Lucci: operazione strategica

L’AQUILA. «L’arrivo del 5G è un fatto molto positivo per L’Aquila, ma soprattutto per l’intero Abruzzo, dove ci sono zone molto indietro in fatto di tecnologia per la comunicazione, come la Marsica e Sulmona e alcune aree del Teramano».

Filippo Lucci, primo presidente abruzzese del Corecom nazionale (Comitato regionale per le comunicazioni) per due mandati e ora nell’esecutivo nazionale e presidente del Corecom Abruzzo, accoglie con soddisfazione il possibile sbarco all’Aquila di un Centro di ricerca per la nuova tecnologia veloce del 5G per le comunicazioni.

Quali ricadute si prevedono per l’Abruzzo?

«Fondamentali, perché attualmente siamo fuori dalla competizione rispetto ad altre regioni del Centro-Nord d’Italia. Ci sarà una ricaduta notevole nell’indotto, in termini di occupazione e lavoro, velocità e trasparenza in tutti i campi. Avere il 5G è strategico, indispensabile».

E gli effetti pratici?

«Imprenditori e multinazionali oggi scelgono di non venire in Abruzzo perché non c’è tecnologia ad altissimi livelli. Un esempio è l’àmbito manifatturiero, dove alcuni macchinari non possono essere utilizzati senza l’alta tecnologia di trasmissione dati».

Quindi non si tratta solo di telefonia, avere uno smartphone all’avanguardia oppure scaricare un film di due ore in pochi secondi...

«A noi interessa l’aspetto produttivo: col 5G si può produrre di più e meglio a minor costo. Le aziende sanno che in Abruzzo possiamo offrire questa tecnologia e possono venire a investire qui».

Insomma, un’operazione fondamentale?

«Da anni ci stiamo battendo affinché i soldi pubblici servano a coprire anche le aree più disagiate. Nelle zone bianche – quali ad esempio quella di Pescara – i privati investono; in quelle nere – come le zone interne non coperte da certi servizi – i privati arrivano tardi o non arrivano mai. Ecco perché è importante L’Aquila, come simbolo di tutto l’Abruzzo».(v.p.)

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