Centrosinistra, fuga verso l’Udc e le civiche
Cesarone ufficializza oggi il passaggio nel partito di Casini, poi arriverà anche Dogali.
PESCARA. «Non smentisco e non confermo..., certo io avevo condiviso il progetto D’Alfonso, che ora non c’è più». Le poche parole pronunciate da Vincenzo Dogali a margine dei lavori dell’ultima seduta del consiglio comunale suonano come un addio al Pd.
L’approdo all’Udc del presidente del consiglio comunale sarebbe questione di giorni. Ma non si tratta dell’unica fuga dal Pd verso l’Unione di centro. Oggi sarà ufficializzato il passaggio all’Udc del consigliere provinciale Lorenzo Cesarone, proveniente dalla Margherita. Lo stesso Dogali era stato eletto nel 2003 nelle liste di Forza Italia, poi era stato proprio D’Alfonso a convincere il biologo ospedaliero a passare tra i banchi della Margherita e dopo il voto del 2008 era arrivata la carica di presidente del Consiglio comunale.
L’uscita di scena di D’Alfonso, per le note vicende giudiziarie, conta però fino a un certo punto. Dogali aveva dato la sua disponibilità al Partito democratico per la candidatura a sindaco e insistito per le primarie. Le cose sono andate diversamente e la scelta caduta su Marco Alessandrini ha fatto precipitare gli eventi. Ma nel centrosinistra si registrano anche altri mal di pancia. La lista civica “Pescara Nuova” ha già affisso i manifesti elettorali. Si presenterà da sola alle urne con Ugo Zuccarini, attuale consigliere comunale del Pd, candidato sindaco. Intanto «corteggia» Donato Di Matteo al quale sarebbe stata offerta la candidatura alla presidenza della Provincia.
Anche l’ex assessore regionale comincia a soffrire i ripetuti «no» del Pd e del principale alleato di coalizione, l’Idv di Di Pietro: prima il no alle regionali, poi il no alla candidatura alla presidenza della Provincia e infine il no alla candidatura a sindaco di Roberto Marzetti, il manager della Asl dell’Aquila che Di Matteo aveva sponsorizzato. E le cose si complicano anche per l’ultima offerta che era venuta dal suo partito: la vice presidenza della Provincia in caso di vittoria elettorale di Antonella Allegrino, indicata dall’Idv.
Questa volta a mettersi di traverso sono i partiti della sinistra. Martedì sera i segretari di Rifondazione (Marco Fars), Comunisti italiani (Fernando Fabbiani) e Sinistra democratica (Oscar Buonamano), si sono incontrati per confermare, assieme ai Verdi, la necessità di presentare una lista unitaria della sinistra, che anche a Pescara deve fare i conti con la componente vendoliana. L’indicazione, coma ha confermato ieri Fars, è quella di «presentare una lista autonoma, con propri candidati», sia per la corsa a sindaco che per la presidenza della Provincia. Almeno al primo turno, poi si vedrà. «Il nostro obiettivo è l’unità del centrosinistra», chiarisce Buonamano, «ma abbiamo anche la necessità dell’unità a sinistra. E poi non puoi essere chiamato all’ultimo momento per ratificare un nome senza prima discutere di programmi».
Altro caso, i socialisti: il segretario regionale del Ps, Gaetano Cuzzi, è lapidario: «Alla Provincia andiamo da soli, non possiamo accettare che sia il partito di Di Pietro a dettare le regole. Al Comune si vedrà, domani (oggi per chi legge ndr) abbiamo un incontro di coalizione. E a proposito dell’Idv, l’attuale presidente del consiglio provinciale, Filippo Pasquali, è dato in viaggio verso la lista civica di Carlo Masci, mentre il socialista Riccardo Padovano sarebbe ancora indeciso.
L’approdo all’Udc del presidente del consiglio comunale sarebbe questione di giorni. Ma non si tratta dell’unica fuga dal Pd verso l’Unione di centro. Oggi sarà ufficializzato il passaggio all’Udc del consigliere provinciale Lorenzo Cesarone, proveniente dalla Margherita. Lo stesso Dogali era stato eletto nel 2003 nelle liste di Forza Italia, poi era stato proprio D’Alfonso a convincere il biologo ospedaliero a passare tra i banchi della Margherita e dopo il voto del 2008 era arrivata la carica di presidente del Consiglio comunale.
L’uscita di scena di D’Alfonso, per le note vicende giudiziarie, conta però fino a un certo punto. Dogali aveva dato la sua disponibilità al Partito democratico per la candidatura a sindaco e insistito per le primarie. Le cose sono andate diversamente e la scelta caduta su Marco Alessandrini ha fatto precipitare gli eventi. Ma nel centrosinistra si registrano anche altri mal di pancia. La lista civica “Pescara Nuova” ha già affisso i manifesti elettorali. Si presenterà da sola alle urne con Ugo Zuccarini, attuale consigliere comunale del Pd, candidato sindaco. Intanto «corteggia» Donato Di Matteo al quale sarebbe stata offerta la candidatura alla presidenza della Provincia.
Anche l’ex assessore regionale comincia a soffrire i ripetuti «no» del Pd e del principale alleato di coalizione, l’Idv di Di Pietro: prima il no alle regionali, poi il no alla candidatura alla presidenza della Provincia e infine il no alla candidatura a sindaco di Roberto Marzetti, il manager della Asl dell’Aquila che Di Matteo aveva sponsorizzato. E le cose si complicano anche per l’ultima offerta che era venuta dal suo partito: la vice presidenza della Provincia in caso di vittoria elettorale di Antonella Allegrino, indicata dall’Idv.
Questa volta a mettersi di traverso sono i partiti della sinistra. Martedì sera i segretari di Rifondazione (Marco Fars), Comunisti italiani (Fernando Fabbiani) e Sinistra democratica (Oscar Buonamano), si sono incontrati per confermare, assieme ai Verdi, la necessità di presentare una lista unitaria della sinistra, che anche a Pescara deve fare i conti con la componente vendoliana. L’indicazione, coma ha confermato ieri Fars, è quella di «presentare una lista autonoma, con propri candidati», sia per la corsa a sindaco che per la presidenza della Provincia. Almeno al primo turno, poi si vedrà. «Il nostro obiettivo è l’unità del centrosinistra», chiarisce Buonamano, «ma abbiamo anche la necessità dell’unità a sinistra. E poi non puoi essere chiamato all’ultimo momento per ratificare un nome senza prima discutere di programmi».
Altro caso, i socialisti: il segretario regionale del Ps, Gaetano Cuzzi, è lapidario: «Alla Provincia andiamo da soli, non possiamo accettare che sia il partito di Di Pietro a dettare le regole. Al Comune si vedrà, domani (oggi per chi legge ndr) abbiamo un incontro di coalizione. E a proposito dell’Idv, l’attuale presidente del consiglio provinciale, Filippo Pasquali, è dato in viaggio verso la lista civica di Carlo Masci, mentre il socialista Riccardo Padovano sarebbe ancora indeciso.