la ricetta

Lu Sdijune, quel brunch tutto abruzzese a base di patatine fritte

Lo chef pescarese Luciano Passeri del ristorante Milù di Sambuceto spiega come unire colazione e pranzo nel segno della tradizione

Almeno dieci, quindici sfiziosità possibilmente in contemporanea. Assaggi veraci per un brunch autenticamente abruzzese. Per meglio dire, "lu Sdijune" di memoria contadina. Lo ripropone in grande spolvero Luciano Passeri, pescarese, pluripremiato maestro dell'impasto, paladino della cucina abruzzese richiesto da un angolo all'altro del pianeta, direttore della pizzeria Milù e titolare dell'osteria braceria Foconè, entrambe a Sambuceto. Una quindicina di assaggi arrotati come piace agli abruzzesi. In tutto relax, in piedi o seduti come più aggrada. Senza rispettare l'orario canonico della tavola domenicale. Si parte intorno a mezzogiorno e si tira fino a metà pomeriggio in un crescendo di sapori, chiacchiere, brindisi, chi va chi viene. Con l'imbarazzo della scelta. Prima il dolce o il salato? Aperitivo o antipasto? Di sicuro patatine. Sfogliate. Tagliate a mano e fritte nell'olio extravergine d'oliva (meglio abruzzese).

Su Cotto & Crudo di oggi il procedimento per farle a casa con i "segreti" di un maestro sempre ispirato, dalla pizza e dalla buona cucina. Ecco come Luciano Passeri, madre campana, infanzia nel negozio di giocattoli di famiglia e i fornelli, ha declinato la sua idea di brunch, parola internazionale derivata da "breakfast" e "lunch" coniata in America, negli anni '70, per unire la colazione con il pranzo. Oggi di tendenza anche da noi, «occasione per unire tradizione e modernità in tavola e incontrare l'apprezzamento soprattutto dei giovani, per l'idea di libertà dagli orari e dalla rigida successione delle portate», racconta Passeri, pronto a lanciare il brunch della domenica nella nuova veranda del suo locale sulla Tiburtina. Lu Sdijune d'autunno si può aprire con una selezione di salumi e formaggi con focaccia (grani antichi, lievito madre) farcita di verdure ripassate aglio olio e una punta di "lazzaretto" (piccante), baccalà e peperoni, funghi grigliati, trifolati, o crudi all'insalata, e ciabotto, tondini del Tavo aglio olio e prezzemolo, vellutata di zucca con pane tostato, minestra di farro e legumi col guanciale tostato, Fusilloro con crema di zucca, chitarrina alla teramana, bistecchine di pecora, arrosticini, salsicce, tagliata di pollo nostrano, dolci neole e tiramisù versione "glocal". Su tutto, patatatine sfogliate in quantità industriale. Da bere centrifugati di crudità, birra, bollicina, senza snobbare un rosso calice di Montepulciano. Suggerimento prima di avventurarsi nell'allestimento di in un brunch casalingo senza perdere il dono dell'ospitalità: anticiparsi con le verdure, cottura dei legumi e dolci il giorno prima. E preparare ogni cosa in quantità normali. In fin dei conti si tratta di assaggi, non di un pranzo della domenica.

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