L'Aquila, il palazzo del benzinaio va giù altri venti da demolire in centro

Tanti curiosi a caccia di foto e filmati hanno assistito per tutta la giornata all’inizio dei lavori. La grande insegna dell’Agip sarà restituita all’Eni. Il Comune velocizza le procedure
L’AQUILA. Non solo addetti ai lavori, ma anche tanti curiosi, hanno assistito all’avvio della demolizione del cosiddetto palazzo del benzinaio, all’incrocio tra via XX Settembre e Corso Federico II. L’intervento è iniziato sabato mattina (5 novembre) alle 10,30, con il “taglio” dei balconi e la rimozione della grande insegna dell’Agip, che dovrebbe essere restituita all’Eni. E stessa sorte toccherà, a breve, a una ventina di edifici del centro storico, le cui procedure di abbattimento saranno accelerate, di concerto con le ditte incaricate, che riceveranno un anticipo sul totale del contributo già assegnato. Un provvedimento deciso dal settore ricostruzione del Comune, che verrà applicato anche alle frazioni, per garantire la messa in sicurezza delle aree dove, dopo il terremoto del 30 ottobre, ulteriori pericoli si sono aggiunti a quelli già esistenti dal 2009.
Intanto, la demolizione del palazzo nelle vicinanze della Villa comunale proseguirà per altri 4 o 5 giorni, con turni anche notturni, in modo da poter rendere di nuovo accessibile almeno corso Federico II: la rimozione delle macerie avverrà nei cinque giorni successivi. Durante la prima giornata, la grande gru posizionata davanti all’edificio ha “strappato” pezzo a pezzo i piani alti, sotto l’occhio attento dei tecnici dell’Arta e della ditta incaricata della bonifica dell’amianto, a mano a mano che i pezzi di eternit venivano estratti.
Lo stabile, che fino al 6 aprile del 2009 ha ospitato al piano terra un distributore di benzina, era fortemente danneggiato e puntellato: la situazione si è aggravata con le ultime scosse, a tal punto che il sindaco Massimo Cialente ne ha disposto l’abbattimento. L’inizio dei lavori è slittato di 48 ore, rispetto alla data prevista, per portare a termine le bonifiche dei vecchi serbatoi di carburante e lo spostamento dei cavi elettrici. È già pronto il progetto di ricostruzione, che comprende anche il recupero dell’edificio di fronte, su via Sant’Agostino.
E c’è un altro fabbricato che sta per essere demolito, avendo subìto ulteriori danni in seguito al sisma del 30 ottobre: si tratta dell’ultima porzione del grosso immobile “a serpentone” che si trova su via Fontesecco, sormontato dal ponte Belvedere: «Abbiamo deciso di accelerare i tempi della demolizione della parte di fabbricato che finisce su via Buccio di Ranallo», spiega il dirigente del settore ricostruzione Vittorio Fabrizi, «e l’intervento verrà portato a termine velocemente, in 2 o 3 giorni. Lo stesso modus operandi sarà applicato a tutti gli edifici del centro storico, una ventina, che avevano già l’autorizzazione per l’abbattimento».
La prossima settimana verrà emanato un provvedimento, su proposta dell’assessore Pietro Di Stefano, per anticipare i lavori, senza aspettare che venga completato tutto l’iter procedurale: le ditte potranno partire subito e riceveranno un anticipo sul contributo già assegnato, per un massimo del 10%. Anche i privati il cui contributo non viene ancora pubblicato, potranno comunque chiedere alla ditta di far partire il cantiere. Il pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico verrà congelato e scatterà al momento della pubblicazione. L’obiettivo è rendere il centro storico più sicuro, con la riperimetrazione della zona rossa.
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