La protesta dei corrieri davanti alla sede di Poste in corso Vittorio

PESCARA

Corteo, slogan e striscioni in strada come una volta: la protesta dei corrieri / VIDEO

La manifestazione contro la delocalizzazione della filiale Sda-Poste italiane e quindi le condizioni lavorative

PESCARA. Corteo, slogan, striscioni e fischietti. E’ stata intensa la manifestazione di protesta andata in onda questa mattina, 1° giugno, dei corrieri della filiale Sda-Poste italiane filiale di Pescara. In tanti - secondo una prima stima, una cinquantina - hanno sfilato in tuta blu e gialla da via Salara vecchia, sede della filiale in direzione delle poste centrali. I corrieri sono in stato di agitazione a seguito delle problematiche lavorative connesse alla delocalizzazione della filiale.

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Sfila in centro la protesta dei corrieri in tuta blu e gialla
La manifestazione di protesta a Pescara e davanti alla sede di Poste italiane

La manifestazione è stata organizzata dalla Cisal dopo la riunione dei rappresentanti sindacali Slda d'Italia (appoggiati da tutte le sigle sindacali confederate e non).

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Rodrigo Verticelli (Commissario Cisal -Abruzzo) e Germano Pedicini (Rsa Cisal Terziario): “Questa realtà lavorativa del nostro Paese ha bisogno di essere regolamentata e, lì dove si verifichi, difesa dagli attacchi destabilizzanti esterni ed interni”; “Il settore della logistica, se ancora ce ne fosse il bisogno, è uno dei settori più trainanti per l’economia del nostro paese. Basti pensare all’importanza che ha ricoperto nel periodo pandemico dove proprio questo settore è stato considerato basilare e di vitale importanza per i rifornimenti di materie prime e beni di prima necessità”.

Cartelli di protesta dei corrieri

I corrieri chiedono che l’attività venga regolamentata a difesa dagli attacchi destabilizzanti esterni ed interni. “Non vogliamo esagerare ma è proprio quello che sta accadendo nel mondo della logistica e trasporti, ed in particolar modo, ciò che riguarda la sfera Sda-Poste italiane dove la dirigenza sta attuando politiche di lavoro definibili scorrette che non valorizzano ma anzi declassano il patrimonio lavorativo rappresentato dai corrieri”.