Pescara, processo sanitàPierangeli: Del Turco favorì Angelini
Depone l'imprenditore: la Regione non intervenne sulle anomalie di Villa Pini
PESCARA. «Il presidente Ottaviano Del Turco mi raccontò un aneddoto. Mi disse che era stato a Parigi con i nipoti a cui aveva raccontantato la storia di Robespierre: ghighiottinava i suoi nemici ma in quella ghighiottina, poi, ci finì pure la sua testa». E' la risposta al vetriolo che l'ex presidente Del Turco avrebbe dato al presidente dell'associazione italiana ospedalità privata (Aiop Abruzzo) e imprenditore Luigi Pierangeli che più volte, nel 2006, chiedeva alla Regione un «tavolo tecnico per parlare delle anomalie», per «confrontare i dati della sanità con quelli della Regione, per capire perché invece di una riduzione dei ricoveri c'era stata un'impennata» e per chiedere ancora «perché», come Pierangeli ha detto in aula, «se le cliniche dell'Aiop si erano attenute al piano sanitario che chiedeva una riduzione dei ricoveri, Villa Pini li aveva incrementati dell'80%».
Per sette ore - ieri al processo sanità in cui sono imputate 27 persone tra cui Del Turco e l'ex titolare di Villa Pini Vincenzo Maria Angelini - ha deposto Pierangeli, uno dei testimoni più importanti del pool formato dal procuratore Nicola Trifuoggi e dai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, l'accusatore di Angelini con cui, ieri, non si è rivolto uno sguardo. Pierangeli ha disegnato uno spaccato di 10 anni di sanità, il rapporto tra la Regione e le cliniche private sotto la giunta di Giovanni Pace e quella di Del Turco, la presunta «discriminazione nei trattamenti delle cliniche» per arrivare all'anno cruciale, la fine del 2006: l'anno in cui, come dice l'accusa, ai vantaggi che la giunta di Del Turco avrebbe dato alle cliniche di Angelini si sarebbero intrecciate le tangenti pagate dall'ex titolare di Villa Pini.
«LE ANOMALIE DI VILLA PINI». «Secondo i dati dell'agenzia sanitaria regionale, un posto letto per acuti nelle case di cura Aiop produceva fatturato e quindi un costo per la Regione di circa 125mila euro, a Villa Pini di circa 400mila euro. Volevamo un confronto di dati con la Regione», ha proseguito Pierangeli. «Sono dati falsi, è una sua interpretazione», è intervenuto Angelini. «I dati sono stati presi dall'agenzia sanitaria regionale e anche se fossero stati falsi avremmo voluto saperlo dalla Regione», ha ribattuto Pierangeli proseguendo, poi: «Noi non avevamo la presunzione di stabilire quali prestazioni fossero legittime e quali no, ma vedevamo delle anomalie e per questo chiedevamo un tavolo tecnico alla Regione: per far luce sulle prestazioni di tutti».
Quel tavolo tecnico prima viene fissato il 10 novembre 2006, poi viene annullato «su disposizione di Del Turco», come ha precisato Pierangeli, e un primo incontro si tiene il 17 novembre 2006. A quell'incontro, parteciparono i rappresentanti delle cliniche private, eccetto Angelini - «voleva bloccare il tavolo tecnico» - e Del Turco, il segretario della presidenza Lamberto Quarta, l'assessore regionale alla Sanità Bernardo Mazzocca e il direttore dell'agenzia sanitaria regionale Francesco Di Stanislao. Sono alcuni dei nomi dei politici che figurano nel processo sanità anche con l'accusa di associazione per delinquere perché, secondo i pm, «avrebbero imposto un sistema di gestione illegale nei rapporti con le case di cura private, imperniato sulla mancanza della trasparenza», e, dicono ancora i pm, «per degradare tutti i titolari della case di cura in condizioni di sudditanza in modo da pretendere e ottenere da Angelini promesse e consegne di denaro inducendo Angelini a promettere e dare per garantirsi i pagamenti delle prestazioni».
