Cabinovia, apertura l’8 dicembre
È l’obiettivo della Gran Sasso Teramano, si lavora a tappe forzate
PIETRACAMELA. È una corsa contro il tempo, inteso anche come variabile meteorologica. La società mista Gran Sasso Teramano, che si occupa degli impianti sciistici del versante, vuole inaugurare la nuova seggiovia-cabinovia di Prati di Tivo l’8 dicembre.
«L’opera è a buon punto», dice l’amministratore delegato della Gran Sasso Teramano Doriano Di Benedetto, «anche se abbiamo una settimana-dieci giorni di ritardo che, vista la stagione, possono crearci qualche problema. Contavamo di aprire per l’8 dicembre, speriamo di farcela. L’impianto di per sé è fatto. I collaudi? Sono già andato a Napoli, dove ha sede l’ufficio preposto, per pianificarli». In quanto fusione fra una seggiovia e una cabinovia, l’impianto è il secondo del genere in Italia. Si chiama Telemix e il gemello in funzione è in Val Passiria. L’intervento, comprese le opere per la difesa dal pericolo valanghe, costa 12 milioni e mezzo di euro, di cui 10 messi a disposizione dalla Regione tramite i fondi Fas per le aree depresse. Il Telemix, che si può utilizzare anche d’estate, completa il rinnovo di tutti gli impianti di risalita a Prati di Tivo.
LA POLEMICA. L’opera suscita anche perplessità e polemiche. Le associazioni ambientaliste Wwf e Mountain Wilderness hanno indirizzato una nota al commissario straordinario e al coordinatore tecnico-amministrativo del Parco Gran Sasso-Monti della Laga in merito ai lavori in corso. Nella nota si chiedono informazioni su tre aspetti. 1) la gestione del cotico erboso dell’area di cantiere. «Da un recente sopralluogo», scrivono gli ambientalisti, «abbiamo potuto verificare come il prescritto accantonamento delle zolle da risistemare ha riguardato solo una limitatissima area interessata dai lavori». 2) La destinazione finale del materiale estratto nel corso degli scavi realizzati per il posizionamento dei piloni e depositato nei paraggi. 3) Quali sono «gli interventi previsti per mitigare l’impatto paesaggistico delle reti paravalanghe nonché degli impianti del sistema Gazex per il rilascio controllato delle valanghe, impatto evidentissimo già da questa fase di cantiere».
LA REPLICA. Doriano Di Benedetto replica così: «Non voglio entrare in polemica con nessuno, ma già quando facemmo le due seggiovie esistenti ci furono grandi polemiche, con denunce alla procura poi archiviate. Per lavorare bisogna fare un cantiere, non puoi andare con le pantofole, ma abbiamo già dimostrato che si può ripristinare lo stato dei luoghi a regola d’arte. Nel cantiere sono stati fatti tutti i controlli, è tutto conforme al progetto e non stiamo lavorando di nascosto. State sicuri, tra un anno non si vedrà più niente».
«L’opera è a buon punto», dice l’amministratore delegato della Gran Sasso Teramano Doriano Di Benedetto, «anche se abbiamo una settimana-dieci giorni di ritardo che, vista la stagione, possono crearci qualche problema. Contavamo di aprire per l’8 dicembre, speriamo di farcela. L’impianto di per sé è fatto. I collaudi? Sono già andato a Napoli, dove ha sede l’ufficio preposto, per pianificarli». In quanto fusione fra una seggiovia e una cabinovia, l’impianto è il secondo del genere in Italia. Si chiama Telemix e il gemello in funzione è in Val Passiria. L’intervento, comprese le opere per la difesa dal pericolo valanghe, costa 12 milioni e mezzo di euro, di cui 10 messi a disposizione dalla Regione tramite i fondi Fas per le aree depresse. Il Telemix, che si può utilizzare anche d’estate, completa il rinnovo di tutti gli impianti di risalita a Prati di Tivo.
LA POLEMICA. L’opera suscita anche perplessità e polemiche. Le associazioni ambientaliste Wwf e Mountain Wilderness hanno indirizzato una nota al commissario straordinario e al coordinatore tecnico-amministrativo del Parco Gran Sasso-Monti della Laga in merito ai lavori in corso. Nella nota si chiedono informazioni su tre aspetti. 1) la gestione del cotico erboso dell’area di cantiere. «Da un recente sopralluogo», scrivono gli ambientalisti, «abbiamo potuto verificare come il prescritto accantonamento delle zolle da risistemare ha riguardato solo una limitatissima area interessata dai lavori». 2) La destinazione finale del materiale estratto nel corso degli scavi realizzati per il posizionamento dei piloni e depositato nei paraggi. 3) Quali sono «gli interventi previsti per mitigare l’impatto paesaggistico delle reti paravalanghe nonché degli impianti del sistema Gazex per il rilascio controllato delle valanghe, impatto evidentissimo già da questa fase di cantiere».
LA REPLICA. Doriano Di Benedetto replica così: «Non voglio entrare in polemica con nessuno, ma già quando facemmo le due seggiovie esistenti ci furono grandi polemiche, con denunce alla procura poi archiviate. Per lavorare bisogna fare un cantiere, non puoi andare con le pantofole, ma abbiamo già dimostrato che si può ripristinare lo stato dei luoghi a regola d’arte. Nel cantiere sono stati fatti tutti i controlli, è tutto conforme al progetto e non stiamo lavorando di nascosto. State sicuri, tra un anno non si vedrà più niente».