Aggressione in pronto soccorso: infermiera colpita con due pugni 

La vittima presa di mira senza motivo da un paziente di 80 anni che stava per essere dimesso Non ha riportato lesioni gravi ed è già rientrata in servizio, anche se spaventata da quanto accaduto

L’AQUILA. Aggressione ai danni di un’operatrice del pronto soccorso dell’Aquila. La vittima, un’infermiera sui cinquant’anni, è stata infatti raggiunta da due pugni alla testa sferrati da un paziente 80enne con problemi di alcolismo, prelevato la sera prima dalla sua abitazione e poi trasportato al San Salvatore da un mezzo del 118, in stato d’incoscienza. Tenuto in osservazione per la notte e sottoposto a tutti gli accertamenti medici del caso, che ne hanno scongiurato problematiche di natura neurologica, l’uomo, ormai ristabilitosi, ha dato in escandescenze accanendosi contro l’infermiera mentre quest’ultima procedeva alle operazioni preliminari alle sue dimissioni. La donna non ha riportato traumi ed è già tornata in servizio, anche se ancora scossa dall’accaduto. Torna dunque in primo piano il problema sicurezza di chi opera in prima linea nel comparto sanità, e che sempre più spesso finisce nel mirino dei pazienti stessi, quando non addirittura dei parenti, come le cronache nazionali stanno negli ultimi tempi raccontando.
parla IL PRIMARIO
«L’episodio non è sovrapponibile a quelli che purtroppo si sono verificati negli ospedali di Foggia e Pescara», spiega il dottor Angelo Flavio Mucciconi, primario del pronto soccorso dell’ospedale aquilano. «Resta tuttavia la gravità del fatto, che fortunatamente non ha avuto conseguenze serie per l’operatrice, tuttora scossa da quanto accaduto, anche se già rientrata in servizio. Purtroppo sono episodi che si verificano con una certa frequenza», aggiunge Mucciconi. «Credo sia importante perciò non perdere mai di vista quello che è il senso del nostro lavoro. Non è raro trovarci alle prese con pazienti che ci aggrediscono a prescindere, come se fossimo noi i responsabili dei loro problemi, quando invece siamo le persone maggiormente deputate ad aiutarli e a cercare una soluzione per alleviarne le sofferenze. Vorremmo quindi che tutti ricordassero quanto gli operatori sanitari siano tutti lì per aiutare il paziente, non per diventarne il bersaglio su cui scaricare rabbia, insulti e frustrazioni».
IL PRECEDENTE
E intanto spunta un precedente, risalente al luglio 2023, nel reparto di geriatria. Complice la carenza di posti letto, un paziente di mezza età in evidente stato d’agitazione fu infatti collocato in una delle stanze del reparto, accanto a quattro soggetti fragili ottuagenari. Quindi la crisi di nervi e l’intervento di due giovani Oss, una delle quali raggiunta da un calcio a un femore e poi entrambe minacciate con oggetti branditi al loro indirizzo, tra lo sgomento degli altri pazienti e dei familiari che li assistevano. Infine l’intervento di un’intera équipe medica, che ha subito sedato l’aggressore, poi trasferito in luogo più sicuro per sé e per gli altri.
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