La Tigre della Tasmania e l’immortalità

18 Ottobre 2019

La Tigre della Tasmania era il principale predatore dell’Australia fino a 80 anni fa, fino cioè al suo ultimo avvistamento. Da allora la Tilacina, questo è il suo nome scientifico, è stata dichiarata estinta. Ma negli ultimi tre anni si sono succeduti gli avvistamenti dell’animale da parte di escursionisti e turisti. L’ultimo risale a un mese fa. Un gruppo di ciclisti ha raccontato al giornale Abc di aver avuto un incontro ravvicinato con l’animale: «Abbiamo visto di fronte a noi quella una grande creatura simile al gatto». Di conferme, per ora, nessuna. Ma intanto la febbre della Tilacina dilaga. È un’ossessione che nasce anche dalla rabbia che i giovani hanno verso chi ha ucciso l’ultimo esemplare di Tigre della Tasmania. Da qui gli avvistamenti à go-go che somigliano ai sogni freudiani che, cioé, più che raccontare la realtà soddisfano un bisogno inconscio del sognatore. Lo stesso meccanismo mentale che si nasconde dietro ad altri avvistamenti di famosi dipartiti. Gli Elvis avvistati a meditare in riva al Gange e le Marilyn scoperte a passeggiare a piedi nudi in qualche fiordo scandinavo condividono con la Tilacina l’identico destino: continuare a esistere alimentati solo dal desiderio umano. È una forma di immortalità pop, l’unica alla quale anche noi comuni mortali, ancora temporaneamente vivi, possiamo forse aspirare.
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