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Juve, l’esonero di Thiago Motta è la sconfitta di Giuntoli

23 Marzo 2025

TORINO. L’esonero di Thiago Motta è la sconfitta di Cristiano Giuntoli, il manager a cui John Elkann ha affidato la ristrutturazione e il rilancio della Juventus post Andrea Agnelli. Il ds fiorentino ha iniziato prima mandando via i giocatori, poi Massimiliano Allegri e infine scommettendo sul tecnico che aveva fatto bene con il Bologna. Una svolta: la Juve affidata a un giochista alla ricerca dell’abbinata risultati&spettacolo. Una svolta in antitesi alla filosofia bonipertiana in base alla quale l’unica cosa che conta è vincere. Ebbene, la rivoluzione della premiata ditta Thiago Motta&Giuntoli è stata travolta da questa filosofia che è nel Dna bianconero. Arriva Tudor, uno che ha giocato e allenato nella Juve (vice di Pirlo). Uno che conosce la filosofia. Contratto fino a fine stagione: obiettivo qualificazione alla Champions, ovvero quarto posto.

Prima i tanti pareggi, poi l’uscita dalla corsa scudetto, poi dalla Champions, successivamente dalla Coppa Italia infine i sette gol incassati tra Atalanta e Fiorentina a testimoniare un crollo verticale. I fatti hanno sbugiardato anche Giuntoli che dopo il disastro del Franchi aveva detto: “Avanti con Thiago Motta”. Anziché stare zitto. Sarebbe stato meglio perché il primo sfiduciato è lui. E per cercare di salvarsi ha avallato il divorzio da Thiago Motta, proponendo Roberto Mancini. Nome bocciato dal popolo bianconero per il suo passato interista. E allora ecco Igor Tudor. L’intenzione della Juve è chiara, cioè avere le mani libere per poter scegliere l’allenatore a cui affidare il progetto delle prossime stagioni avendo a disposizione più tempo e più scelta.

In parole povere Tudor verrebbe confermato solo in caso di buoni risultati, ovvero la qualificazione alla prossima Champions League. È tramontata, invece, la pista Mancini, portata avanti da Cristiano Giuntoli e avallata da Giorgio Chiellini ma che non convinceva la proprietà. L'ex ct azzurro dal canto suo voleva garanzie sul lungo periodo e non soltanto fino a fine stagione. Ed è inviso alla tifoseria. Resta la bocciatura di un progetto, di una svolta nel non è nel Dna della Juve. Resta il fallimento di una stagione in cui sono stati (s)venduti i gioielli di famiglia (da Kean a Fagioli, passando per Hujsen e Soulè), non è stato valorizzato Yildiz e c’è il rischio concreto di poter raschiare il fondo del barile con la mancata qualificazione alla Champions. E’ la sconfitta di Giuntoli oltre che di Thiago Motta. Monte ingaggi abbassato, ma investimenti infruttuosi e risultati deludenti.

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