L'OMICIDIO DI ORLANDO

Pasticciere ucciso a Pescara, la madre di Grieco lanciò l'allarme: mio figlio violento ed esaltato

La donna aveva un’idiosincrasia per quella pasticceria ma era stata anche lei, all’epoca della prima aggressione ad Alessio Orlando nel 2013, a riferire agli agenti i comportanti violenti del figlio descrivendolo come  "pericoloso"

PESCARA. Emergono nuovi particolari sulla storia di Giovanni Grieco, il 41enne in carcere a Teramo da mercoledì scorso, dopo aver ucciso con quattro coltellate il pasticciere Giandomenico Orlando. L’uomo è rimasto in silenzio di fronte al gip di Teramo Domenico Canosa che ha convalidato il fermo lasciando Grieco in carcere. Il 41enne, in questi giorni, secondo la difesa dell’avvocato Paolo Marino, sarebbe ancora in uno stato confusionale, incapace di parlare ma è probabile che di fronte al gip di Pescara – gli atti dell’inchiesta torneranno adesso al pm Rosangela Di Stefano – non resterà in silenzio, cercando di fornire una spiegazione a quelle coltellate al pasticciere di 67 anni e illustrando, ma è ancora tutto da vedere, i motivi di quell’astio nei confronti della pasticceria e degli Orlando.

leggi anche: Omicidio del pasticciere Orlando, Grieco non risponde al giudice Il buttafuori rinchiuso a Castrogno, interrogato dal gip Canosa per un'ora, non parla. I deputati abruzzesi del Movimento Cinque Stelle annunciano un'interrogazione parlamentare: "Vogliamo sapere perchè la Procura di Pescara non intervenne sulle richieste di arresto della Questura"

Il buttafuori col culto per il fisico e la passione per le arti marziali, aveva terrorizzato la famiglia Orlando e aggredito anche un altro condominio di via Puccini. Un’indole aggressiva testimoniata agli agenti anche dalla madre Maria Teresa Colaprete con cui Grieco viveva sopra la pasticceria. La donna, come hanno detto in molti la mattina dell’omicidio, aveva un’idiosincrasia per quella pasticceria ma era stata anche lei, all’epoca della prima aggressione ad Alessio Orlando nell’agosto 2013, a riferire agli agenti i comportanti violenti del figlio nei confronti dei residenti e anche verso se stessa, descrivendo il figlio come un «esaltato e pericoloso».

La polemica M5S-Procura. Prosegue intanto la polemica dopo l'interrogazione parlamentaata annunciata dai deputati del M5S Vacca, Colletti e Del Grosso i quali avevano annunciato un'interrogazione parlamentare al ministro della giustizia "per verificare l'operato della procura di Pescara".

«Anziché giudicare le Procure, sull'onda mediatica di vicende di cronaca, sarebbe opportuno sostenerle sempre, così come si dovrebbero appoggiare quelle famiglie che a distanza di quasi tre anni ancora non sanno chi abbia commesso un omicidio a danno di un loro familiare». Lo ha scritto in una nota il legale della famiglia di Nicola Bucco,Alberto Faccini. Bucco, fu ucciso con tre coltellate, nel novembre del 2012, nella sua abitazione di Pescara, a meno di 300 metri dal luogo in cui mercoledì è stato ucciso, sempre con un'arma da taglio, il pasticciere pescarese Giandomenico Orlando. Il suo omicidio è ancora senza colpevole ed il caso è tornato di attualità negli ultimi giorni per la presenza di alcune analogie con l'omicidio di Orlando: dall'arma usata al luogo.