I consulenti del pm: «Filovia senza permessi»

L’opera da 31 milioni è ancora priva della Valutazione di impatto ambientale e manca il nulla-osta del ministero dei Trasporti per l’avvio dei lavori

PESCARA. I 2 consulenti della procura la chiamano «prima singolarità» della filovia: è il 15 luglio 2008 quando il comitato Via (Valutazione di impatto ambientale) della Regione Abruzzo decide che la filovia, 31 milioni di euro per 8 chilometri sulla strada parco tra Pescara e Montesilvano, non ha bisogno di autorizzazione. Passano appena 23 giorni e la Gtm blinda la grande opera approvando il progetto esecutivo: è un punto di non ritorno. Che oggi rischia di bloccare la grande opera.

Perizia. Sulla perizia di 35 pagine per il pm Valentina D’Agostino, i super-esperti di mobilità Giulio Maternini, docente di Pianificazione urbanistica all’università di Brescia, e Federico Gualandi, docente di Diritto amministrativo all’università di Venezia, annotano i punti deboli della filovia – dalle relazioni della Gtm definite «semplicistiche e forzate», all’asfalto mai testato per il peso dei filobus fino al rischio di un’opera incompiuta – e dicono che quella decisione di quasi 4 anni fa sulla mancata Via arriva «in una fase estremamente avanzata della procedura» quando nessuno vuole più tornare indietro e l’appalto ha già un vincitore: «Dopo il giudizio di esclusione della Via», sottolineano, «si è già pronti per l’approvazione del progetto esecutivo» e cioè l’atto finale.

Confronto Via evitato. Il 3 luglio prossimo, il comitato Via, sollecitato dalla procura, voterà sulla filovia con i lavori già quasi finiti. Invece, per i consulenti, il confronto pubblico sull’opera sarebbe dovuto cominciare fin dai primi passi della filovia. Ma l’apertura del procedimento di Via – «Per soppesare», così dicono gli esperti, «gli effetti ambientali del progetto (anche cumulativi), individuare le misure tecniche ed economiche volte a ridurre o eliminare gli effetti negativi ma anche di registrare il dibattito culturale in città» – avrebbe comportato la pubblicità del progetto rimasto riservato e l’apertura di una fase con la possibile presentazione di osservazioni: da questo iter, la filovia, già appaltata alla Balfour Beatty, avrebbe potuto uscire stravolta.

Domanda del pm. Il quesito di partenza è questo: «Dicano i consulenti se l’iter della filovia è viziato da violazioni della normativa del settore e urbanistica-ambientale, anche con riferimento alla Via. Accertino, inoltre, se le opere sono conformi ai progetti». La risposta degli esperti a Mobile e procura è una: la filovia sulla strada parco non può sfuggire alla Via perché «è un sistema a guida vincolata» e, tra le carte, mancano permessi.

Permesso assente. Secondo la perizia, oltre alla Via, la filovia manca anche del nulla-osta del ministero dei Trasporti: «Non si comprende», scrivono, «come siano stati possibili, in assenza del nulla-osta, l’approvazione del progetto definitivo e il concreto avvio dei lavori». Poi, non c’è traccia del sì di una commissione Sicurezza: «Il rischio», per i consulenti, «è esattamente quello – poi concretamente verificatosi a Bologna con il Civis – di una possibile bocciatura (o non condivisione) del sistema “innovativo” proposto dalla commissione Sicurezza con tutti gli evidenti e inevitabili inconvenienti derivanti dal fatto che medio tempore si sia proceduto a realizzare opere civili (magari di grande impatto sulla città e sostanzialmente irreversibili), l’elettrificazione del percorso e a perfezionare la fornitura dei mezzi che poi rischierebbero di rivelarsi inutilizzabili, quantomeno per gli aspetti innovativi e cioè per quegli aspetti che costituiscono la fondamentale ragione (se non l’unica) per la quale gli interventi sono stati finanziati e i relativi progetti sono stati prescelti in sede di gara».

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