«Con le donne sbagliavo ecco come sono guarito»

23 Novembre 2024

PESCARA. «Quella volta mi ha detto no, ma non mi importava. Le ho messo comunque una mano nei pantaloni». È sincero Adrian e nel suo racconto al Centro ha scelto la pura verità, tanto da metterci il...

PESCARA. «Quella volta mi ha detto no, ma non mi importava. Le ho messo comunque una mano nei pantaloni». È sincero Adrian e nel suo racconto al Centro ha scelto la pura verità, tanto da metterci il suo vero nome. Quella volta in cui è andato oltre il no della ragazza che aveva di fronte gli è valsa una denuncia penale per molestia sessuale che ha scontato con otto mesi di sospensione e una fase di rieducazione obbligata al Cam, il Centro di ascolto uomini maltrattanti “Itinere” di Pescara. Adrian ha iniziato il suo percorso un anno e mezzo fa e lo ha concluso ufficialmente a giugno scorso, ma agli incontri continua ad andarci, perché «sono sicuro che mi fanno bene», dice. Quando ripercorre cosa lo ha portato lì lo fa con la piena consapevolezza «di aver sbagliato. So di aver fatto cose che non avrei dovuto mai fare, con lei, ma anche in passato con le donne in genere. Era fine estate, ci frequentavamo da tre mesi, ma ci vedevamo di nascosto. Era una mia collega, ma lei aveva un fidanzato e io un’altra storia. Sapevamo che prima o poi sarebbe finita. Non mi aspettavo che succedesse proprio quel giorno. Mi sono avvicinato a lei come tante altre volte, solo che mi ha respinto. Diceva no, mi ha spinto indietro, ma io continuavo a toccarla. Alla fine mi sono fermato. Dopo mi ha denunciato. Non capivo, ero incosciente allora. Per me era stata una cosa normalissima, che avevo fatto in tante occasioni. Non la vedevo così grave», ammette. Di quanto fosse pesante ciò che aveva fatto, Adrian si è reso conto grazie al percorso nel Cam.
«Quando ho dovuto iniziare a frequentare il Cam pensavo che non mi servisse, era solo un peso. Man mano però che ho cominciato a confrontarmi con gli altri uomini ho capito che avevo sbagliato spesso. Fino a quel momento per me la donna era un oggetto. Se davo una pacca sul sedere era un gioco. Dopo ho messo in discussione tutto. Mi sono reso conto che i miei gesti, i miei modi di comportarmi con le ragazze erano sbagliati. Estremamente maschilisti».
Nonostante il suo cammino in Cam sia concluso, Adrian sta continuando a frequentare le riunioni e sta aiutando tanti altri uomini a prendere quella consapevolezza che lui è riuscito ad acquisire. «Ora sto frequentando una ragazza. Stiamo andando piano, perché la voglio conoscere bene. Penso che il Cam potrebbe aiutare davvero tanti, ma molti non sanno che esistono questi centri di ascolto. Sarebbe bello che ogni città ne avesse uno».
«Adrian è diventato un portatore sano di parità», commenta Luca Battaglia, direttore del Cam. «Lo dimostra nei suoi racconti, nel suo modo di pensare, in come riprende altri uomini durante le riunioni, evidenziando che sbagliano. Adrian è stato capace di riconoscere i suoi errori, di ammetterli e di parlarne». Il Cam di Pescara, aperto nell’estate 2021, per volontà dell’assessore alle Politiche sociali Adelchi Sulpizio, in una casa confiscata alla criminalità, fino ad oggi ha seguito 112 uomini maltrattanti: 7 il primo anno, 28 nel 2022, 30 nel 2023 e 47 nel 2024. Gli uomini hanno tra i 19 e i 78 anni, con il grosso che si concentra tra i 40 e i 55 anni. Dei 47 del 2024, 8 sono accessi spontanei, partiti dalla loro stessa iniziativa, 19 sono arrivati per Codice rosso, cioè con sentenza di patteggiamento. Tutti gli altri sono effetto di convenzioni con la questura, l’ufficio minori e altri enti territoriali di servizio.