Scandali al sole, politica opaca
Ci risiamo. Nuove inchieste giudiziarie. Ancora sospetti. Altri veleni. E uomini politici con incarichi di primo piano che si rivelano non essere «al di sopra di ogni sospetto», come pure poche settimane fa a Pescara Gianfranco Fini ha auspicato siano tutti coloro che ricoprono responsabilità pubbliche. Dall’Aquila a Montesilvano la Procura pescarese indaga su presunti episodi di malaffare. Sono tre anni, dallo scandalo Fira, la madre di tutte le corruttele, che i pm scandagliano nella gestione disinvolta del denaro pubblico. Raffica di arresti e di indagati; nessuna condanna finora. Così va la giustizia in Italia. L’unica sanzione rischia di essere quella applicata dai pm d’intesa con i gip. Il processo, con le sue sentenze, chissà poi quando arriverà.
Così resta il dubbio: ma tutti quei politici coinvolti nelle tante inchieste che stanno turbando l’Abruzzo sono davvero dei lazzaroni, come appare dalla valanga di accuse, oppure sono solo vittime di una cattiva letture di documenti e intercettazioni o di qualche confessione interessata? La responsabilità penale - per quanto ovvio, è bene ribadirlo - è individuale. Aspettiamo dunque con fiducia che la giustizia faccia il suo corso il più rapidamente possibile. Nel frattempo la politica che fa? Negli ultimi anni sono stati spazzati via gruppi dirigenti sia di centrodestra che di centrosinistra. Si sono alternate maggioranze diverse. Tuttavia non c’è mai stato un vero rinnovamento nel modo di governare. Sconcerta nell’inchiesta sulla Asl dell’Aquila, nella quale è coinvolto l’assessore regionale Lanfranco Venturoni, la presenza di personaggi politici che certo non hanno brillato per capacità amministrative nel recente passato.
Li ritroviamo oggi, sia pure nelle vesti di innocenti lobbisti come sostiene il loro difensore, ad impicciarsi di appalti milionari, di destinazioni d’uso e di soldi dell’assicurazione. Sarà pure tutto legittimo - e c’è da augurarselo sinceramente non solo per gli indagati ma per tutti noi abruzzesi ormai sempre più sfiduciati - ma fa rabbia scoprire che decisioni così importanti vengano prese in maniera così poco trasparente, quasi fosse una faccenda privata per i soliti noti. Non so e non posso saperlo se c’è reato o meno. Ma mi appare evidente una pratica politica opaca, in contrasto con la necessità di massima limpidezza, rigore ed efficienza. E’ una contraddizione stridente per una giunta regionale eletta dopo uno scandalo così traumatico come quello che ha portato all’arresto di Del Turco. Gianni Chiodi da ieri è anche commissario per la ricostruzione, avrà un potere enorme e tante risorse a disposizione (circa 5 miliardi). Nelle prime dichiarazioni si è dato come obiettivo quello di coniugare la velocità della realizzazione delle opere post-sisma con la trasparenza delle procedure amministrative. Non gli è consentito alcun passo falso. Ha la fiducia di Berlusconi, deve riconquistarsi quella degli abruzzesi.
Così resta il dubbio: ma tutti quei politici coinvolti nelle tante inchieste che stanno turbando l’Abruzzo sono davvero dei lazzaroni, come appare dalla valanga di accuse, oppure sono solo vittime di una cattiva letture di documenti e intercettazioni o di qualche confessione interessata? La responsabilità penale - per quanto ovvio, è bene ribadirlo - è individuale. Aspettiamo dunque con fiducia che la giustizia faccia il suo corso il più rapidamente possibile. Nel frattempo la politica che fa? Negli ultimi anni sono stati spazzati via gruppi dirigenti sia di centrodestra che di centrosinistra. Si sono alternate maggioranze diverse. Tuttavia non c’è mai stato un vero rinnovamento nel modo di governare. Sconcerta nell’inchiesta sulla Asl dell’Aquila, nella quale è coinvolto l’assessore regionale Lanfranco Venturoni, la presenza di personaggi politici che certo non hanno brillato per capacità amministrative nel recente passato.
Li ritroviamo oggi, sia pure nelle vesti di innocenti lobbisti come sostiene il loro difensore, ad impicciarsi di appalti milionari, di destinazioni d’uso e di soldi dell’assicurazione. Sarà pure tutto legittimo - e c’è da augurarselo sinceramente non solo per gli indagati ma per tutti noi abruzzesi ormai sempre più sfiduciati - ma fa rabbia scoprire che decisioni così importanti vengano prese in maniera così poco trasparente, quasi fosse una faccenda privata per i soliti noti. Non so e non posso saperlo se c’è reato o meno. Ma mi appare evidente una pratica politica opaca, in contrasto con la necessità di massima limpidezza, rigore ed efficienza. E’ una contraddizione stridente per una giunta regionale eletta dopo uno scandalo così traumatico come quello che ha portato all’arresto di Del Turco. Gianni Chiodi da ieri è anche commissario per la ricostruzione, avrà un potere enorme e tante risorse a disposizione (circa 5 miliardi). Nelle prime dichiarazioni si è dato come obiettivo quello di coniugare la velocità della realizzazione delle opere post-sisma con la trasparenza delle procedure amministrative. Non gli è consentito alcun passo falso. Ha la fiducia di Berlusconi, deve riconquistarsi quella degli abruzzesi.