«Ma l’Abruzzo non è un mondo a parte»

24 Novembre 2024

Abbassare a 5 il numero minimo di alunni, la proposta dell’Uncem per salvare 173 comuni dell’entroterra che si spopolano

L’AQUILA. Poche nascite, banchi vuoti e scuole che chiudono. Potrebbe sembrare la presentazione del film “Un mondo a parte”, invece è la realtà di 173 comuni dell’entroterra abruzzese che fanno i conti, non da oggi, con gli effetti dello spopolamento, con classi che rischiano di sparire, trascinando con sé le sorti della comunità intera. «I comuni sopravvivono grazie ai plessi scolastici» dice Lorenzo Berardinetti presidente dell’Uncem Abruzzo a margine dell’incontro che si è svolto all’Unione dei comuni di montagna ad Avezzano per discutere, tra l’altro, di una proposta di legge regionale specifica. «Bisogna abbassare il numero degli studenti per le classi (oggi per legge fissato ad un minimo di 7 unità ndr) e tenere il tempo pieno – entra nel dettaglio Berardinetti - per la prima elementare nel comune di Sante Marie lo scorso anno, per due studenti, non si è formata la classe, abbassando il numero a cinque, avremmo salvato la primaria».
MONOCLASSE CON 5 ALUNNI
Oltre a tutte le forme di sostegno economico per garantire ampliamenti dell’offerta formativa, con migliori dotazioni strumentali e servizi come mense e trasporto scolastico, due cose sono fondamentali: «Le massime deroghe possibili ai vincoli normativi relativi al numero di alunni e la stabilità delle istituzioni scolastiche sul territorio». All’incontro erano presenti il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Celano, Fabio Massimo Pizzardi, e le sigle sindacali di categoria Flc – Cgil, Uil - scuola, Cisl - scuola, Snals Confsal, Gilda e Anief, che più volte avevano auspicato l’apertura di tavoli tecnici sulla complessità delle aree interne e sul destino delle scuole che vi operano e che rappresentano, un elemento di vitale importanza. «Chiediamo a gran voce alla Giunta regionale e all’Ufficio scolastico regionale - scrivono in un documento condiviso - di operare a partire dal prossimo anno scolastico in modo da assicurare le necessarie autorizzazioni alle classi e sezioni dei plessi dei comuni delle aree montane, con particolare attenzione ai piccoli comuni, e di modificare immediatamente le linee guida relative al dimensionamento delle istituzioni scolastiche».
IMMIGRAZIONE SALVA-PLESSI
Il sistema scolastico in alcuni comuni del Fucino è in parte compensato dall’apporto delle famiglie immigrate ma non basta. Per godere dei vantaggi dell’immigrazione in zone altrimenti destinate allo spopolamento e all’abbandono, sarà necessario anche mettere in campo «un impegno politico complessivo e lungimirante e una proposta di legge concreta» dice Berardinetti. Su 173 comuni montanti sotto i 3mila abitanti, i plessi stanno chiudendo dappertutto. «Lo scorso anno ha chiuso Villetta Barrea, man mano perderemo tutte le primarie e le medie di conseguenza. Senza le scuole il comune non ha più ragione di esistere». Per combattere lo spopolamento non servono solo piazze e strade ma servizi. «I nostri paesi montani non possono essere solo mete turistiche che vivono determinati mesi l’anno - ha spiegato il presidente dell’Unione dei comuni di montagna, che è anche sindaco di Sante Marie - le famiglie che scelgono di risiedere in un comune dell’Abruzzo interno devono avere la possibilità di mandare i loro figli a scuola, come di curarsi e di usufruire di servizi essenziali».
PRIORITà PER LE AREE INTERNE Il primo tavolo aperto con le organizzazioni sindacali e i rappresentanti del territorio ha permesso di creare una fotografia dei paesi di montagna, di analizzare difficoltà e potenzialità, e di arrivare ad una proposta concreta da presentare al Governo regionale. «La salvaguardia delle scuole nei piccoli comuni montani deve essere una priorità per tutti noi – scrivono nelle relazione finale - abbiamo iniziato a lavorare insieme proprio per raggiungere questo importante obiettivo». Un’iniziativa di cui si sentiva il bisogno da tempo, secondo i rappresentanti delle sigle sindacali, per riflettere sul sistema dell’istruzione nelle aree interne alla luce dei complessi fattori che stanno determinando gradualmente l’impoverimento delle stesse, dalla denatalità, allo spopolamento fino alla perdita di attrattività produttive. «Il secondo tavolo è convocato per la prossima settimana per ultimare la proposta di legge regionale» conclude il presidente dell’Uncem Abruzzo.