La striscione affisso al cancello del liceo Cotugno dell'Aquila

Scuole sicure, i genitori accusano: «Indici sismici negati»

La grande delusione nel primo giorno di lezione: l’anno scolastico prende il via tra le polemiche

PESCARA. La scossa 3,7 e le scuole chiuse dai sindaci della Marsica. Poi quello striscione affisso dagli studenti aquilani davanti al liceo Cotugno: «Non siamo carne da macello». E la denuncia dei genitori dell’Associazione scuole sicure Abruzzo Italia: «Gli indici di rischio sismico non sono stati esposti all’ingresso degli edifici». In Abruzzo il nuovo anno scolastico parte tra le polemiche e la delusione, la grande delusione dei comitati delle famiglie.

Montereale, il direttore Primo Di Nicola parla della campagna del Centro
Per la campagna del Centro "Scuole sicure", il giornalista Enrico Nardecchia intervista il direttore Primo Di Nicola presente all'inaugurazione della scuola Falcone Borsellino di Montereale (L'Aquila): "Inammissibile che in una regione sismica vi siano edifici scolastici non sicuri". (video di Raniero Pizzi)

«Ma io mi aspettavo questo risultato», si sfoga Leda Ragas, presidentessa dell’associazione Assai. «Avevo chiesto a tutti i nostri comitati abruzzesi di verificare quali scuole hanno affisso gli indici di vulnerabilità sismica o comunque quanti dirigenti li hanno messi a disposizione dei genitori. Ma tra le decine di messaggi e telefonate ricevuti in queste ore», accusa la mamma teramana, «non c’è stato un solo genitore dell’Assai che ha potuto conoscere gli indici di rischio. Sia davanti alle scuole elementari e medie che alle superiori non hanno trovato cartelli. Né dirigenti disponibili. Mi hanno chiamato non solo da Teramo e dalla provincia ma anche da altri centri d’Abruzzo, a cominciare dal Chietino e da Pescara oltre che da L’Aquila», prosegue la Ragas che, nonostante un febbrone da 40 gradi, si è impegnata nella sua battaglia civica nel giorno della riapertura delle scuole. «La risposta dei dirigenti è stata quella di non voler dare preoccupazione agli studenti. Ma questa è solo la politica dello struzzo, perché significa nascondere i problemi. Per quello che mi riguarda», conclude, «ho deciso di non mandare mio figlio a scuola finché non avrò la documentazione completa sullo stato di vulnerabilità dell’edificio». La battaglia sulle scuole sicure dell’associazione delle famiglie e la campagna del Centro non si fermano. Devono andare avanti. I cronisti del quotidiano degli abruzzesi hanno eseguito, ieri mattina, verifiche nei quatto capoluoghi. Davanti a quelle scuole dove gli indici sono a rischio ma ieri non sono stati né affissi né comunicati.

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QUI L’AQUILA. La maggiore emergenza delle scuole aquilane resta quella del Cotugno, uno degli istituti più grandi della città che comprende i licei Classico, Linguistico, delle Scienze umane e Musicale. Gli studenti sono oggi distribuiti in 5 strutture scolastiche diverse, tra piano terra e primo piano, della sede originaria in Via Da Vinci (chiusa dopo una sentenza del Tar su un ricorso dei genitori) e aule disponibili negli edifici dell'Itis, del Colecchi, dei musp del Musicale e della media Carducci. L'utilizzo della porzione della sede in Via Da Vinci consentirà agli studenti del Liceo Linguistico di usufruire, come didattica richiede, dei laboratori linguistici. D'altra parte, se la sede di via da Vinci non può essere utilizzata per motivi di sicurezza, in quanto ha un indice di vulnerabilità critico, anche le altre scuole hanno problemi simili: il Colecchi ha un indice di rischio 0.31, l'Itis di 0.17 e lo Scientifico di 0.42.

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QUI TERAMO. La De Jacobis è risultata, dalle verifiche di sismicità, quella con il più basso indice di vulnerabilità (0,08). I genitori degli alunni sono preoccupati e allarmati per lo stato dell’edificio che risale agli anni Sessanta ed è inagibile nel piano inferiore. Così, ieri mattina, hanno chiesto nuovamente che la scuola sia chiusa per garantite la sicurezza dei propri figli. I genitori affermano: «Lo stabile ha riaperto senza che sono stati svolti i lavori dopo gli eventi sismici e le infiltrazioni d'acqua, la mancanza della scala antincendio e di un’altra uscita di sicurezza considerato che l’unica che c’è nell’ingresso principale non è sufficiente nel caso di evacuazione del piano superiore». Un’uscita che, sempre secondo le famiglie, doveva essere pronta per la fine dello scorso anno. Ma le lezioni, ieri mattina, sono comunque riprese.
 

QUI PESCARA. «La maggior parte degli edifici scolastici della provincia è priva delle certificazioni previste dalle normative vigenti». A lanciare l’allarme sono i dirigenti scolastici, come sottolineala presidente del Collegio dei dirigenti scolastici, Ada Grillantini. I certificati di vulnerabilità sismica infatti ieri non c’erano nella bacheca del liceo Marconi, di Pescara. E anche all’istituto Misticoni-Bellisario non si sono visti. Le due scuole pescaresi sono tra quelle che presentano gli indici più bassi, ma sia gli studenti sia i genitori sono ancora poco informati sulla nuova norma in base alla quale, nel 2018, tutte le scuole dovranno essere dotate della certificazione. Letizia Marcone, mamma di uno studente del Marconi, si dice però abbastanza tranquilla. «Certo», aggiunge, «se ci fossero dei controlli maggiori, soprattutto in alcune classi ai piani superiori sarebbe meglio». E sulla sicurezza? «È proprio per questo aspetto che non mi sento al massimo della tranquillità. Poi come al solito veniamo rassicurati e quindi andiamo avanti. Non possiamo fare diversamente». Preoccupazione anche al Misticoni- Bellisari, ma solo dopo le domande del Centro sulla vulnerabilità sismica, argomento ancora poco conosciuto. Alcuni genitori hanno anche preteso di verificare lo stato e la capienza delle aule.
 

QUI CHIETI. Nessun indice di rischio sismico è stato affisso ieri mattina sulle porte dell'Itis Luigi Di Savoia: l'istituto scolastico di Chieti che ospita circa 1.700 alunni e con il peggiore indicatore di rischio, pari allo zero. «In questi giorni non abbiamo visto niente del genere, neppure sulla porta d'ingresso», dice uno studente della scuola che ha comunque riaperto in anticipo giovedì scorso. Stessa storia alla primaria di via Bosio,- con indice di rischio pari a 0,425 ma ancora chiusa a causa di rilevamenti di amianto nel pavimento dell'edificio. Le opere di messa in sicurezza non sono ancora partite, nonostante la riapertura delle scuole, mentre gli alunni sono stati trasferiti nella secondaria Ortiz: neppure lì è stato però affisso e reso pubblico alcun indicatore, che questa volta è pari allo 0,059. Cioè rischioso. «Vorremmo capire come le istituzioni si stanno comportando, perché non abbiamo segnali di alcun genere rispetto agli interventi sugli edifici scolastici», dice Manuela Falasca, una delle mamme del Comitato scuole sicure Chieti, di fronte alla scuola di via Bosio.
Michela Corridore
Adele Di Feliciantonio
Cinzia Cordesco
Edoardo Raimondi