Ecoemme: il dossier che ha dato il via all’inchiesta
Montesilvano, in dieci anni la bolletta dei rifiuti è aumentata del 105 per cento
MONTESILVANO. «È come assistere a un “crescendo rossiniano”», mette nero su bianco la relazione sull’Ecoemme consegnata in mano al sindaco Pasquale Cordoma il 4 luglio 2008. Il documento che porta la firma dell’ex direttore generale del Comune Rodolfo Rispoli è uno dei pilastri dell’inchiesta sull’Ecoemme: numeri, leggi e una licenza poetica. È la dimostrazione di come la spesa per la società mista è lievitata in dieci anni dal milione e 699 mila euro del 1999 ai tre milioni 930 mila del 2009.
Il documento fotografa il predominio della Deco spa dei fratelli Ettore Ferdinando e Rodolfo Di Zio nella gestione Ecoemme, società composta da Comune di Montesilvano (49,86 per cento), Deco (47,83), Comunità montana vestina (2,31).
IL MONOPOLIO DECO La relazione di Rodolfo Rispoli, direttore generale del Comune dal 19 marzo 2008 al primo maggio 2009, prefigura il monopolio nella gestione dei rifiuti detenuto dalla Deco spa, non solo a Montesilvano: dallo svuotamento dei cassonetti al trasporto dei rifiuti sui camion fino al conferimento in discarica. Punta anche su questo l’inchiesta che coinvolge in prima persona il sindaco Pasquale Cordoma, sospettato di corruzione, e l’ex vice presidente Ecoemme Fabio Savini con altri dieci indagati. Se incassa la fiducia del centrodestra, Cordoma è nel mirino di Pd e Rifondazione comunista che ne chiedono le dimissioni immediate.
LA DISCARICA D’ORO Oltre alla spesa sostenuta per l’Ecoemme pari a 33 milioni e 315 mila euro in dieci anni, c’è un «ulteriore “crescendo rossiniano”», assicura Rispoli: riguarda il costo pagato dal Comune per l’utilizzo della discarica di Colle Cese passato da un milione 358 mila euro nel 1999 a tre milioni e 93 mila euro nel 2008. Nello stesso periodo di riferimento, l’incremento della Tarsu per i cittadini di Montesilvano si misura con il 105 per cento in più. Il capitolo dell’utilizzo della discarica viene analizzato ampiamente da Rispoli per spiegare il ruolo della Deco: «Relativamente alla discarica, il Comune di Montesilvano aderisce alla convenzione stipulata tra Ambiente spa e Deco in quanto aderente al Consorzio comprensoriale per lo smaltimento dei rifiuti dell’area pescarese. L’affidamento alla Deco è avvenuto in via diretta. La società Ambiente spa», fa notare Rispoli, «annovera tra i soci, “casualmente”, la Provincia di Pescara e alcuni Comuni del Pescarese per il 51 per cento e la Deco per il 49 per cento». L’ex direttore generale precisa: «Il corrispettivo alla Deco è determinato per tonnellate da conferire in discarica».
I CAMION DECO L’analisi dell’ex direttore punta anche sul trasporto dei rifiuti, un’attività che costa al Comune due milioni 762 mila euro, solo per il 2009: «La Deco si incarica del trasporto dei rifiuti raccolti dalla Ecoemme alla discarica del consorzio Ambiente spa (composta da Provincia, Comuni e Deco)».
LA DIFFERENZIATA Un altro punto appare controverso: il Comune con la determina dirigenziale 384 del 19 maggio 2009 impegna trecentomila euro per pagare le attività della raccolta differenziata all’Ecoemme. Ma «il Comune di Montesilvano», spiega Rispoli, «ha affidato per l’anno in corso a trattativa diretta i servizi di smaltimento dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata alle seguenti ditte: Mantini srl di Chieti; Riab di Montesilvano; Ecotec di Ortona; Civeta di Cupello; Rossikoll di San Giovanni Teatino; Cirsu di Notaresco; Sab di Chieti».
L’AVVERTIMENTO La relazione di Rispoli è un richiamo al sindaco a tenere alto il controllo sulla società pubblico-privata: «La normativa in vigore richiede all’ente locale di attivare un controllo diretto sulle società partecipate per avere cognizione della gestione e delle modalità di svolgimento dei servizi».
IL PECCATO ORIGINALE La relazione di Rispoli scava nel tempo e, in merito alla nascita dell’Ecoemme risalente al 1999, ne rivela le irregolarità: «Il Comune», scrive Rispoli, «non ha svolto formalmente una gara; ha fatto compiere valutazioni sull’offerta economica direttamente dal consiglio comunale; non risulta abbia approvato un piano economico-finanziario della società».
LE CONDIZIONI DECO Ma Rispoli spiega anche un altro aspetto: «Il Comune ha affidato il servizio alla Ecoemme, al prezzo e alle condizioni proposte non dalla società stessa ma dalla Deco». L’offerta Deco («lire 4.336.012.080 più Iva») coincide con l’affidamento all’Ecoemme («lire 4.336.012.080 più Iva»). Il direttore, quindi, si fa una domanda e lascia la risposta al sindaco e, da quando il documento è finito agli investigatori, anche alla magistratura: «C’è da chiedersi a questo punto come poteva la Deco, sulla base di un progetto elaborato da un esterno all’amministrazione comunale sapere quali sarebbero stati i costi di gestione e degli organismi statutari».
