Pescarese uccisa a New York, l’assassino confessa: "Sono stato io"

Omicidio Morelli, Camara sceglie la via del patteggiamento. Pena ridotta, ma non resterà in carcere meno di 25 anni
Colpo di scena al processo per l’omicidio di Rita Morelli. Poche ore prima che venisse completata la formazione della giuria popolare e prendessero il via le testimonianze l’imputato ha ammesso la sua colpevolezza. Colpevole di tutti e otti i capi d’imputazione. Il processo dunque si chiude lo stesso giorno in cui si stava per aprire. Perchè una svolta così clamorosa? Perchè Bakary Camara ha patteggiato una pena ridotta in cambio della sua ammissione di colpevolezza. Passerà in carcere non meno di 25 anni ma quale sarà esattamente la sentenza lo sapremo solamente fra un paio di settimane.
Il giudice Juan Merchan, infatti, si è preso due settimane di tempo per soppesare i capi d’imputazione, valutare quanti anni precedere il codice penale per ognuno di loro ed emettere una sentenza il 30 ottobre. «L’accusa non avrebbe dovuto accettare questo patteggiamento», ha affermato la madre di Rita, Mara D’Angelo non appena appreso come si era concluso il processo. La donna avrebbe forse voluto una pena più severa per Bakary Camara e non ha nascosto di essere dispiaciuta. Più sereno invece il padre Bruno Morelli per il quale non scompare certo la profondissima ferita della morte di sua figlia ma quanto meno si mette la parola fine sull’incertezza del processo.
Il patteggiamento ha poi anche un risvolto positivo: senza la passerella dei testimoni non diventeranno pubblici moltissimi penosi particolari relativi alla morte di Rita. Tra l’altro un regolare processo non signfica necessariamente un verdetto colpevolista e c’era il rischio di andare avanti per molti giorni di processo e di camera di consiglio per poi arrivare a un nulla di fatto.
Nei processi penali infatti c’è bisogno del verdetto unanime dei dodici giurati. In mancanza di unanimità si deve riprendere tutto da capo: nuovo processo, nuova giuria, nuove testimonianze. Insomma un lungo periodo di incertezza. Così invece in meno di un anno il sistema penale di New York ha fatto giustizia.
Undici mesi dopo l’orribile delitto sapremo già quanti anni passerà in carcere il killer della studentessa di Spoltore. «Detesto perdere tempo», aveva detto il giudice Merchan in tribunale. E ha mantenuto la sua parola, costringendo gli avvocati dell’accusa e della difesa a comportarsi con massima professionalità senza percorrere strade legali a fondo cieco.
Il giudice aveva convocato il processo per le 9.30 del mattino. A quell’ora si sarebbero presentati i giurati popolari già prescelti e avrebbe preso il via la selezione di altri quattro giurati, i cosiddetti supplenti, indispensabili per evitare che il processo naufraghi nel nulla se non è sempre presente una giuria completa di almeno dodici persone.
I dodici malcapitati (sì, perché nessuno assolve volentieri questo compito obbligatorio) erano in attesa di essere convocati in aula quando l’avvocatessa della difesa ha inoltrato una richiesta. Il suo cliente, che fino a questo momento si era dichirato not guilty (non colpevole) era pronto a rinunciare al processo e ammettere la sua colpevolezza in cambio di uno sconto sulla pena. Quanti anni di sconto? «Quindici», ha detto Seema Iyers rivolgendosi all’accusa. «Per omicidio di primo grado non possiamo accettare niente di meno di un minimo di 20 anni».
È stato allora il giudice a dire la sua: «Considerati anche gli altri capi d’imputazione non me la sento di accettare nulla sotto ai 25 anni» ha affermato Merchan, precisando che comunque l’accordo viene incontro all’imputato escludendo che le pene siano cumulabili. Il giudice infatti ha accolto che si tratti di un unico crimine con diversi capi d’imputazione e come tale Camara non rimarrà dietro alle sbarre prima per scontare la pena per omicidio, poi quella per stupro e così via fino ad esaurire gli anni per ognuno degli otto capi d’imputazione. A livello pratico significa che Camara rischiava non meno di cinquant’anni di carcere.
Fatti i dovuti conti il quarantaduenne assassino di Rita potrebbe rivedere la libertà all’età di quasi settant’anni. ©RIPRODUZIONE RISERVATA