«Piano casa, rischio di speculazioni»

Gli ambientalisti: progetti che favoriscono interessi privati a danno del territorio.

PESCARA. Gli ambientalisti l’hanno chiamata «legge Attila». Permetterà di costruire nei parchi, nei borghi, nelle aree archeologiche e sugli edifici storici vincolati, nonchè nelle aree a massimo rischio industriale. E’ l’interpretazione abruzzese del Piano Casa nazionale, e la Regione la sta approvando in questo caldo e disattento agosto. «Il Piano Casa messo a punto in Abruzzo sarà distruttivo per i danni alla natura, al paesaggio, all’architettura e alla storia della regione». La denuncia viene dalle associazioni ambientaliste Legambiente, Lipu, Wwf, Fai e Italia Nostra, e definisce il provvedimento «incostituzionale perché scardina i principi fondanti della pianificazione territoriale, garantendo solo gli interessi privati e non quelli pubblici, annullando i Piani regolatori comunali e ogni altro strumento di regolazione dell’edilizia e del governo del territorio».

L’intesa Stato-Regioni restringeva di fatto l’ambito dell’intervento di ampliamento degli immobili alle sole villette mono e bifamiliari. «In Abruzzo la legge in questione prevede invece la possibilità di allargare del 20 per cento tutti gli edifici, oppure di abbatterli ricostruendoli con un premio di cubatura che va dal 30 al 65 per cento, senza distinzioni tra quelli residenziali e industriali», spiega Augusto De Sanctis del Wwf. A differenza delle leggi già approvate in altre regioni come Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, l’Abruzzo si è aperto a concessioni più ampie: «Se un costruttore ha un palazzo di dieci piani», prosegue De Sanctis, «potrà costruirne altri due, e in alcuni casi, previsti da questa legge, potrà farlo cementificando su nuovo suolo». In un punto del disegno di legge regionale, è prevista l’applicazione della norma anche nelle aree archeologiche e sugli edifici storici, attraverso le cosiddette «superfetazioni», ovvero strutture che si agganciano a quelle già esistenti.

«In questi casi la Sovrintendenza potrebbe opporsi», afferma Fabio De Massis, vicepresidente del Wwf, «ma è lecito chiedersi come faranno gli uffici locali ad istruire le migliaia di pratiche che potrebbero arrivare, visto che dopo 60 giorni scatta il silenzio-assenso». Ai Comuni viene poi concessa la possibilità di restringere i perimetri dei centri storici, «permettendo l’ampliamento del 20 per cento degli edifici nei borghi di interesse architettonico». Si potrà costruire «in tutti i parchi e nelle riserve, oltre che nelle aree industriali a rischio di incidenti». Un’altra macchia nera è la possibilità che la legge offre a tutti gli edifici turistici «di chiudere verande, logge e terrazzi», con un peggioramento della situazione già tristemente nota delle spiagge abruzzesi. Ieri in commissione regionale sono stati ascoltati, in rappresentanza delle associazioni ambientaliste, Dante Caserta, Angelo Di Matteo e Stefano Civitarese, i quali hanno chiesto «il blocco dell’iter di approvazione».

Ieri sera poi la Commissione lavori pubblici ha approvato a maggioranza il disegno di legge sul «Piano casa». Il documento approderà nell’Aula del Consiglio regionale, dopo che l’argomento era stato rinviato nella seduta di martedì scorso. Sul ddl domani non si annuncia uno scontro tra maggioranza e opposizione perché, durante i lavori della Commissione, il centrodestra ha acconsentito a rivedere molte parti della bozza originaria, ritenuta «devastante e fortemente speculativa» dalla minoranza di centrosinistra.