«Noi dell’Uovo ignorati»
Rainaldi accusa: mancano iniziative per il rilancio
L’AQUILA. «Solo parole, poche azioni concrete. Dal 6 aprile quasi nulla è stato fatto per la cultura, al di là di sbandierati vessilli di solidarietà e sorrisi di circostanza di sponsor in cerca solo di visibilità mediatica». A parlare è Ezio Rainaldi, presidente del Teatro Stabile L’Uovo secondo cui «mancano iniziative per delineare il futuro culturale di questa città».
Un j’accuse rivolto soprattutto ai politici locali. «All’Aquila sono venute a mancare tutte le sale teatrali dove si faceva cultura», afferma Rainaldi. «Subito dopo il terremoto si è vissuta una breve stagione di grande sintonia con il ministero per i Beni culturali, che non ha lesinato interventi, presenze e provvedimenti autorevoli, mentre il Comune è stato latitante. Anche il tentativo della presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, di avviare un dibattito dalle prospettive ampie e complessive è finito nel nulla. E via via scemando si è esaurita anche l’iniziale propensione alla cooperazione fra enti culturali».
Rainaldi non ha gradito, in particolare, la convocazione di una riunione in Comune per fare il punto sulla presa di posizione del direttore del Tsa, Alessandro Gassman.
Riunione alla quale, i rappresentanti dell’Uovo, una delle più autorevoli e prestigiose realtà culturali aquilane, non sono stati invitati.
«Che pensare», prosegue Rainaldi, «del fatto che fra gli assenti figurava proprio un organismo teatrale professionale che, unico in città, ha gestito a titolo oneroso un teatro di proprietà pubblica in base a una regolare convenzione, il cui rinnovo il Comune ha inspiegabilmente rinviato? A pochi giorni dal sisma avevamo già dato mandato ad una équipe professionalmente qualificata di redigere il progetto per un teatro nuovo e stabile, da realizzare in un sito idoneo, individuato dal Comune».
Tutto ciò, nonostante il comune dell’Aquila sia presente negli organi amministrativo e di controllo dell’Uovo.
«La mancata convocazione alla riunione, indetta per decidere la localizzazione per un nuova sala teatrale», prosegue Rainaldi, «è motivata, forse, dal fatto che L’Uovo invece di prendere parte al circo mediatico si è rimboccato le maniche ed è stato sempre tra il suo pubblico, partecipando alla rimozione delle macerie e al salvataggio dei feriti e non ha disatteso il suo all’interno delle tendopoli. Non solo. Si è impegnato per la raccolta di fondi a favore dei terremotati, ricevendo attestazioni di fiducia e sostegno da tutto il teatro italiano. Viene da chiedersi» conclude «se la cultura all’Aquila vuole continuare ad essere solo immagine, o se vuole intraprendere la strada per diventare un’impresa».
Un j’accuse rivolto soprattutto ai politici locali. «All’Aquila sono venute a mancare tutte le sale teatrali dove si faceva cultura», afferma Rainaldi. «Subito dopo il terremoto si è vissuta una breve stagione di grande sintonia con il ministero per i Beni culturali, che non ha lesinato interventi, presenze e provvedimenti autorevoli, mentre il Comune è stato latitante. Anche il tentativo della presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, di avviare un dibattito dalle prospettive ampie e complessive è finito nel nulla. E via via scemando si è esaurita anche l’iniziale propensione alla cooperazione fra enti culturali».
Rainaldi non ha gradito, in particolare, la convocazione di una riunione in Comune per fare il punto sulla presa di posizione del direttore del Tsa, Alessandro Gassman.
Riunione alla quale, i rappresentanti dell’Uovo, una delle più autorevoli e prestigiose realtà culturali aquilane, non sono stati invitati.
«Che pensare», prosegue Rainaldi, «del fatto che fra gli assenti figurava proprio un organismo teatrale professionale che, unico in città, ha gestito a titolo oneroso un teatro di proprietà pubblica in base a una regolare convenzione, il cui rinnovo il Comune ha inspiegabilmente rinviato? A pochi giorni dal sisma avevamo già dato mandato ad una équipe professionalmente qualificata di redigere il progetto per un teatro nuovo e stabile, da realizzare in un sito idoneo, individuato dal Comune».
Tutto ciò, nonostante il comune dell’Aquila sia presente negli organi amministrativo e di controllo dell’Uovo.
«La mancata convocazione alla riunione, indetta per decidere la localizzazione per un nuova sala teatrale», prosegue Rainaldi, «è motivata, forse, dal fatto che L’Uovo invece di prendere parte al circo mediatico si è rimboccato le maniche ed è stato sempre tra il suo pubblico, partecipando alla rimozione delle macerie e al salvataggio dei feriti e non ha disatteso il suo all’interno delle tendopoli. Non solo. Si è impegnato per la raccolta di fondi a favore dei terremotati, ricevendo attestazioni di fiducia e sostegno da tutto il teatro italiano. Viene da chiedersi» conclude «se la cultura all’Aquila vuole continuare ad essere solo immagine, o se vuole intraprendere la strada per diventare un’impresa».