Microalghe nel lago, nuova strage di pesci
Siccità a Scanno, l’Associazione pescatori: intervengano Regione e Provincia.
SCANNO. La morìa di pesci nel lago di Scanno non si ferma. Colpa della siccità, della carenza di ossigeno, del proliferare di microalghe sul fondo. Lo sostiene l’Associazione pescatori di Scanno e Villalago: in due settimane sono stati recuperati circa 10mila esemplari di avannotti di persici reali, oltre 400 coregoni e quattro trote lacustri di quattro chili l’una. Una strage. Dopo quello di Barrea, rimasto senz’acqua, un altro lago si trova quindi in seria in difficoltà.
«La situazione è critica. Bisogna ossigenare il lago altrimenti i danni alla flora e alla fauna saranno irreparabili». Lo chiede Enzo Gentile, presidente dell’Associazione pescatori.
Ma in che modo ossigenare il lago?
«Installando un’apparecchiatura in grado di pompare ossigeno», sottolinea Gentile, che ha lanciato un appello a Provincia e Regione. Sistemi analoghi, secondo Gentile, sono stati adottati in altri specchi d’acqua italiani alle prese con fenomeni simili.
Quello di Scanno è il bacino naturale più grande della regione, nell’elenco dei Siti di interesse comunitario. «La morìa continua e non vorremmo che il fenomeno fosse sottovalutato», evidenzia Gentile, «bisogna agire in fretta. Il lago soffre per la forte mancanza di ossigeno, causata dalla siccità. Aspettiamo i risultati delle analisi di Arta e Asl sulle carcasse dei pesci, ma da tutti gli elementi raccolti inizialmente sembra possa escludersi l’inquinamento».
L’Associazione pescatori si occupa della manutenzione del lago e lo tiene sotto osservazione. «Una morìa simile si ricorda nel 1978 e nel ‘54, ma quella di quest’anno ha colpito tre specie sentinelle della presenza di ossigeno e di un equilibrio che sta cambiando nella fascia pelagica, cioè tra i 10 e gli 11 metri di profondità. Si sta verificando l’abbondante produzione di uno strato di schiuma, dovuta alla fioritura di una particolare microalga, e in profondità stanno morendo i pesci più sensibili».
«La situazione è critica. Bisogna ossigenare il lago altrimenti i danni alla flora e alla fauna saranno irreparabili». Lo chiede Enzo Gentile, presidente dell’Associazione pescatori.
Ma in che modo ossigenare il lago?
«Installando un’apparecchiatura in grado di pompare ossigeno», sottolinea Gentile, che ha lanciato un appello a Provincia e Regione. Sistemi analoghi, secondo Gentile, sono stati adottati in altri specchi d’acqua italiani alle prese con fenomeni simili.
Quello di Scanno è il bacino naturale più grande della regione, nell’elenco dei Siti di interesse comunitario. «La morìa continua e non vorremmo che il fenomeno fosse sottovalutato», evidenzia Gentile, «bisogna agire in fretta. Il lago soffre per la forte mancanza di ossigeno, causata dalla siccità. Aspettiamo i risultati delle analisi di Arta e Asl sulle carcasse dei pesci, ma da tutti gli elementi raccolti inizialmente sembra possa escludersi l’inquinamento».
L’Associazione pescatori si occupa della manutenzione del lago e lo tiene sotto osservazione. «Una morìa simile si ricorda nel 1978 e nel ‘54, ma quella di quest’anno ha colpito tre specie sentinelle della presenza di ossigeno e di un equilibrio che sta cambiando nella fascia pelagica, cioè tra i 10 e gli 11 metri di profondità. Si sta verificando l’abbondante produzione di uno strato di schiuma, dovuta alla fioritura di una particolare microalga, e in profondità stanno morendo i pesci più sensibili».