I fedelissimi di Medjugorje: il Papa non si riferisce a noi

Assunta Allegrino (oltre 150 missioni): "Francesco vuole dirci di essere cristiani nella vita di tutti i giorni, non solo davanti a un veggente che parla di apparizioni"

PESCARA. «A Medjugorje c'è la Madonna»: se chiedi a un pellegrino che cosa lo spinge ad andare recarsi nel santuario in Bosnia ed Erzegovina ti risponde così. E i pellegrini in quel posto ci vanno una, due, tre volte l'anno. Anche chi non vede le apparizioni, anche chi non conosce le guarigioni. Ci si va per convertirsi, per confessarsi, anche senza assistere al fenomeno del "sole che gira".

Ogni giorno un'apparizione, da giugno del 1981. E non importa se Papa Francesco ha detto di non inseguire i veggenti; per i fedeli del santuario lui non si riferisce ai sei veggenti di Medjugorje.

Lo sa bene Anna De Siati, francavillese, che dal 2002 va a Medjugorie almeno due volte l'anno con i pellegrinaggi organizzati a Pescara da Assunta Allegrino.

La sua prima volta non fu frutto di una "chiamata", ma insistenza del marito: «Ero già molto credente e praticante, ma mio marito mi convinse ad andare. Appena arrivata, avvertii un senso di pace nel cuore. Avvertivo la presenza della Madonna. Sono emozioni difficili da descrivere se non si provano».

Dalla prima volta, Anna è andata altre venti volte circa, ha perso il conto. Sempre con un sacerdote, sempre per pregare assieme alle migliaia di fedeli. E ogni volta si commuove perché nella sua vita ha ritrovato i segni della presenza della madonna. «Ho visto malati in pellegrinaggio alzarsi dalla carrozzina, guarire», racconta, «ho visto fenomeni bellissimi. Ho anche avuto dubbi qualche volta. Una volta, ad esempio, mi chiedevo se quello che stessi facendo serviva a qualcosa, quando un uomo accanto a me vide la Madonna e credeva che tutti noi intorno la stessimo vedendo. Aveva un viso indescrivibile, è difficile spiegare».

Anna racconta che l'incontro con i veggenti non è necessario, che loro sono lì e danno testimonianza e messaggi.

I veggenti invece li conosce bene Assunta Allegrino, che dal 1983 di viaggi a Medjugorje ne ha organizzati ben 150, più tutte le volte che vi si è recata con il marito Domenico, ex sindaco di Pescara, scomparso nel 1999. «Ci disse di Medjugorje all'inizio degli anni '80 un sacerdote, insegnante di religione dei miei figli. Ci invitò ad andare, partimmo con la Tiziano per un giorno solo», racconta, «non ho mai più smesso di andare. All'inizio ci organizzavamo con pullman di amici, poi iniziammo ad organizzare i pellegrinaggi per chi voleva andare. Quando raggiungi quel luogo trovi una pace del cuore che non puoi descrivere a parole. Durante le apparizioni scende un silenzio profondissimo, impensabile per migliaia di persone riunite. I segnali, poi, li ritrovi nella tua vita di tutti i giorni».

Anche lei aveva già fede, ma dice che quel luogo è un luogo di conversione. «Ci vanno i mariti per accompagnare le mogli», ironizza, «ma tornano più convertiti che mai».

Papa Francesco indica di non inseguire il fanatismo per trovare conferma della propria fede, ma secondo Assunta il Pontefice non parla di Medjugorie: «Si sente parlare spesso di veggenti, ovunque e forse troppo», sostiene Assunta, «la Chiesa non può esprimersi su Medjugorie perché le apparizioni ci sono ancora. Papa Francesco vuole dirci di non diventare fanatici, ma di essere cristiani nella vita di tutti i giorni, non solo davanti a un veggente che parla di apparizioni».

I veggenti Assunta li ha conosciuti tutti e sei. «Quando vado in pellegrinaggio vado a casa loro, parlo con loro», ricorda. Ce n'è una, Vicka Ivanovic, che con la sua famiglia ha un legame particolare: «Nel '99 mio marito Domenico stava male, era in ospedale a Chieti, Vicka era in Italia, ad Ancona. Sapeva di mio marito, si fece accompagnare in ospedale e lì i medici aprirono tutte le porte. Vicka entrò in camera e lo visitò, e dopo avergli parlato alla fine disse: sii felice, Domenico, ora vedrai quanto è bello il paradiso. Mio marito 48 ore dopo morì, e se ne andò sereno».

Paola Toro

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