«Così ho messo in fuga i due rapinatori», parla l’ex carabiniere che ha rimosso le chiavi dal motorino

19 Aprile 2025

Il racconto del 60enne Arnaldo al Centro: «Quando ha scarrellato la pistola il rumore è stato ambiguo, come fosse falso. È l’istinto che ti spinge ad agire»

PESCARA. «Ha scarrellato la pistola appena è entrato nel locale e poi me l’ha puntata contro». Arnaldo, 60 anni, ex appartenente all’Arma dei carabinieri, aveva appena concluso gli acquisti nella tabaccheria di via San Marco, al civico 21, quando due balordi sono entrati e hanno messo a segno la rapina da circa 7mila euro. È stato proprio l’ex militare a mandare in fumo il piano dei due arrivati in sella ad uno Scarabeo rubato. Arnaldo è riuscito ad uscire dalla tabaccheria, nonostante uno dei due rapinatori stava bloccando l’ingresso con la pistola puntata verso clienti e commesse, e ha rimosso subito la chiave “spadino” dal quadro del ciclomotore, costringendo i due rapinatori a fuggire a piedi.

«Quando il ragazzo alla porta ha scarrellato la pistola il rumore è stato ambiguo, come fosse un’arma falsa», ricorda l’ex militare, «ma il ragazzo era molto agitato, avrebbe potuto anche fare un gesto estremo. Si vedeva che erano giovanissimi e che conoscevano già quella tabaccheria perché il suo complice si è diretto subito sotto la cassa, come se sapesse già cosa trovare». Mentre uno controllava la porta, l’altro raccoglieva i soldi dalla cassaforte. Così Arnaldo si è avvicinato alla porta chiedendo di uscire.

«Ho detto: “Per favore fatemi uscire”», continua l’ex carabiniere, «e il rapinatore ha fatto cenno di uscire con la pistola. Davanti all’ingresso c’era il loro motorino ancora acceso». Una scena che, dopo 40 in servizio nell’Arma tra Roma, Pescara e Montesilvano, aveva già visto. «Ho subito tolto la chiave spadino e mi sono nascosto in una macchina parcheggiata lì vicino. Così ho dato l’allarme ai colleghi». I due rapinatori, entrambi con il volto travisato da passamontagna e casco sulla testa, sono quindi scappati via a piedi lungo via Tirino, in direzione Sambuceto.

Immediato l’arrivo degli agenti della squadra volante, diretti dal dirigente Pierpaolo Varrasso, che hanno visionato le telecamere del locale e ricostruito la dinamica. Dopo poco, lungo via Tirino, i poliziotti hanno ritrovato un casco a terra, molto probabilmente riconducibile a quello che indossava uno dei due rapinatori. «Se fossi stato con altre persone li avrei affrontati», dice l’ex carabiniere, «ma uno di loro si vedeva che era sotto pressione e con la pistola in mano avrebbe potuto fare di tutto. La rapina è stata velocissima, durata al massimo due minuti».

Dalle testimonianze raccolte, i due balordi sembrano avere accento italiano, corporatura esile e giovani. Nel locale al momento della rapina, oltre alle due commesse, c’era anche un secondo cliente che ha provato a inseguire i balordi in macchina. I due, però, sono riusciti a far perdere le loro tracce in poco tempo. Ora le indagini sono affidate alla squadre mobile, diretta dal dirigente Gianluca Di Frischia.

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