Aptr, ora ci sono due presidenti
Di Masci contro Giammarino. D'Ambrosio: quel posto è nostro
PESCARA. Sarà il consigliere anziano ad esercitare il ruolo di presidente dell'Agenzia di promozione turistica. Ruolo che scatterà se non sarà approvata la riforma dell'Ente. Ma chi è il vero consigliere anziano? Per il Cda dell'Aptr è Enzo Giammarino presidente vicario dell'Agenzia e uomo di fiducia dell'assessore al turismo Enrico Paolini. Per il presidente del Consiglio regionale Marino Roselli e per la Margherita, consigliere anziano è Bruno Di Masci, catapultato nell'Aptr con una nomina fatta d'imperio da Roselli e contestata da Paolini.
Per l'assessore, infatti, il Consiglio al posto di approvare la riforma taglia posti e compensi, ancora una volta ha rinviato ogni decisione. Situazione di stallo che ha permesso a Roselli di fare una nuova nomina, con Di Masci, ex Sdi passato alla Margherita, che per motivi di età, ora può assumere il ruolo di consigliere anziano, e quindi di presidente. Il testa a testa tra Giammarino e Di Masci, che altro non è che un testa a testa tra una parte dei Ds e una parte della Margherita, ieri ha vissuto un altro sussulto. Il Cda dell'Aptr ha deciso che il consigliere anziano sarà Giammarino. «L'attuale Consiglio d'amministrazione, nella sua prima seduta», si legge nella nota, «ha provveduto ad eleggere all'unanimità il consigliere Giammarino alla carica di Consigliere anziano. Pertanto, attualmente e fino alla nomina del nuovo Presidente, che dovrà essere effettuata dalla giunta regionale la rappresentanza legale dell'Aptr è assicurata da Enzo Giammarino».
Così in un solo colpo l'Aptr dall'oggi al domani ora ha virtualmente due presidenti. Di Masci “anziano” per età e Giammarino “anziano” per servizio. Mentre della riforma taglia posti e compensi, che avrebbe assicurato un risparmio annuo di 162 mila euro, finora continua a parlare solo Paolini. L'assessore al turismo contesta due punti della nomina fatta da Roselli. Paolini sottolinea che Roselli ha ragione nel dire che il presidente della giunta Ottaviano Del Turco avrebbe sollecitato la nomina. «Ma si tratta», ricorda Paolini, «di una lettera del 1º marzo, il che dimostra l'inerzia del Consiglio regionale e in particolare del suo presidente Roselli». Altra questione è il metodo seguito. «Rispetto al voto dei capigruppo», fa presente Paolini, «si era detto che si sarebbe andati alla nomina solo in caso di bocciatura della riforma e non di rinvio per mancanza di numero legale».
Altra questione sollevata da Paolini è politica, quando rileva «il silenzio assordante di Rifondazione e di Sinistra democratica su questa questione».
La Margherita, invece, difende la scelta di Marino Roselli. A scendere in campo è Giorgio D'Ambrosio, coordinatore regionale e parlamentare.
«La Margherita è favorevole alla riforma che taglia posti e compensi, ma poichè i tempi sono lunghi, riteniamo che l'Aptr non poteva rimanere ancora a lungo senza una guida, proprio adesso che è estate», osserva D'Ambrosio, «se si vogliono ridurre i compensi, noi siamo d'accordo. Nel momento in cui il Consiglio regionale approva una nuova legge, allora il Cda sarà azzerato, e si provevderà a fare nuove nomine. Ci sembra la via più giusta. Noi abbiamo il massimo rispetto per Di Masci. Forse Paolini, invece, vorrebbe gestire questo settore in modo autonomo, ma noi siamo per la gestione collegiale. Noi abbiamo indicato una persona di prestigio e capace. Riteniamo che tutti gli impegni siano da rispettare, non solo quando conviene a qualcuno o ai Ds». D'Ambrosio poi si accalora nella critica fino ad accusare Paolini di partire con un piede sbagliato nella costruizione del Partito democratico. «Mi sembra assurdo che il Pd inizi con questi atteggiamenti dilatori, certamente non è il percorso che dovremmo fare insieme».