PIERANGELI DA DEL TURCO. Cosa accadde nell'incontro del 17 novembre 2006? «Del Turco presentò la riunione, Di Stanislao espose la programmazione della riduzione dei ricoveri e poi parlai io», ha detto Pierangeli. «Dissi che il nodo era nei ricoveri, nelle modalità di erogazione e che occorreva un confronto sui dati a partire dal 2002. Quarta intervenne per dire che quello che era accaduto in passato era inutile e Del Turco non espresse contrarierà ma rispose che lui non era un magistrato e aggiunse la storia di Robespierre. Da quel giorno e per i successivi 13 mesi non siamo stati più convocati neanche per riaprire i contratti negoziali». «L'anomalia», per Pierangeli, era anche nei circa «2.300 dimessi a Villa Pini contro gli appena 2.000 degli ospedali abruzzesi». «Anomalie» che l'imprenditore avrebbe ancora segnalato alla Regione con una lettera del 26 dicembre 2006. «Ma la Regione», ha concluso, «non ha preso nessuna iniziativa». La deposizione di Pierangeli prosegue il 30.
Per sette ore - ieri al processo sanità in cui sono imputate 27 persone tra cui Del Turco e l'ex titolare di Villa Pini Vincenzo Maria Angelini - ha deposto Pierangeli, uno dei testimoni più importanti del pool formato dal procuratore Nicola Trifuoggi e dai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, l'accusatore di Angelini con cui, ieri, non si è rivolto uno sguardo. Pierangeli ha disegnato uno spaccato di 10 anni di sanità, il rapporto tra la Regione e le cliniche private sotto la giunta di Giovanni Pace e quella di Del Turco, la presunta «discriminazione nei trattamenti delle cliniche» per arrivare all'anno cruciale, la fine del 2006: l'anno in cui, come dice l'accusa, ai vantaggi che la giunta di Del Turco avrebbe dato alle cliniche di Angelini si sarebbero intrecciate le tangenti pagate dall'ex titolare di Villa Pini.
«LE ANOMALIE DI VILLA PINI». «Secondo i dati dell'agenzia sanitaria regionale, un posto letto per acuti nelle case di cura Aiop produceva fatturato e quindi un costo per la Regione di circa 125mila euro, a Villa Pini di circa 400mila euro. Volevamo un confronto di dati con la Regione», ha proseguito Pierangeli. «Sono dati falsi, è una sua interpretazione», è intervenuto Angelini. «I dati sono stati presi dall'agenzia sanitaria regionale e anche se fossero stati falsi avremmo voluto saperlo dalla Regione», ha ribattuto Pierangeli proseguendo, poi: «Noi non avevamo la presunzione di stabilire quali prestazioni fossero legittime e quali no, ma vedevamo delle anomalie e per questo chiedevamo un tavolo tecnico alla Regione: per far luce sulle prestazioni di tutti».
Quel tavolo tecnico prima viene fissato il 10 novembre 2006, poi viene annullato «su disposizione di Del Turco», come ha precisato Pierangeli, e un primo incontro si tiene il 17 novembre 2006. A quell'incontro, parteciparono i rappresentanti delle cliniche private, eccetto Angelini - «voleva bloccare il tavolo tecnico» - e Del Turco, il segretario della presidenza Lamberto Quarta, l'assessore regionale alla Sanità Bernardo Mazzocca e il direttore dell'agenzia sanitaria regionale Francesco Di Stanislao. Sono alcuni dei nomi dei politici che figurano nel processo sanità anche con l'accusa di associazione per delinquere perché, secondo i pm, «avrebbero imposto un sistema di gestione illegale nei rapporti con le case di cura private, imperniato sulla mancanza della trasparenza», e, dicono ancora i pm, «per degradare tutti i titolari della case di cura in condizioni di sudditanza in modo da pretendere e ottenere da Angelini promesse e consegne di denaro inducendo Angelini a promettere e dare per garantirsi i pagamenti delle prestazioni».
PIERANGELI DA DEL TURCO. Cosa accadde nell'incontro del 17 novembre 2006? «Del Turco presentò la riunione, Di Stanislao espose la programmazione della riduzione dei ricoveri e poi parlai io», ha detto Pierangeli. «Dissi che il nodo era nei ricoveri, nelle modalità di erogazione e che occorreva un confronto sui dati a partire dal 2002. Quarta intervenne per dire che quello che era accaduto in passato era inutile e Del Turco non espresse contrarierà ma rispose che lui non era un magistrato e aggiunse la storia di Robespierre. Da quel giorno e per i successivi 13 mesi non siamo stati più convocati neanche per riaprire i contratti negoziali». «L'anomalia», per Pierangeli, era anche nei circa «2.300 dimessi a Villa Pini contro gli appena 2.000 degli ospedali abruzzesi». «Anomalie» che l'imprenditore avrebbe ancora segnalato alla Regione con una lettera del 26 dicembre 2006. «Ma la Regione», ha concluso, «non ha preso nessuna iniziativa». La deposizione di Pierangeli prosegue il 30.
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