PESCARA

Trova 205 milioni dei genitori in lire: costretto a fare causa per cambiarli

7 Febbraio 2025

Loro sono morti per Covid e avevano messo da parte le banconote nella vecchia credenza della cucina

Il figlio costretto ad avviare la causa civile per il cambio forzoso dopo il no della Banca d’Italia

PESCARA. Trova 205 milioni di lire nell’abitazione di Pescara dei genitori defunti, ma non sa che cosa farci, perché la Banca d’Italia non li cambia più in euro. È la storia di un 48enne funzionario di banca costretto ad intraprendere la causa civile per il riconoscimento e quindi il cambio di quel denaro trovato per caso e che per ora lo rende ricco solo sulla carta.

Banconote da 50 e 100mila lire che fanno pensare ai risparmi di una vita messi da parte non sotto il materasso, ma in una credenza della cucina. È lì che Claudio G., di Perugia, li ha trovati con sua grande sorpresa. Salvo poi accorgersi che dietro si celava (per ora) la beffa.

I genitori erano morti per Covid e lui questa estate era andato a sistemare la loro abitazione. Le banconote erano ammucchiate una sopra l’altra, in tutto 205 milioni di lire nella vecchia cucina.

Che cosa farci? Che cosa fare per cambiarle? L'uomo ha inizialmente contattato la Banca d'Italia per chiedere informazioni per effettuare il cambio, ma si è sentito rispondere che non era più possibile perché erano ormai trascorsi dieci anni dall'entrata in circolazione dell'euro (2002).

Voi che cosa fareste con 205 milioni delle vecchie lire in mano, che possono oggi significare ben 106mila euro?

Claudio G. si è affidato a uno studio legale di Roma che si occupa tra le altre cose della conversione lire/euro - per ottenere il cambio forzosamente tramite una richiesta di conversione avanzata davanti al Tribunale ordinario di Roma.

«Puntiamo ad avviare la causa civile», spiega l’avvocato Francesco Di Giovanni, «e confidiamo nella sensibilizzazione della politica in base all’articolo 2935 del codice civile che dice come la prescrizione (in questo caso di dieci anni) scatti in realtà da quando il soggetto può rivalersi dall’acquisizione del diritto e cioé in questo caso da quando ha ritrovato il denaro, ovvero nel 2024».

E quello di Claudio G. non è l’unico caso di soldi trovati in lire. L’avvocato ricorda gli 8 milioni dietro a un quadro a L’Aquila e quando in una cantina di Francavilla furono trovati 14 milioni, ahimé, sempre in lire.