Da sfondo a questa vicenda, il presidente della giunta, Ottaviano Del Turco che finora è rimasto in silenzio. Un atteggiamento che per la Margherita significa assenso. «Del Turco è il presidente ed è il garante della coalizione», sottolina D'Ambrosio, «darà esecuzione alla nomina che è legittima, provvendo all'insediamento di Di Masci. E' un provvedimento che spetta a lui e non a Paolini. Noi confidiamo nella saggezza di Del Turco».
Per l'assessore, infatti, il Consiglio al posto di approvare la riforma taglia posti e compensi, ancora una volta ha rinviato ogni decisione. Situazione di stallo che ha permesso a Roselli di fare una nuova nomina, con Di Masci, ex Sdi passato alla Margherita, che per motivi di età, ora può assumere il ruolo di consigliere anziano, e quindi di presidente. Il testa a testa tra Giammarino e Di Masci, che altro non è che un testa a testa tra una parte dei Ds e una parte della Margherita, ieri ha vissuto un altro sussulto. Il Cda dell'Aptr ha deciso che il consigliere anziano sarà Giammarino. «L'attuale Consiglio d'amministrazione, nella sua prima seduta», si legge nella nota, «ha provveduto ad eleggere all'unanimità il consigliere Giammarino alla carica di Consigliere anziano. Pertanto, attualmente e fino alla nomina del nuovo Presidente, che dovrà essere effettuata dalla giunta regionale la rappresentanza legale dell'Aptr è assicurata da Enzo Giammarino».
Così in un solo colpo l'Aptr dall'oggi al domani ora ha virtualmente due presidenti. Di Masci “anziano” per età e Giammarino “anziano” per servizio. Mentre della riforma taglia posti e compensi, che avrebbe assicurato un risparmio annuo di 162 mila euro, finora continua a parlare solo Paolini. L'assessore al turismo contesta due punti della nomina fatta da Roselli. Paolini sottolinea che Roselli ha ragione nel dire che il presidente della giunta Ottaviano Del Turco avrebbe sollecitato la nomina. «Ma si tratta», ricorda Paolini, «di una lettera del 1º marzo, il che dimostra l'inerzia del Consiglio regionale e in particolare del suo presidente Roselli». Altra questione è il metodo seguito. «Rispetto al voto dei capigruppo», fa presente Paolini, «si era detto che si sarebbe andati alla nomina solo in caso di bocciatura della riforma e non di rinvio per mancanza di numero legale».
Altra questione sollevata da Paolini è politica, quando rileva «il silenzio assordante di Rifondazione e di Sinistra democratica su questa questione».
La Margherita, invece, difende la scelta di Marino Roselli. A scendere in campo è Giorgio D'Ambrosio, coordinatore regionale e parlamentare.
«La Margherita è favorevole alla riforma che taglia posti e compensi, ma poichè i tempi sono lunghi, riteniamo che l'Aptr non poteva rimanere ancora a lungo senza una guida, proprio adesso che è estate», osserva D'Ambrosio, «se si vogliono ridurre i compensi, noi siamo d'accordo. Nel momento in cui il Consiglio regionale approva una nuova legge, allora il Cda sarà azzerato, e si provevderà a fare nuove nomine. Ci sembra la via più giusta. Noi abbiamo il massimo rispetto per Di Masci. Forse Paolini, invece, vorrebbe gestire questo settore in modo autonomo, ma noi siamo per la gestione collegiale. Noi abbiamo indicato una persona di prestigio e capace. Riteniamo che tutti gli impegni siano da rispettare, non solo quando conviene a qualcuno o ai Ds». D'Ambrosio poi si accalora nella critica fino ad accusare Paolini di partire con un piede sbagliato nella costruizione del Partito democratico. «Mi sembra assurdo che il Pd inizi con questi atteggiamenti dilatori, certamente non è il percorso che dovremmo fare insieme».
Da sfondo a questa vicenda, il presidente della giunta, Ottaviano Del Turco che finora è rimasto in silenzio. Un atteggiamento che per la Margherita significa assenso. «Del Turco è il presidente ed è il garante della coalizione», sottolina D'Ambrosio, «darà esecuzione alla nomina che è legittima, provvendo all'insediamento di Di Masci. E' un provvedimento che spetta a lui e non a Paolini. Noi confidiamo nella saggezza di Del Turco».