La Sasi approva un bilancio in perdita
Scontro nell’assemblea dei sindaci. Il disavanzo della società di gestione ammonta a oltre 400 mila euro
LANCIANO. È passato a maggioranza, con i 34 voti favorevoli dei sindaci di centrosinistra, ai quali si sono aggiunti quelli dell'Udc e alcuni del centrodestra, otto contrari e due astenuti (Furci e Castiglione) il bilancio consuntivo 2011 della Sasi, società che gestisce il servizio idrico integrato. Nonostante la perdita di 416mila 885 euro e la diffida dei sindaci di Fara San Martino,Castel Frentano, Villa Alfonsina, Pennadomo, Paglieta, San Buono, San Salvo e Scerni a votare un bilancio non certificato, il rendiconto finanziario della società, al centro di polemiche e veleni per la mancata erogazione dell’acqua in città come Vasto e Lanciano, ha avuto il via libera. Non senza polemiche.
Il bilancio. A differenza dello scorso anno, non ci sono stati utili, come evidenziato nella relazione iniziale dal presidente Sasi, Domenico Scutti: «C’è una perdita di 416mila885 euro, dovuta in particolare alle imposte sul reddito che hanno pesato per 347mila 467 euro». Qui il primo scontro. «Le imposte vanno pagate e fanno parte del bilancio» attacca il consigliere di Fara San Martino, l'assessore provinciale Antonio Tavani (Pdl). «Questa società incassa meno (26milioni 754 mila euro) di quanto spende (26milioni 788mila euro). Inoltre, il rendiconto non è certificato da una società esterna come previsto da una sentenza del tribunale di Lanciano. Ha questioni irrisolte come i mancati ammortamenti, l’aumento retroattivo della tariffa. L’approvazione andava rinviata».
Per Tavani e altri 7 sindaci del Pdl non basta il via libera dei revisori dei conti, come sostiene il centrosinistra, per certificare il bilancio. «E a confermarlo c’è la decisione di Scutti» prosegue Tavani «di convocare i sindaci a breve per modificare lo statuto Sasi e far sì che venga inserita la norma che prevede la certificazione esterna dei bilanci».
Opposto il parere dei sindaci del centrosinistra. «Il vostro intento è di far fallire la Sasi» ribatte Camillo Di Giuseppe, primo cittadino di Altino e segretario provinciale del Pd, «non ci sono vizi nel bilancio che segna una perdita minima di 69.418 euro; sono le imposte a far salire i costi (347mila euro). Il bilancio è frutto di un’opera di pulizia tecnica da parte di questo cda». Di Giuseppe fa notare che fin dal 2003 la Sasi portava nei bilanci crediti che gonfiavano l’attivo. «Oggi invece sono stati tolti» precisa Di Giuseppe «sono stati cancellati un milione 500mila euro di tali crediti, per avviare il risanamento da raggiungere già dal prossimo anno. Quanto alla volontà del cda Sasi di aprirsi alla certificazione esterna, testimonia ancora una volta trasparenza e chiarezza».
La crisi idrica. L’approvazione del bilancio non risolve il problema della mancanza di acqua che continua a essere carente soprattutto nelle contrade frentane. «I problemi saranno risolti a breve» assicura Eugenio D’Ovidio, consigliere di una lista civica di centrodestra, «sono riuscito a parlare con i tecnici della Sasi e mi hanno assicurato che la mancata erogazione notturna è dovuta ai lavori che si stanno ultimando sul nuovo acquedotto. L’impianto sarà inaugurato venerdì. Bisogna dialogare con gli enti, non agire come la maggioranza, e Pino Valente, ossia minacciare rese dei conti, dimissioni. Compito della politica è aiutare i cittadini, non accendere polemiche».
Teresa Di Rocco
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