Il Chieti calcio non paga il debito: pignorato l’incasso della partita

Stop ai 6mila euro dei biglietti della sfida con il Sora dopo il decreto ingiuntivo emesso dal giudice. L’azione promossa da Gianni Cantò, che nell’estate del 2016 aveva ceduto il titolo ai neroverdi
CHIETI. Il Chieti calcio non paga un vecchio debito e l’incasso dell’ultima partita viene pignorato. Il provvedimento è scattato dopo un decreto ingiuntivo emesso dal tribunale teatino, al quale si è rivolto Gianni Cantò, il patron del Torre Alex di Cepagatti che, nell’estate del 2016, aveva ceduto il titolo sportivo alla compagine allora guidata dall’imprenditore Giulio Trevisan.
Dopo aver atteso invano il pagamento del debito, e non trovando copertura su un conto corrente della società neroverde attualmente presieduta da Gianni Di Labio, Cantò ha promosso di recente quello che, nel lessico giuridico, si chiama «atto di pignoramento presso terzi», nel caso specifico notificando il documento alla Ciaotickets, società di Pianella che si occupa dei servizi di biglietteria. Così, nelle scorse ore, è stato «bloccato» l’importo di 6.140,90 euro, vale a dire la somma ottenuta dalla vendita dei biglietti per l’ultima gara casalinga del Chieti, giocata allo stadio Guido Angelini domenica scorsa e terminata con una sconfitta (0-2) che ha fatto perdere alla squadra di Daniele Amaolo l’ultimo treno per il primo posto del girone F di serie D.
La notizia del pignoramento arriva a distanza di pochi mesi dagli altisonanti annunci della società teatina, che – solo per citare l’ultimo degli esempi – aveva presentato con il patron Altair D’Arcangelo, nella sala stampa della Camera dei deputati, un progetto da 20 milioni di euro per la nascita di una cittadella dello sport con il coinvolgimento dell’università d’Annunzio. Un progetto naufragato dopo che i vertici dell’ateneo hanno precisato che «l’iniziale interesse non si è tradotto in alcuna delibera da parte degli organi accademici».
È la seconda volta, nella storia più o meno recente della società neroverde, che viene pignorato l’incasso di una partita. La prima risale al 2016, vale a dire l’anno che terminò con il fallimento del Chieti. Quella domenica, era il 10 aprile, l’ufficiale giudiziario si presentò al botteghino e prelevò circa 800 euro: fu uno degli ultimi “sfregi” alla gloriosa storia del club teatino prima della radiazione.
Tornando alla stagione in corso, proseguono anche le indagini della guardia di finanza sui flussi di denaro intorno al Chieti calcio. Attualmente l’85% delle quote risulta di proprietà della Wip Finance, società anonima svizzera finita al centro della cronaca nazionale perché interessata all’acquisto di Visibilia, il gruppo editoriale e pubblicitario della ministra del Turismo Daniela Santanchè. E della Wip Finance D’Arcangelo è business developer, ovvero procacciatore d’affari.
©RIPRODUZIONE RISERVATA