«Rigopiano, non è stata la neve»: flash-mob per le vittime
Oggi a Pescara il corteo dei familiari con mille fascette bianche da distribuire a coloro che vorranno partecipare. Realizzato anche un video. L'appello alle famiglie: «Portate i bambini»
PESCARA. Non è il nero, ma il bianco il colore del lutto per le vittime di Rigopiano. Bianco come le fascette che oggi si legheranno al braccio i loro familiari che, a tre mesi da quella maledetta valanga, hanno organizzato una manifestazione aperta a tutta la città. E ai bambini, soprattutto, chiamati a indossare magliette bianche che ricordino la neve e tutto quello che si è portata via.
Una manifestazione per ricordare le vittime, ma anche e soprattutto per tenere alta l’attenzione su una vicenda per cui, chi le piange, aspetta solo giustizia e verità. «È importante esserci ed è importante che la popolazione si unisca al nostro corteo», rimarca Gianluca Tanda, presidente del Comitato familiari vittime, «per questo abbiamo preparato un migliaio di fascette bianche da distribuire a tutti quelli che vorranno unirsi al nostro cerchio della vita».
È infatti in un enorme girotondo in piazza Salotto che culminerà il corteo previsto dalle 16,15 (ritrovo alle 16) in piazza della Repubblica, davanti alla vecchia stazione di Pescara, dopo aver attraversato corso Umberto. Un “flash mob”, come lo presenta la locandina pubblicata sulla pagina Facebook “Rigopiano in attesa del fiore”, che vuole essere la rappresentazione silenziosa e pacifica non solo del dolore di quanti piangono un figlio, un padre, una madre, un marito o una sorella, ma anche di quello che chiedono e che si aspettano le famiglie colpite da questa immane tragedia. «Dopo il corteo, tutti i partecipanti formeranno in piazza Salotto un enorme cerchio al cui interno entreranno i bambini», anticipa Tanda, «che indossando delle magliette bianche rappresenteranno il candore e la purezza della neve. Per ricordare a quanti vogliono far passare l’idea che la colpa è stata della natura, che la neve e la montagna non c’entrano nulla in questa tragedia. È la mano dell’uomo ad essere colpevole».
Alle 16,48 sarà il silenzio d’ordinanza introdotto dagli squilli di tromba ad annunciare l’arrivo dei bambini in maglietta bianca che, all’interno del gigantesco cerchio, scriveranno con i gessetti i nomi delle 29 vittime della valanga: i coniugi Piero Di Pietro e Barbara Nobilio di Loreto, i loro amici Sebastiano Di Carlo e Nadia Acconciamessa che lasciano rispettivamente due figlie e tre figli tra cui Edoardo, uno dei bimbi superstiti; l’infermiera di Roma Valentina Cicioni, che lascia anche lei una bambina; il pilota di aerei Marco Tanda, romano, e la sua fidanzata di Vasto Jessica Tinari; Tobia Foresta e la moglie Bianca Iudicone, commerciante di Montesilvano; Stefano Feniello, 28 anni festeggiati proprio in quel resort con la fidanzata (sopravvissuta); i chietini Marina Serraiocco e il marito poliziotto Domenico Di Michelangelo, genitori del piccolo sopravvissuto Samuel; Sara Angelozzi e il marito Claudio Baldini di Atri; i parrucchieri di Castlefrentano Luciano Caporale e Silvana Angelucci; i marchigiani Marco Vagnarelli e Paola Tomassini e poi i dipendenti dell’hotel Linda Salzetta, Alessandro Giancaterino, Cecilia Martella, Emanuele Bonifazi, Luana Biferi, Marinella Colangeli, Alessandro Riccetti, Ilaria Di Biase, Gabriele D’Angelo, Dame Faye e il creatore e gestore del resort, Roberto Del Rosso.
Per loro, alle 16,49, sulle note di Ivana Spagna, “Il cerchio della vita” appunto, ci sarà il momento più intenso che, come eco di quello che accadeva negli stessi istanti di tre mesi fa, proseguirà fino alle 16,53 quando la tromba suonerà il silenzio fuori d’ordinanza. «Aiutateci a combattere affinchè non accada più», scrive il Comitato familiari vittime, nel video diffuso sui social.
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