Morte Sofia, il pm dispone 3 consulenze per chiarire causa del decesso e luogo esatto della tragedia
La ragazza è morta a una settimana esatta dall'incidente, per le conseguenze di quell'impatto con una T-Roc
nera alla cui guida c'era un professionista residente a Francavilla al Mare, A.S., 42 anni.
PESCARA. Sono state disposte tre consulenze tecniche dal pm Gennaro Varone, per chiarire i contorni della tragica fine della quindicenne Sofia Di Dalmazi, travolta sulle strisce pedonali in via Falcone e Borsellino dopo essere uscita da scuola, il 3 dicembre scorso, davanti agli occhi del papà che era andata a riprenderla. La ragazza è morta a una settimana esatta dall'incidente, per le conseguenze di quell'impatto con una T-Roc
nera alla cui guida c'era un professionista residente a Francavilla al Mare, A.S., 42 anni (difeso dall'avvocato Peppino Polidori, mentre la famiglia della vittima sono assistititi dall’avvocato Luca Torino Rodriguez), indagato per omicidio stradale.
La prima consulenza è quella affidata l'11 dicembre scorso, il giorno successivo al decesso di Sofia, al medico legale Cristian D’Ovidio, che dovrà accertare «le cause della morte e quali lesività siano da porre in relazione con il subìto investimento da autoveicolo»: perizia medica che dovrà essere depositata il 10 febbraio prossimo. La seconda consulenza è stata affidata a un ingegnere, Pierluca Ciofani, che dovrà esaminare l’autovettura posta sotto sequestro per «estrarne i dati afferenti al sinistro in oggetto». Anche in base ai dati forniti dalla polizia stradale, il consulente dovrà «ricostruire la dinamica del sinistro stradale e la velocità, anche avendo riguardo al limite stabilito», e fornire informazioni anche sul luogo teatro dell’incidente. E, a richiesta del difensore dell’indagato (che ha nominato un esperto di parte nella persona dell'ingegnere Pierluigi Perfetti) dovrà rispondere anche a un altro quesito: procedere a una valutazione, e cioè se «l'attraversamento nel quale è avvenuto il sinistro sia stato progettato secondo condizioni di sicurezza stradale» (avrà 60 giorni di tempo): una verifica condivisa dallo stesso pm per non lasciare nulla di intentato e fare chiarezza su qualsiasi aspetto tecnico di questa terribile disgrazia.
La terza consulenza è stata affidata, invece, a un esperto informatico, Davide Ortolano, che dovrà esaminare il cellulare dell’indagato e quello della vittima, «al fine di verificare se il giorno dell’incidente stradale, intorno alle 13.15, i detti dispositivi fossero impegnati in comunicazioni di fonia, voce o telematiche e nell'utilizzo di altri applicativi» (30 giorni di tempo per depositare la relazione): per capire se ci sia stata una qualsiasi distrazione che ha contribuito al verificarsi del sinistro divenuto poi mortale.
Nel capo di imputazione la procura scrive che l'indagato «...senza prestare la dovuta attenzione alla circolazione stradale e a velocità non adeguata alla necessità di evitare incidenti, per la prevedibile presenza di pedoni che a quell'ora (le 13.15) attraversano la strada, investiva Sofia Di Dalmazi, cagionandole gravissime lesioni encefaliche dalle quali derivava la morte».
Come si vede, l’inchiesta è ad ampio raggio e la procura sta cercando di raccogliere tutte le informazioni possibili prima di definire il procedimento. Ora non resta che attendere che i vari consulenti nominati portino a termine i rispettivi incarichi, depositando le relazioni in base alla quali il sostituto procuratore, Gennaro Varone, potrà chiudere l'inchiesta e avanzare le sue richieste.