Strada Palmerini diventa un lago quando piove
Dopo tre giorni senza pioggia c’è ancora un’enorme pozza d’acqua e fango Una residente: «Esco solo a piedi e sono prigioniera in casa, via non transitabile»
MONTESILVANO. Un enorme lago di acqua e fango. Questa la scena che si presenta davanti agli occhi dei residenti di strada vicinale Palmerini, una via che si trova subito dopo l’Oasi dello spirito, in una zona al confine tra Montesilvano e Pescara, ogni volta che piove e anche per molti giorni dopo gli eventi temporaleschi. La conseguenza, per le decine dei residenti che vivono nelle sei palazzine che compongono il piccolo rione, è un continuo disagio. Chi va a piedi resta praticamente prigioniero dentro le quattro mura di casa, a meno che non voglia camminare con acqua e fango fino alle ginocchia. Le alternative due: o munirsi di stivali molto alti o aspettare il passaggio in auto da parte di qualche familiare o vicino. Per moto e scooter anche il transito è di fatto vietato, va meglio per chi utilizza un’automobile, anche se quando piove il livello dell’acqua sale talmente che molti devono fare retromarcia e passare dall’altro lato, dalla strada per Spoltore.
«Io mi muovo solo a piedi», spiega Luciana Giancaterino, «e da una settimana sono praticamente prigioniera in casa con quella pozza di acqua in mezzo alla strada. Da lì non si passa. Abbiamo già mandato foto e lettera al Comune un mese per segnalare questa situazione, ma nessuno si è preoccupato di risolvere questo problema». Ieri, dopo tre giorni senza pioggia, il manto stradale si presentava ancora ai limiti della praticabilità, con addirittura i camion costretti a guadare la pozza a passo d’uomo.
«Oggi, (ieri per chi legge, ndr)», racconta la Giancaterino, «ho chiamato al Comune e mi hanno detto che sarebbero venuti a prosciugare la pozza, ma qui non si è visto nessuno. Una città civile non può essere così, poi però fanno vedere che ricoprono i buchi nelle strade del centro. Sono già diverse volte che segnalo la cosa, e per uscire devo aspettare che qualcuno mi accompagni, altrimenti resto prigioniera dentro casa».
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