Abruzzo Engineering, una nuova bufera

La Guardia di Finanza sequestra documenti nella sede dell'Aquila
L'AQUILA. Le cose certe sono: c'è un nuovo filone d'inchiesta da parte della Procura della Repubblica dell'Aquila su Abruzzo Engineering; due giorni fa la Guardia di Finanza ha effettuato un maxi sequestro di documenti nella sede dell'Aquila della società. Sull'indagine c'è un riserbo strettissimo, come se si stesse preparando qualcosa di importante. Ieri pomeriggio la Guardia di Finanza ha negato persino l'evidenza: e che cioè c'era stato un sequestro di atti nella sede di Abruzzo Engineering (cosa accertata dal Centro attraverso fonti interne all'azienda). Chiedere alla Procura è peggio che andar di notte. Anche i vertici dell'azienda in liquidazione sono muti come pesci.
Sui possibili reati sui quali i magistrati stanno indagando si possono fare per adesso solo delle ipotesi.
Intanto ricordiamo che cosa è Abruzzo Engineering. La società nasce il 13 ottobre 2006 da Collabora Engineering, società a capitale misto della Provincia dell'Aquila operante dal 2002 (anch'essa oggetto di attenzione da parte della magistratura). Oggi la proprietà è composta da: 60% Regione Abruzzo, 30% Selex Service Management, 10% Provincia dell'Aquila. Ha circa 200 dipendenti. Qualche settimana fa il presidente della Regione, Gianni Chiodi ha deciso la liquidazione della società. Prima, in consiglio regionale, e in più di una occasione, aveva fatto delle vere e proprie requisitorie contro Abruzzo Engineering, quasi come un Pm. C'è una registrazione che è possibile trovare su internet da cui si può ascoltare questa frase pronunciata da Chiodi non in un bar - dove magari si parla a ruota libera - ma in consiglio regionale: «Vi faccio un esempio di come ha funzionato a volte Abruzzo Engineering. La società crea un prodotto che va ingegnerizzato, una cosa buona, il cui costo, da quanto mi dice la mia esperienza è di solito del 10-15 per cento del costo base del prodotto. Ora è accaduto che un prodotto dal costo base di 2,5 milioni di euro sia stato passato alla Selex la quale lo ha ingegnerizzato e lo ha rivenduto alla Regione a 8 milioni di euro». Forse sarebbe bastata questa frase per mettere in "allarme" gli investigatori. E' possibile che l'attenzione di chi sta indagando si stia concentrando proprio sui debiti di Abruzzo Engineering, circa 20 milioni di euro. Come sono venuti fuori quei debiti? La risposta la politica non l'ha fornita. Ora forse ci sta provando la Procura.