Pescara, torna l’acqua ma restano i disagi
La città verso la normalità, in provincia problemi fino al 19. Costantini (Idv): «Aca colpevole»
PESCARA. Ieri per tutta la mattina è mancata l’acqua in diversi rioni della città, con le difficoltà maggiori per i residenti dei Colli e di Fontanelle. Nelle altre zone la pressione è rimasta ridotta fino alle prime ore del pomeriggio. La causa sono stati i lavori di collegamento della nuova condotta di raddoppio dell’acquedotto Tirino alla rete dell’acquedotto Giardino che come comunica l’Aca sono andati a buon fine e permetteranno di avere circa 120 litri in più al secondo. La situazione è tornata progressivamente alla normalità solo nella tarda serata di ieri. In città la situazione dovrebbe tornare alla normalità, nei paesi della provincia invece la crisi dell’acqua andrà avanti almeno fino al 19 agosto per le chiusure notturne dei serbatoi dalle 22 alle 6.
Le polemiche. Le dichiarazioni del presidente dell’Aca Ezio Di Cristoforo, che tra le cause della carenza idrica ha inserito anche la dispersione e lo spreco degli utenti che innaffiano giardini e lavano automobili, hanno generato una serie di reazioni. «Prima di chiamare in causa i cittadini», dice il consigliere regionale dell’Idv Carlo Costantini, «dovrebbe rispondere a tre semplicissime domande: È colpa dei cittadini se circa il 56% dell’acqua che esce dai serbatoi sparisce?; È colpa dei cittadini se le decine di milioni di euro che l’Aca dichiara di spendere ogni anno per le manutenzioni della rete non sono stati sufficienti per il suo ammodernamento?; È colpa dei cittadini se si considera che l’Aca del poco che fattura, ben 74 milioni di euro di crediti non riesce ad incassarli? La verità è che da anni governano il potere dell’acqua per servire sé stessi più che i cittadini e i risultati sono questi che stiamo vivendo in questi giorni. Un’azienda normale che brucia il 56% di quello che produce, sarebbe tecnicamente fallita».
«Perché questi lavori non sono stati fatti in altri periodi?», si chiede il consigliere comunale del Pd Antonio Blasioli, «magari si sarebbe potuto attendere settembre o, ancor meglio, si sarebbero potuti eseguire i lavori sulle reti per evitare la dispersione di questa importante risorsa pubblica, considerato che le reti sono un colabrodo e che il costo dell’acqua a metro cubo è notevolmente salito negli ultimi anni proprio per eseguire questi interventi». Disappunto esprime anche il sindaco Albore Mascia: «Non riteniamo accettabile doverci accontentare di ricevere un fax dall’Aca con il quale ci si comunicano lavori enormi dall’oggi al domani, senza alcuna consultazione preventiva e peraltro senza neanche averci messo a disposizione mezzi e strumenti per sopperire alle carenze». Domenico Pettinari di Codici chiede al presidente regionale Chiodi il commissariamento della società.
Vacanze da incubo. «Me ne torno a Roma, qui ogni pomeriggio manca l’acqua e la vacanza si sta trasformando in un incubo», denuncia Enrico Trizio, romano proprietario di una casa a Silvi dove solitamente passa il mese di agosto, «con 40 gradi dobbiamo aspettare le 4 di notte per farci una doccia, qui è un vero macello, ma dove siamo, in mezzo agli zulù? E poi nessuno dà risposte, Aca, sindaco e polizia municipale».
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