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20 aprile

20 Aprile 2025

Oggi, ma nel 2001, a Berlino, un infarto fulminante si portava via, a 54 anni, il compositore e medico Giuseppe Sinopoli, ritenuto dagli addetti ai lavori il più tedesco dei direttori d’orchestra del Belpaese, mentre era intento a condurre con la bacchetta il terzo atto dell’Aida di Giuseppe Verdi alla Deutshe Oper nella serata in memoria del regista teatrale germanico Gotz Friedrich che di quell’istituzione culturale era stato sovrintendente. Era reputato dagli esperti un intellettuale la cui cultura andasse ben oltre la musica, ucciso dalla musica e morto per la musica.

Roma, città della quale aveva diretto l’Accademia musicale nazionale di Santa Cecilia, dal 1983 al 1987, e il Teatro dell’opera, dal 1999 al 2001, gli renderà i massimi onori. I funerali verranno celebrati proprio nell’Urbe, il 24 successivo, nella basilica di Santa Maria degli angeli e dei martiri, alla presenza delle massime autorità dello Stato. Partendo dalla camera ardente allestita nella Promoteca del Palazzo senatorio del Campidoglio. Verrà tumulato nel cimitero monumentale del Verano. Lasciava la moglie Silvia Cappellini e i figli Giovanni e Marco.

Il giorno della cerimonia funebre avrebbe dovuto discutere la tesi per conseguire la seconda laurea, in Archeologia, all’università “La Sapienza” della Capitale con Paolo Matthiae. Titolo che gli verrà riconosciuto alla memoria nel 2002. Pur avendo studiato organo, sia al conservatorio di Messina che in quello di Venezia, non si era diplomato. Il suo percorso formativo era stato caratterizzato dallo studio di composizione con Gyorgy Ligeti e Karlheinz Stochausen, a Darmstadt, con Franco Donatoni all’Accademia Chigiana di Siena, direzione d’orchestra con Bruno Madera -suo vero maestro- e Hans Swarowsky a Venezia.

La laurea in Medicina e chirurgia l’aveva conseguita a Padova nel 1972. Compositore dal 1968 fino al 1981, prima di dedicarsi completamente alla direzione d’orchestra (nella foto, particolare, in azione), aveva prodotto 24 opere pubblicate dagli editori milanesi Ricordi e Suvini Zerboni. Da ricordare, inoltre, il suo volume, uscito nel 2016 per i tipi dell’editore veneziano Marsilio, intitolato “I racconti dell’isola”, incentrato sul legame con quella parte della Sicilia orientale nella quale affondavano le sue radici familiari.