NUOVO Rom di nuovo spavaldi, assalto e minacce al bar di Giulianova
Giulianova, violento raid a poche ore daille esequie di Fadani ad Alba. Riesplode la rabbia. Oltre ai delitti Fadani e De Meo sono decine gli episodi di violenza
GIULIANOVA. Non si ferma la provocazione dei rom. Non si placa neanche nel giorno dei funerali di Emanuele Fadani e dell’arresto del ricercato Elvis Levakovic. La spavalderia continua anche davanti al lutto, alla rabbia e al dolore dei cittadini di Alba. Questa volta, però, la bravata è avvenuta a Giulianova. Sabato notte, nel bar Antigua, quindi nella zona centrale del Lido, un gruppo di sei nomadi ha fatto irruzione gridando e facendo schiamazzi, senza alcun rispetto per i clienti. Non contenti di ciò, gli zingari hanno iniziato anche a sfidarsi a braccio di ferro e ad infastidire i presenti. Le grida sono diventate insopportabili. Sono partite anche le offese. Il vigilantes in servizio nel locale ha provato a calmarli, non ce l’ha fatta.
Per bloccare i rom sono intervenute due pattuglie del radiomobile dei carabinieri ed una della polizia stradale. Poco dopo il gruppo, composto da residenti a Giulianova, è stato allontanato e l’esercizio, con permesso di apertura fino alle 4 del mattino, ha chiuso i battenti. Per il Bar Antigua, gestito da un ex carabiniere, è la seconda notte di bravate e spavalderie di gruppi di rom. Il 6 novembre scorso la scena è stata identica. Unica differenza la composizione del gruppo: otto nomadi provenienti da Pescara. In preda ai fumi dell’alcol, i rom hanno iniziato ad urlare infastidendo oltre ogni limite gli avventori. A nulla è valso l’intervento dei titolari dell’esercizio, minacciati con parole e gesti pesanti. Anche in questo caso sono intervenuti i carabinieri.
Ma la catena di risse e aggressioni di cui sono stati protagonisti i rom è lunghissima. Ecco alcuni episodi emblematici, avvenuti negli ultimi quattro mesi.
L’AGGRESSIONE ALL’ANNUNZIATA Il 6 luglio al bar-ristorante “Bora-Bora”, zona Annunziata di Giulianova Lido, tre ragazzi sono stati pestati a sangue da alcuni rom, forti della presenza alle spalle di oltre venti persone della stessa etnia. Se non fossero intervenuti i carabinieri, i giovani (due figli dei titolari ed un loro amico) avrebbero potuto fare la fine di Antonio De Meo, ucciso ad agosto da tre ragazzini roma a Martinsicuro, ed Emanuele Fadani. I carabinieri della compagnia di Giulianova, dopo approfondite indagini, proprio pochi giorni or sono hanno denunciato tre rom (due per esecuzione materiale della violenta aggressione ed uno per minacce aggravate).
LA GAMBIZZAZIONE A MONTESILVANO E’ andata certamente peggio a un barista di Montesilvano che ha osato rispondere no alla richiesta di servire alcolici a uno zingaro che gli ha sparato due colpi. La sparatoria è accaduta il 25 ottobre quando il rom Rizziero Morelli è entrato al bar Riccione di via Vestina per farsi giustizia dopo il no ricevuto dal barista. Paolo Gnoli, titolare dell’esercizio, è stato ferito alle gambe. Il rom è stato arrestato due giorni dopo la sparatoria. Il rom di 32 anni, dopo essersi nascosto per 16 ore, si è consegnato ai carabinieri ma ha escluso di essere stato lui a sparare. Il fermo, però, è stato convalidato ed è scattato l’arresto.
IL PESTAGGIO A SILVI MARINA Picchiato per uno sguardo di troppo da tre nomadi a Silvi Marina. E quello che è successo a un uomo senegalese di 33 anni lungo via Rossi, il 26 settembre intorno a mezzanotte. I tre nomadi di circa 20 anni mentre consumavano in un bar hanno cominciato ad alzare la voce e il titolare li ha più volte pregati di non esagerare. La discussione proseguita al di fuori del locale e in molti hanno visto i tre rom che inveivano e urlavano, lanciando i bicchieri delle loro consumazioni contro la vetrina del bar. Ad avere la peggio, però è stato un inconsapevole ragazzo di colore, aggredito solo perchè ha un colore diverso della pelle e per avere osservato, senza distogliere lo sguardo, quel che stava accadendo. I tre hanno cominciato a inveire contro di lui e a strattonarlo. Poi sono arrivati altri tre nomadi a dar manforte. Il senagalese si è trovato a difendersi da sei rom che lo hanno pestato a sangue, lasciandolo a terra senza conoscenza e col volto sfigurato.
