27 novembre
Oggi, ma nel 1989, in tutta Italia, veniva pubblicato, dall’etichetta discografica milanese Compagnia generale del disco, Pirata, terzo album registrato dal vivo del gruppo Litfiba, che segnava il passaggio ad una major, con tanto di consacrazione, e il transito dal genere new-wave al rock puro passando per il rock cosiddetto latino come tappa intermedia. E nel panorama canoro del Belpaese la band diverrà, proprio a partire dal vinile “Pirata”, la formazione ritenuta più influente nel genere secondo i critici musicali.
Inoltre la raccolta costituiva il preludio per la elaborazione di “El Diablo”, il successivo lavoro autoriale bollato come “di alto livello”, ma inciso in studio, del 1990. Che sarà ancora più una selezione di pezzi di successo per il leader Pietro “Piero” Pelù (fiorentino del 1962) e soci a partire dalla loro formazione, avvenuta nella Città gigliata dieci anni prima, nel 1980. “Pirata” era oltremodo anche il primo album in grado di far vendere un numero di copie al sodalizio che si attesterà molto oltre le più rosee aspettative: 150mila entro la fine del ‘90.
Le tracce erano state registrate, non senza problemi audio e di disorganizzazione dati dai dissidi tra le diverse anime dei componenti presenti sui vari palchi, durante il tour dell’estate precedente (nella foto, particolare, la locandina del concerto - tra i più rilevanti - tenuto in occasione della festa dell’Unità, a Bologna, nell’Arena centrale del Parco nord, il 14 settembre, con biglietto unico d’ingresso a 15mila lire) che aveva riscosso notevoli consensi non solo tra gli estimatori, ma anche tra gli addetti ai lavori. Con il pezzo “Cangaceiro”, di Federico “Ghigo” Renzulli (originario di Manocalzati, in quel di Avellino, classe 1953) e del già menzionato Pelù - eseguito abitualmente come brano a chiusura delle esibizioni live - quale primo singolo estratto, che tirerà il disco sia in termini di ascolti che di risultati al botteghino.