Il giudice “riassume” due operai Puccioni

16 Luglio 2014

Licenziati per “giusta causa” ad aprile dello scorso anno per comportamenti scorretti. Esulta la Cgil

VASTO. Devono essere reintegrati al loro posto di lavoro e la ditta è stata condannata al pagamento delle retribuzioni maturate dal giorno del licenziamento a oggi. A stabilirlo è una sentenza del presidente del tribunale di Vasto, Italo Radoccia. Il giudice ha accolto il ricorso dell0avvocato Michele Sonnini contro il licenziamento di due operai deciso dall’azienda Puccioni più di un anno fa. Grande la soddisfazione della Filctem-Cgil. Per i due lavoratori è la fine di un incubo durato 15 mesi. I due dipendenti erano stati licenziati “per giusta causa” ad aprile 2013 dopo essere stati accusati di comportamenti scorretti. Il sindacato da subito ritenne il provvedimento sproporzionato.

«Quale che fosse l’errore dei due lavoratori avrebbe potuto essere punito con una sanzione o comunque un provvedimento conservativo del posto di lavoro, non certo con il licenziamento», afferma il segretario della Filctem-Cgil, Giuseppe Rucci. Il giudice Radoccia ha definito il licenziamento illegittimo in quanto sproporzionato e ha ordinato l’immediata reintegra dei due operai. I due dipendenti, con alle spalle rispettivamente 36 e 22 anni di lavoro, non hanno mai avuto una sanzione disciplinare. «Il loro comportamento sul luogo di lavoro è sempre stato improntato alla massima correttezza. La loro attività lavorativa ha perseguito esclusivamente gli interessi aziendali», rimarca Rucci.

Il licenziamento piombò su di loro come un fulmine a ciel sereno. I due operai iscritti alla Cgil chiesero aiuto al sindacato per la tutela dei loro diritti. L’avvocato Michele Sonnini presentò immediatamente ricorso. Due giorni fa l’epilogo.

«Nel frattempo i due hanno trascorso un periodo difficilissimo. Ritrovarsi senza un lavoro è una esperienza traumatizzante e i due operai hanno pagato duramente dal punto di vista psicologico l’uscita dalla fabbrica», afferma la Filtcem-Cgil. I due operai potranno tornare al lavoro. Alla notizia della sentenza hanno esultato e ora hanno solo voglia di dimostrare ancora una volta la loro serietà professionale. «Per quanto ci riguarda siamo felicissimi», conclude il segretario Rucci, «l’auspicio è che grazie anche a questa sentenza non si verifichino più fatti analoghi e che a nessun lavoratore venga tolta la dignità. (p.c.)

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