«Eccomi, sono tranquillo»: il killer di Montesilvano si arrende e confessa / Video
Affamato e braccato, Fantauzzi si consegna: era nelle campagne vicino casa. Trovati anche il fucile del delitto e la moto della fuga
PESCARA. «Sono qui, so che mi state cercando. Sono tranquillo». Massimo Fantauzzi è stremato, non ce la fa più. Sa che i carabinieri gli stanno addosso e si consegna a una pattuglia dell’Arma che incontra tra Montesilvano Colle e Pescara, durante uno dei tanti controlli degli ultimi giorni organizzati per stanare il killer di Antonio Bevilacqua, il rom di 21 anni finito con un colpo di fucile dentro il pub BirraMi di Montesilvano, in via Verrotti.
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Sono le 10.15 circa quando Fantauzzi, 46 anni, di Montesilvano, mette fine alla sua latitanza, dopo otto giorni dall’omicidio. L’incontro con la pattuglia avviene in campagna, non lontano dalla sua abitazione. Di fronte ai carabinieri appare tranquillo, seppur stremato, quasi logorato, dimagrito di molti chili. E confessa. Ammette di aver ucciso il giovane rom, anche se molto dovrà ancora dire nei prossimi giorni.
Nel pomeriggio indica anche ai carabinieri dove si trovano la moto utilizzata per la fuga e il fucile da caccia con il quale ha ucciso Bevilacqua. Ma su tutto prevale il senso di sollievo perché per il killer non è stato semplice nascondersi per tutto questo tempo, trascorso per lo più nella boscaglia, anche di notte, con estrema difficoltà, appoggiandosi in alcuni luoghi di fortuna, mangiando poco e niente. Negli ultimi giorni ha capito di non avere più scampo, di essere con le spalle al muro. Si è accorto della presenza sempre più pressante dei carabinieri che lo cercano, ormai sono vicini, lo braccano. Sa, evidentemente, che sono state perquisite una serie di abitazioni, ma anche locali, terreni e strutture abbandonate dove avrebbe potuto trovare rifugio. Capisce che gli stanno facendo terra bruciata attorno e che non può farcela ancora per molto a nascondersi. E così si arrende. Due giorni fa, poi, deve aver notato che si sono mossi anche gli elicotteri, per stanarlo, e hanno passato al setaccio una zona piuttosto ampia.
Gli investigatori sanno dal primo momento che Fantauzzi non può essere andato lontano, che non ha soldi per mantenersi e per essere latitante a lungo. Ma forse può contare su qualcuno che lo aiuta, lo protegge, forse un fiancheggiatore che lo facilita, gli consente di nascondersi o di rifocillarsi. E proprio su questo fronte continuano le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo, diretti dal maggiore Massimiliano Di Pietro e dal colonnello Gaetano La Rocca, che prima hanno braccato Fantauzzi, cercando ininterrottamente giorno e notte, specie nelle ultime ore, e poi lo hanno bloccato. Dopo la cattura gli hanno notificato il provvedimento di arresto del giudice per le indagini preliminari Gianluca Sarandrea. Deve rispondere dell’omicidio di Bevilacqua e della detenzione di armi. Fantauzzi è finito in carcere, a Pescara, dove sono state adottate delle misure specifiche per tutelarlo. C’è massima prudenza, nei suoi confronti, visto che nei giorni scorsi, dopo l’omicidio, la sorella Sabrina è stata aggredita nella casa circondariale di Chieti da tre donne rom.
L’attività dei carabinieri è tutt’altro che conclusa. Ora intendono capire con esattezza come si è mosso Fantauzzi in otto giorni e chi lo ha aiutato. Tanto più che la sua moto, una Honda Cbr 600 di colore rosso, è stata abbandonata nel fiume Pescara, nel territorio di Cepagatti. (GUARDA IL VIDEO DI GIAMPIERO LATTANZIO)
I carabinieri l’hanno recuperata nell’area del parco fluviale, vicino al centro commerciale Megalò, in corrispondenza del ponte delle fascine. Gli uomini del Nucleo subacquei di Pescara si sono calati nel corso d’acqua e hanno individuato il mezzo, tirato fuori con una gru. Bisogna capire, però, da quanto tempo la moto si trovasse nel fiume. E poi: è stato Fantauzzi a portarla lì dopo essere fuggito da via Verrotti? E in che modo, dopo essere rimasto a piedi, si è spostato da Cepagatti a Montesilvano Colle dove avrebbe vagato in questi giorni? Qualcuno lo ha aiutato a disfarsi del mezzo o, forse, nei suoi spostamenti?
A questa e altre domande, relative all’omicidio e al movente, l’indagato sarà chiamato a rispondere nell’interrogatorio da parte del giudice per le indagini preliminari, che si terrà nei prossimi giorni.
I carabinieri del comando provinciale di Pescara, coordinati dal colonnello Marco Riscaldati, invece, forniranno altri dettagli sulle ricerche e sulla cattura di Fantauzzi domani mattina, nel corso di una conferenza stampa.
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