un terremoto.
Il dato emerge dal «Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia», stilato dieci anni fa su richiesta della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero del Lavoro.
Ma per il sindaco, Antonio Floris, «quello del 1999 non è uno studio al passo con i tempi e per questo abbiamo avviato un nuovo censimento che è a buon punto e che sarà completato entro un mese.
IL DOSSIER. Il «vecchio» documento conta 1.450 pagine in tre volumi ed elenca gli edifici pubblici delle zone indicate, dando una classificazione di vulnerabilità sismica.
La scala di pericolo va da basso rischio, fino a quello alto, passando per medio basso, medio e medio alto. Per la rilevazione ci si è avvalsi di ingegneri, architetti e geometri assunti tra i lavoratori socialmente utili. Il progetto, avviato nel 1995 e terminato nel 1999, è stato finanziato con circa 450 mila euro, impiegando ben 1.066 lavoratori. Solo per i rimborsi sono stati spesi 246 mila euro, 119 mila per i docenti.
L’ELENCO. Dei 91 edifici presenti nell’elenco, tutti con vulnerabilità «media», «medio bassa» o «bassa»“, alcuni non ci sono più, demoliti nel corso degli anni, come nel caso dei depositi comunali di via Nuova. Altri hanno subito degli interventi di adeguamento, come il caso recente della scuola primaria Collodi di via Garibaldi (rischio basso), dove sono state abbattute delle aule a rischio.
Altri, però, ancora presentano le stesse criticità, o sono addirittura peggiorati. Numerose le scuole a rischio, secondo quanto riportato nel documento, come il liceo classico Torlonia (rischio medio basso), o le materne di Paterno (basso) e San Pelino (medio basso), o ancora come la scuola media Corradini (medio basso). Per il Palazzo municipale di piazza della Repubblica la vulnerabilità è di livello medio.
IL CENSIMENTO. «Da diversi mesi abbiamo avviato un nuovo censimento degli edifici pubblici e presto cambieremo la politica sull’edilizia scolastica e costruiremo nuove scuole». E’ quanto dichiarato dal sindaco Floris che ha parlato di «un programma, già in atto, di interventi di adeguamento sismico attuato sugli edifici pubblici cittadini. Lo studio del 1999 è obsoleto e non al passo coi tempi», ha dichiarato, «per questo stiamo monitorando le strutture in virtù delle nuove regole, più severe e restrittive. Le nuove norme entrate in vigore a luglio», ha spiegato Floris, «e impongono a una verifica e un adeguamento molto severo da fare nel giro dei prossimi cinque anni. Nel frattempo gli edifici devono anche essere in regola con la normativa precedente.
LE SCUOLE. Il sindaco ha affermato che «ora tutte le scuole hanno ottenuto le necessarie agibilità sismiche previste dalla legge». Escluse però la Vivenza, che secondo il Comune riaprirà entro il 31 dicembre, e la Collodi la cui rriapertura è fissata per il primo ottobre.
I FONDI. Dopo il sisma del 6 aprile, sono stati impiegati 367 mila euro per lavori antisismici negli edifici pubblici. «Stiamo finanziando gli interventi con fondi di bilancio che dobbiamo togliere ad altri capitoli», ha chiarito il sindaco, «ma ci auguriamo che presto siano disponibili i finanziamenti previsti. Per gli interventi meno costosi ristruttureremo gli edifici. Ma se ci troveremo di fronte a lavori antieconomici non escluderemo l’abbattimento dell’edificio con la realizzazione di nuove strutture».
Il dato emerge dal «Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia», stilato dieci anni fa su richiesta della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero del Lavoro.
Ma per il sindaco, Antonio Floris, «quello del 1999 non è uno studio al passo con i tempi e per questo abbiamo avviato un nuovo censimento che è a buon punto e che sarà completato entro un mese.
IL DOSSIER. Il «vecchio» documento conta 1.450 pagine in tre volumi ed elenca gli edifici pubblici delle zone indicate, dando una classificazione di vulnerabilità sismica.
La scala di pericolo va da basso rischio, fino a quello alto, passando per medio basso, medio e medio alto. Per la rilevazione ci si è avvalsi di ingegneri, architetti e geometri assunti tra i lavoratori socialmente utili. Il progetto, avviato nel 1995 e terminato nel 1999, è stato finanziato con circa 450 mila euro, impiegando ben 1.066 lavoratori. Solo per i rimborsi sono stati spesi 246 mila euro, 119 mila per i docenti.
L’ELENCO. Dei 91 edifici presenti nell’elenco, tutti con vulnerabilità «media», «medio bassa» o «bassa»“, alcuni non ci sono più, demoliti nel corso degli anni, come nel caso dei depositi comunali di via Nuova. Altri hanno subito degli interventi di adeguamento, come il caso recente della scuola primaria Collodi di via Garibaldi (rischio basso), dove sono state abbattute delle aule a rischio.
Altri, però, ancora presentano le stesse criticità, o sono addirittura peggiorati. Numerose le scuole a rischio, secondo quanto riportato nel documento, come il liceo classico Torlonia (rischio medio basso), o le materne di Paterno (basso) e San Pelino (medio basso), o ancora come la scuola media Corradini (medio basso). Per il Palazzo municipale di piazza della Repubblica la vulnerabilità è di livello medio.
IL CENSIMENTO. «Da diversi mesi abbiamo avviato un nuovo censimento degli edifici pubblici e presto cambieremo la politica sull’edilizia scolastica e costruiremo nuove scuole». E’ quanto dichiarato dal sindaco Floris che ha parlato di «un programma, già in atto, di interventi di adeguamento sismico attuato sugli edifici pubblici cittadini. Lo studio del 1999 è obsoleto e non al passo coi tempi», ha dichiarato, «per questo stiamo monitorando le strutture in virtù delle nuove regole, più severe e restrittive. Le nuove norme entrate in vigore a luglio», ha spiegato Floris, «e impongono a una verifica e un adeguamento molto severo da fare nel giro dei prossimi cinque anni. Nel frattempo gli edifici devono anche essere in regola con la normativa precedente.
LE SCUOLE. Il sindaco ha affermato che «ora tutte le scuole hanno ottenuto le necessarie agibilità sismiche previste dalla legge». Escluse però la Vivenza, che secondo il Comune riaprirà entro il 31 dicembre, e la Collodi la cui rriapertura è fissata per il primo ottobre.
I FONDI. Dopo il sisma del 6 aprile, sono stati impiegati 367 mila euro per lavori antisismici negli edifici pubblici. «Stiamo finanziando gli interventi con fondi di bilancio che dobbiamo togliere ad altri capitoli», ha chiarito il sindaco, «ma ci auguriamo che presto siano disponibili i finanziamenti previsti. Per gli interventi meno costosi ristruttureremo gli edifici. Ma se ci troveremo di fronte a lavori antieconomici non escluderemo l’abbattimento dell’edificio con la realizzazione di nuove strutture».