Emanuele, la rabbia degli amici
Affittava videogiochi, doveva partire per Imola con il fratello
ALBA ADRIATICA. «Ci hanno ammazzato un amico. Era tranquillo, sempre sorridente. Lo hanno massacrato di botte», così si sfogano gli amici di sempre, quelli che lui frequentava ogni giorno. Emanuele Fadani aveva 37 anni, era divorziato e padre di una bimba di sei anni. Il suo lavoro lo portava spesso a viaggiare fuori dall’Abruzzo. Ieri notte, poche ore prima dell’omicidio, era in partenza per Imola con il furgone bianco parcheggiato ancora in viale Mazzini, di fronte al pub. Era lì per prendere con sé il fratello. Emanuele si occupava dell’affitto di macchine da gioco e videopoker a locali e bar non solo della zona. Era conosciutissimo ad Alba Adriatica. Così come è molto conosciuta la sua famiglia.
Oltre alla sua bimba lascia la madre Anita, l’ex moglie Ilaria, la fidanzata Daniela Di Biagio e i fratelli Fabrizio e Alex. Uno dei due abita proprio in viale Mazzini, dove si è consumato l’omicidio.
Emanuele aveva salutato la fidanzata con un «Ti amo» mezz’ora prima della rissa.
Graziano Guercioni è l’amico che stava con lui durante la lite e che ora è ricoverato nell’ospedale di Giulianova. Aveva cercato di difendere Emanuele ma è stato brutalmente malmenato.
Nel primo pomeriggio di ieri tutti gli amici più cari ma anche i conoscenti si sono riuniti nel bar di via Roma, frequentato spesso dalla vittima. I volti straziati e il silenzio trasmettono il dolore, e valgono più di mille parole. I proprietari del bar Roma, Max e Pietro Franchi, lo ricordano così: ‹‹Si è trovato nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Era un ragazzo tranquillo, brillante e sempre sorridente. Salutava tutti ed era una persona solare. Ci mancherà molto. E’ una parte di Alba che perdiamo con grande dolore».
Altri rimangono ammutoliti, come Alessandro Lelli: ‹‹Sono senza parole. Un grande amico, una grande persona››. Ma anche chi non lo conosceva approfonditamente vuole ricordarlo. Come Andrea Gatto, che dice: ‹‹Lo incontravo spesso al bar. Era davvero tranquillo, sereno e spensierato››. Oppure Andrea Di Sabatino, che ne parla con nostalgia: ‹‹Emanuele non era certo un tipo che cercava la rissa. Anzi era l’esatto contrario».
Tutta la cittadinanza albense ieri mattina si è svegliata sconvolta e piena di dolore. Moltissime persone sono arrivate sul luogo del delitto. Qualcuno ha lasciato un fascio di fiori. Nasce anche un grande senso di preoccupazione. Pierluigi Latini lo esprime così: ‹‹E’ sicuramente un fatto preoccupante che turba e incute paura. Inoltre, il fatto è accaduto proprio nel centro di Alba, nella via più frequentata».
Anche Stefano Dezii vuole parlare: ‹‹ Ora si è passato il limite», dice, «l’essere umano riesce ad essere cattivo, irruento, aggressivo, ma ognuno di noi ha una mente per riflettere e soprattutto un cervello per ponderare ed agire».
La città di Alba Adriatica ieri sera si è unita in un corteo per onorare la figura di Emanuele Fadani. Un momento di riflessione importante sul grave accadimento che ha sconvolto tutti gli albensi. Ma il corteo era gonfio di rabbia ed è scoppiata la protesta contro i rom.
Oltre alla sua bimba lascia la madre Anita, l’ex moglie Ilaria, la fidanzata Daniela Di Biagio e i fratelli Fabrizio e Alex. Uno dei due abita proprio in viale Mazzini, dove si è consumato l’omicidio.
Emanuele aveva salutato la fidanzata con un «Ti amo» mezz’ora prima della rissa.
Graziano Guercioni è l’amico che stava con lui durante la lite e che ora è ricoverato nell’ospedale di Giulianova. Aveva cercato di difendere Emanuele ma è stato brutalmente malmenato.
Nel primo pomeriggio di ieri tutti gli amici più cari ma anche i conoscenti si sono riuniti nel bar di via Roma, frequentato spesso dalla vittima. I volti straziati e il silenzio trasmettono il dolore, e valgono più di mille parole. I proprietari del bar Roma, Max e Pietro Franchi, lo ricordano così: ‹‹Si è trovato nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Era un ragazzo tranquillo, brillante e sempre sorridente. Salutava tutti ed era una persona solare. Ci mancherà molto. E’ una parte di Alba che perdiamo con grande dolore».
Altri rimangono ammutoliti, come Alessandro Lelli: ‹‹Sono senza parole. Un grande amico, una grande persona››. Ma anche chi non lo conosceva approfonditamente vuole ricordarlo. Come Andrea Gatto, che dice: ‹‹Lo incontravo spesso al bar. Era davvero tranquillo, sereno e spensierato››. Oppure Andrea Di Sabatino, che ne parla con nostalgia: ‹‹Emanuele non era certo un tipo che cercava la rissa. Anzi era l’esatto contrario».
Tutta la cittadinanza albense ieri mattina si è svegliata sconvolta e piena di dolore. Moltissime persone sono arrivate sul luogo del delitto. Qualcuno ha lasciato un fascio di fiori. Nasce anche un grande senso di preoccupazione. Pierluigi Latini lo esprime così: ‹‹E’ sicuramente un fatto preoccupante che turba e incute paura. Inoltre, il fatto è accaduto proprio nel centro di Alba, nella via più frequentata».
Anche Stefano Dezii vuole parlare: ‹‹ Ora si è passato il limite», dice, «l’essere umano riesce ad essere cattivo, irruento, aggressivo, ma ognuno di noi ha una mente per riflettere e soprattutto un cervello per ponderare ed agire».
La città di Alba Adriatica ieri sera si è unita in un corteo per onorare la figura di Emanuele Fadani. Un momento di riflessione importante sul grave accadimento che ha sconvolto tutti gli albensi. Ma il corteo era gonfio di rabbia ed è scoppiata la protesta contro i rom.