Pasquetta e la gita a Roio, antica tradizione

23 Aprile 2019

Il legame tra il capoluogo e la frazione rinvigorito alla luce dei nuovi abitanti degli alloggi antisismici

L’AQUILA. La gita fuori porta, nella zona di Roio, appartiene alla tradizione aquilana. Di quest’antica consuetudine parla il lettore Fulgenzio Ciccozzi, che ha scritto una riflessione sul tema.
«La festa del lunedì di Pasqua, a Roio, è notoriamente conosciuta come la festa degli aquilani. Tradizione vuole che gli aquilani organizzassero questa giornata al Poggio. La processione, insieme alla banda, partiva dall’Aquila e, salendo su per la via Mariana, giungeva sul vado soprastante, incastonato tra il Colle di Monteluco e quello di San Lorenzo. La chiesa con l’effigie dalla Madonna salutava la nutrita folla che si riversava festosa tra le “banchette” dei rivenditori di noccioline e lupini, per poi assistere alla funzione celebrata dal vescovo. Dopo la messa, qualcuno dei presenti si infilava alla “cantina dejiu papa”, vicino alla fonte di san Leonardo, per acquistare il vino. Poi, con il cesto ricolmo di vivande, le famiglie si dirigevano verso i mandorleti posti dopo la canonica del prete, onorando la tradizionale scampagnata».
«Il legame tra Roio e L’Aquila», prosegue Ciccozzi, «è notoriamente sorto con la nascita della città medesima e si è ulteriormente consolidato attraverso la plurisecolare venerazione della Vergine Maria che, in quel di Roio, affonda le radici nel Cinquecento, proprio nel periodo delle lotte di religione tra i cattolici e i protestanti. In questo contesto spirituale trovano collocazione le grandi famiglie armentarie aquilane che in quegli anni erano impegnate nella diatriba, questa volta tutta economica, sull’aggiudicazione dei migliori pascoli del Tavoliere, in concorrenza con altri paesi limitrofi dalla forte tradizione pastorale. Roio s’inserisce in questa lotta beneficiando di questo splendido dono: il sacro simulacro della Madonna col bambino. Infatti, saranno proprio le famiglie aquilane le prime devote di questa sacra effigie, alla quale si rivolgeranno, poi, per chiedere soccorso in caso di calamità. Un legame, quello di Roio con gli aquilani, che ha dunque remote origini, e che oggi, in verità, andrebbe rinvigorito, anche in virtù della presenza di molti concittadini del capoluogo negli alloggi post-sismici dell’altopiano».