1 Dicembre
Oggi, ma nel 1968, in tutta Italia, l’etichetta discografica Ariston, di Milano, pubblicava “Cara”, il quinto album registrato in studio di Bruno Lauzi, cantautore ritenuto dai critici tra gli esponenti di spicco della cosiddetta scuola genovese della musica leggera tricolore. Era l’ultima raccolta messa in commercio prima di approdare alla Numero Uno, la crescente casa di produzione che annoverava Giulio Rapetti, in arte “Mogol”, e Lucio Battisti tra i principali animatori. Realtà che rivoluzionerà lo stile dell’artista nato all’Asmara nel 1937.
Poi arriveranno successi come “E penso a te” e “Amore caro, amore bello”, che saranno dovuti proprio alla collaborazione con il sodalizio Mogol-Battisti. Ma il lavoro che verrà svolto sotto l’egida della Numero Uno, ovvero il vinile “Bruno Lauzi”, del 1970, annovererà anche i pezzi con Edoardo Bennato, come “Lei non è qui, non è là”, nel quale, in particolare, il partenopeo curerà la musica da abbinare al testo di Lauzi.
La realizzazione di “Cara”, nello studio 7 milanese, era stata influenzata dall’unione in matrimonio con Giovanna Coprani (nella foto, particolare, i due novelli sposini immortalati proprio in quell’anno, nell'immagine tratta dall’archivio Mondadori dell’agenzia Getty), la storica segretaria elevata a compagna di vita dall’anticonformista Lauzi, avvenuto proprio in quell’anno. Alla gestazione dell'Lp avevano preso parte anche i parolieri Giorgio Calabrese, detto “Screwball”, e Tito Fontana e il compositore Nino Rota. Arrivava dopo il 33 giri “I miei giorni”, sempre Ariston, del 1967, che era stato caratterizzato dal pezzo trainante “Girotondo intorno al mondo”, con parole scritte da Sergio Endrigo, che aveva curato anche l’arrangiamento, in accordo col drammaturgo transalpino Jules Jean-Paul Fort.