Nuove imprese, boom all’Aquila
Record italiano per crescita percentuale, ma l’Abruzzo rallenta.
PESCARA. L’effetto post-terremoto stimola la crescita di nuove imprese in provincia dell’Aquila. Nel terzo trimestre del 2009 la provincia abruzzese balza al primo posto, in Italia, per incremento percentuale rispetto all’anno passato, con un picco nel settore edile. Una performance che tuttavia non ha impedito all’Abruzzo, tra gennaio e settembre, di realizzare il peggior risultato degli ultimi dieci anni, soprattutto in campo artigiano. Lo rivela un’analisi del Centro studi della Cna abruzzese, che ha esaminato i dati relativi al terzo trimestre del 2009. Secondo il responsabile del Centro, Aldo Ronci - che ha preso in esame le cifre diffuse attraverso il sistema Movimprese di Infocamere - «il sisma del 6 aprile scorso ha provocato nel sistema socio-economico abruzzese in generale, e in quello aquilano in particolare, una reazione importante e per certi versi inattesa: infatti, con un incremento di 769 nuove imprese, pari allo 0,51%, la nostra regione ha ottenuto un risultato superiore al valore medio nazionale, attestato invece allo 0,30%.
E di ancora maggior rilievo è il dato riguardante le imprese artigiane, che crescono in valore assoluto, in questo stesso periodo, di ben 190 unità, con un valore percentuale pari allo 0,53% contro lo 0,11% medio nazionale. E anche in questo caso si tratta di un record nazionale». Ma a rendere lo studio della Cna abruzzese presentato ieri mattina alla stampa alla presenza del presidente e del direttore regionale, Italo Lupo e Graziano Di Costanzo - ancora più singolare, è l’incremento registrato nella provincia dell’Aquila: con 301 nuove imprese, pari allo 0,99%, il territorio aquilano registra infatti un valore di crescita nettamente superiore a tutte le altre province italiane. Un incremento, anche in questo caso, da ricondurre soprattutto al dopo terremoto, come conferma la suddivisione disomogenea della crescita tra le tre macro-aree territoriali della provincia: sono infatti 225 le nuove imprese registrate nell’Aquilano (con una crescita pari al 2,45%), ovvero il cuore del cosiddetto “cratere” del terremoto, contro le 68 nella Marsica (0,47%) e le 8 nell’area del Centro Abruzzo (0,12%). L’evidente balzo aquilano fa il paio con gli andamenti pure positivi di altre due province abruzzesi: risultati soddisfacenti si registrano così anche a Pescara (+190 imprese; +0,54%) e a Teramo (+151; +0,42%).
Mentre solo Chieti al contrario si pone appena al di sotto della media nazionale, con +127 imprese e lo 0,27% di crescita. Ancora più marcata la crescita per quel che concerne le imprese artigiane: con 105 new entry (1,33% di crescita) l’Aquilano ottiene un risultato di 12 volte superiore alla media nazionale. Tra le attività economiche, brillano il settore delle costruzioni (+108, di cui 86 artigiane), e quello della somministrazione di cibi e bevande (inserito da Movimprese sotto la voce “non altrove classificate”). Resta tuttavia negativo il dato complessivo dei primi nove mesi dell’anno: dopo dieci anni di crescita ininterrotta, infatti, per la prima volta i primi nove mesi dell’anno si chiudono con il segno meno nel rapporto tra iscrizioni e cancellazioni. Tra gennaio e settembre, infatti, in Abruzzo il saldo negativo è stato complessivamente di 216 unità.
E di ancora maggior rilievo è il dato riguardante le imprese artigiane, che crescono in valore assoluto, in questo stesso periodo, di ben 190 unità, con un valore percentuale pari allo 0,53% contro lo 0,11% medio nazionale. E anche in questo caso si tratta di un record nazionale». Ma a rendere lo studio della Cna abruzzese presentato ieri mattina alla stampa alla presenza del presidente e del direttore regionale, Italo Lupo e Graziano Di Costanzo - ancora più singolare, è l’incremento registrato nella provincia dell’Aquila: con 301 nuove imprese, pari allo 0,99%, il territorio aquilano registra infatti un valore di crescita nettamente superiore a tutte le altre province italiane. Un incremento, anche in questo caso, da ricondurre soprattutto al dopo terremoto, come conferma la suddivisione disomogenea della crescita tra le tre macro-aree territoriali della provincia: sono infatti 225 le nuove imprese registrate nell’Aquilano (con una crescita pari al 2,45%), ovvero il cuore del cosiddetto “cratere” del terremoto, contro le 68 nella Marsica (0,47%) e le 8 nell’area del Centro Abruzzo (0,12%). L’evidente balzo aquilano fa il paio con gli andamenti pure positivi di altre due province abruzzesi: risultati soddisfacenti si registrano così anche a Pescara (+190 imprese; +0,54%) e a Teramo (+151; +0,42%).
Mentre solo Chieti al contrario si pone appena al di sotto della media nazionale, con +127 imprese e lo 0,27% di crescita. Ancora più marcata la crescita per quel che concerne le imprese artigiane: con 105 new entry (1,33% di crescita) l’Aquilano ottiene un risultato di 12 volte superiore alla media nazionale. Tra le attività economiche, brillano il settore delle costruzioni (+108, di cui 86 artigiane), e quello della somministrazione di cibi e bevande (inserito da Movimprese sotto la voce “non altrove classificate”). Resta tuttavia negativo il dato complessivo dei primi nove mesi dell’anno: dopo dieci anni di crescita ininterrotta, infatti, per la prima volta i primi nove mesi dell’anno si chiudono con il segno meno nel rapporto tra iscrizioni e cancellazioni. Tra gennaio e settembre, infatti, in Abruzzo il saldo negativo è stato complessivamente di 216 unità.