BOTTE A MOSCIANO PER UNA PALLINA L’ultima aggressione la segnala, con una lettera arrivata in redazione, una ragazza di 22 anni che lavora in un bar-sala giochi al centro di Mosciano. Mercoledì scorso, il giorno dopo l’omicidio di Fadani, è stata aggredita da un rom del paese. «Tutto è iniziato da una pallina che mancava nel biliardino», racconta la ragazza, «abbiamo iniziato a discutere fino a quando lui ha iniziato a minacciarmi! Io, che non abbasso la testa di fronte a questi atteggiamenti, ribattevo fino a quando non mi sono sentita dire: “Che ti possa venire un tumore!” A questa frase mi è uscita di cuore la risposta: “A te e tua sorella”. Questa risposta lo ha fatto sentire in diritto di passare dietro al bancone del bar per mettermi le mani addosso! Risultato? Due traumi alla schiena, uno alla cervicale e ansia reattiva con 9 giorni di prognosi».
Per bloccare i rom sono intervenute due pattuglie del radiomobile dei carabinieri ed una della polizia stradale. Poco dopo il gruppo, composto da residenti a Giulianova, è stato allontanato e l’esercizio, con permesso di apertura fino alle 4 del mattino, ha chiuso i battenti. Per il Bar Antigua, gestito da un ex carabiniere, è la seconda notte di bravate e spavalderie di gruppi di rom. Il 6 novembre scorso la scena è stata identica. Unica differenza la composizione del gruppo: otto nomadi provenienti da Pescara. In preda ai fumi dell’alcol, i rom hanno iniziato ad urlare infastidendo oltre ogni limite gli avventori. A nulla è valso l’intervento dei titolari dell’esercizio, minacciati con parole e gesti pesanti. Anche in questo caso sono intervenuti i carabinieri.
Ma la catena di risse e aggressioni di cui sono stati protagonisti i rom è lunghissima. Ecco alcuni episodi emblematici, avvenuti negli ultimi quattro mesi.
L’AGGRESSIONE ALL’ANNUNZIATA Il 6 luglio al bar-ristorante “Bora-Bora”, zona Annunziata di Giulianova Lido, tre ragazzi sono stati pestati a sangue da alcuni rom, forti della presenza alle spalle di oltre venti persone della stessa etnia. Se non fossero intervenuti i carabinieri, i giovani (due figli dei titolari ed un loro amico) avrebbero potuto fare la fine di Antonio De Meo, ucciso ad agosto da tre ragazzini roma a Martinsicuro, ed Emanuele Fadani. I carabinieri della compagnia di Giulianova, dopo approfondite indagini, proprio pochi giorni or sono hanno denunciato tre rom (due per esecuzione materiale della violenta aggressione ed uno per minacce aggravate).
LA GAMBIZZAZIONE A MONTESILVANO E’ andata certamente peggio a un barista di Montesilvano che ha osato rispondere no alla richiesta di servire alcolici a uno zingaro che gli ha sparato due colpi. La sparatoria è accaduta il 25 ottobre quando il rom Rizziero Morelli è entrato al bar Riccione di via Vestina per farsi giustizia dopo il no ricevuto dal barista. Paolo Gnoli, titolare dell’esercizio, è stato ferito alle gambe. Il rom è stato arrestato due giorni dopo la sparatoria. Il rom di 32 anni, dopo essersi nascosto per 16 ore, si è consegnato ai carabinieri ma ha escluso di essere stato lui a sparare. Il fermo, però, è stato convalidato ed è scattato l’arresto.
IL PESTAGGIO A SILVI MARINA Picchiato per uno sguardo di troppo da tre nomadi a Silvi Marina. E quello che è successo a un uomo senegalese di 33 anni lungo via Rossi, il 26 settembre intorno a mezzanotte. I tre nomadi di circa 20 anni mentre consumavano in un bar hanno cominciato ad alzare la voce e il titolare li ha più volte pregati di non esagerare. La discussione proseguita al di fuori del locale e in molti hanno visto i tre rom che inveivano e urlavano, lanciando i bicchieri delle loro consumazioni contro la vetrina del bar. Ad avere la peggio, però è stato un inconsapevole ragazzo di colore, aggredito solo perchè ha un colore diverso della pelle e per avere osservato, senza distogliere lo sguardo, quel che stava accadendo. I tre hanno cominciato a inveire contro di lui e a strattonarlo. Poi sono arrivati altri tre nomadi a dar manforte. Il senagalese si è trovato a difendersi da sei rom che lo hanno pestato a sangue, lasciandolo a terra senza conoscenza e col volto sfigurato.
BOTTE A MOSCIANO PER UNA PALLINA L’ultima aggressione la segnala, con una lettera arrivata in redazione, una ragazza di 22 anni che lavora in un bar-sala giochi al centro di Mosciano. Mercoledì scorso, il giorno dopo l’omicidio di Fadani, è stata aggredita da un rom del paese. «Tutto è iniziato da una pallina che mancava nel biliardino», racconta la ragazza, «abbiamo iniziato a discutere fino a quando lui ha iniziato a minacciarmi! Io, che non abbasso la testa di fronte a questi atteggiamenti, ribattevo fino a quando non mi sono sentita dire: “Che ti possa venire un tumore!” A questa frase mi è uscita di cuore la risposta: “A te e tua sorella”. Questa risposta lo ha fatto sentire in diritto di passare dietro al bancone del bar per mettermi le mani addosso! Risultato? Due traumi alla schiena, uno alla cervicale e ansia reattiva con 9 giorni di prognosi».