L’INGEGNERE Rispoli presuppone anche un conflitto d’interessi in capo all’ingegnere Pierluigi Carugno: «Tale ingegnere, allo stato, ha avuto i seguenti incarichi: progettista su incarico del sindaco pro tempore (Renzo Gallerati, ndr); componente la commissione tecnica su incarico del Comune; perito giurato per la stima dei beni di proprietà comunale della Deco da conferire nella costituenda società».
Il documento fotografa il predominio della Deco spa dei fratelli Ettore Ferdinando e Rodolfo Di Zio nella gestione Ecoemme, società composta da Comune di Montesilvano (49,86 per cento), Deco (47,83), Comunità montana vestina (2,31).
IL MONOPOLIO DECO La relazione di Rodolfo Rispoli, direttore generale del Comune dal 19 marzo 2008 al primo maggio 2009, prefigura il monopolio nella gestione dei rifiuti detenuto dalla Deco spa, non solo a Montesilvano: dallo svuotamento dei cassonetti al trasporto dei rifiuti sui camion fino al conferimento in discarica. Punta anche su questo l’inchiesta che coinvolge in prima persona il sindaco Pasquale Cordoma, sospettato di corruzione, e l’ex vice presidente Ecoemme Fabio Savini con altri dieci indagati. Se incassa la fiducia del centrodestra, Cordoma è nel mirino di Pd e Rifondazione comunista che ne chiedono le dimissioni immediate.
LA DISCARICA D’ORO Oltre alla spesa sostenuta per l’Ecoemme pari a 33 milioni e 315 mila euro in dieci anni, c’è un «ulteriore “crescendo rossiniano”», assicura Rispoli: riguarda il costo pagato dal Comune per l’utilizzo della discarica di Colle Cese passato da un milione 358 mila euro nel 1999 a tre milioni e 93 mila euro nel 2008. Nello stesso periodo di riferimento, l’incremento della Tarsu per i cittadini di Montesilvano si misura con il 105 per cento in più. Il capitolo dell’utilizzo della discarica viene analizzato ampiamente da Rispoli per spiegare il ruolo della Deco: «Relativamente alla discarica, il Comune di Montesilvano aderisce alla convenzione stipulata tra Ambiente spa e Deco in quanto aderente al Consorzio comprensoriale per lo smaltimento dei rifiuti dell’area pescarese. L’affidamento alla Deco è avvenuto in via diretta. La società Ambiente spa», fa notare Rispoli, «annovera tra i soci, “casualmente”, la Provincia di Pescara e alcuni Comuni del Pescarese per il 51 per cento e la Deco per il 49 per cento». L’ex direttore generale precisa: «Il corrispettivo alla Deco è determinato per tonnellate da conferire in discarica».
I CAMION DECO L’analisi dell’ex direttore punta anche sul trasporto dei rifiuti, un’attività che costa al Comune due milioni 762 mila euro, solo per il 2009: «La Deco si incarica del trasporto dei rifiuti raccolti dalla Ecoemme alla discarica del consorzio Ambiente spa (composta da Provincia, Comuni e Deco)».
LA DIFFERENZIATA Un altro punto appare controverso: il Comune con la determina dirigenziale 384 del 19 maggio 2009 impegna trecentomila euro per pagare le attività della raccolta differenziata all’Ecoemme. Ma «il Comune di Montesilvano», spiega Rispoli, «ha affidato per l’anno in corso a trattativa diretta i servizi di smaltimento dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata alle seguenti ditte: Mantini srl di Chieti; Riab di Montesilvano; Ecotec di Ortona; Civeta di Cupello; Rossikoll di San Giovanni Teatino; Cirsu di Notaresco; Sab di Chieti».
L’AVVERTIMENTO La relazione di Rispoli è un richiamo al sindaco a tenere alto il controllo sulla società pubblico-privata: «La normativa in vigore richiede all’ente locale di attivare un controllo diretto sulle società partecipate per avere cognizione della gestione e delle modalità di svolgimento dei servizi».
IL PECCATO ORIGINALE La relazione di Rispoli scava nel tempo e, in merito alla nascita dell’Ecoemme risalente al 1999, ne rivela le irregolarità: «Il Comune», scrive Rispoli, «non ha svolto formalmente una gara; ha fatto compiere valutazioni sull’offerta economica direttamente dal consiglio comunale; non risulta abbia approvato un piano economico-finanziario della società».
LE CONDIZIONI DECO Ma Rispoli spiega anche un altro aspetto: «Il Comune ha affidato il servizio alla Ecoemme, al prezzo e alle condizioni proposte non dalla società stessa ma dalla Deco». L’offerta Deco («lire 4.336.012.080 più Iva») coincide con l’affidamento all’Ecoemme («lire 4.336.012.080 più Iva»). Il direttore, quindi, si fa una domanda e lascia la risposta al sindaco e, da quando il documento è finito agli investigatori, anche alla magistratura: «C’è da chiedersi a questo punto come poteva la Deco, sulla base di un progetto elaborato da un esterno all’amministrazione comunale sapere quali sarebbero stati i costi di gestione e degli organismi statutari».
L’INGEGNERE Rispoli presuppone anche un conflitto d’interessi in capo all’ingegnere Pierluigi Carugno: «Tale ingegnere, allo stato, ha avuto i seguenti incarichi: progettista su incarico del sindaco pro tempore (Renzo Gallerati, ndr); componente la commissione tecnica su incarico del Comune; perito giurato per la stima dei beni di proprietà comunale della Deco da conferire nella costituenda società».