Serie A
Atalanta Roma 0-1: Di Francesco, un calcio alle critiche
Il tecnico abruzzese guida la vittoria a Bergamo grazie all’ex laziale Kolarov: «Cancellate le cattive impressioni di Vigo»
BERGAMO. Alla Roma dell’abruzzese Eusebio Di Francesco bastano ordine tattico e cinismo da big per conquistare il primo successo stagionale.
L’Atalanta sbatte contro una squadra della capitale nel secondo avvio di campionato di fila e soprattutto contro una certa frenesia e per Gasperini restano il possesso palla e le chances dei grandi rimpianti (soprattutto per un palo nel finale): una vittoria buon viatico per il nuovo tecnico giallorosso, dopo l’estate dei dubbi e delle sconfitte in amichevole, per la quale deve ringraziare l’ex laziale Kolarov, rompighiaccio e risolutore con una punizione del match tra l’aspirante outsider-bis e una delle papabili per la rottura del monologo Juve in quota scudetto.
«Dal punto di vista caratteriale abbiamo vinto soffrendo una partita sporca, riuscendo a rimanere corti e compatti». Così Eusebio Di Francesco a fine match, soddisfatto dei tre punti strappati con i denti dalla sua Roma sul campo dell'Atalanta, anche se nel finale non ha nascosto la sua ira per le difficoltà della squadra: uno scatto d’impeto e con un calcio ha rotto il seggiolino della sua panchina. «La squadra ha dimostrato di volere questa vittoria e di saper difendere», prosegue il tecnico giallorosso, «tecnicamente abbiamo difettato un poco in palleggio, sulle palle in uscita e nel lasciare troppo spazio a Gomez, ma l’importante era cancellare le cattive impressioni per la prestazione negativa di Vigo in precampionato». Onore delle armi ai padroni di casa: «L’Atalanta è una squadra molto offensiva e fisica, a Bergamo in molti andranno in difficoltà».
Di Francesco vede ampi margini di miglioramento: «Dobbiamo lavorare sui movimenti e nel fraseggio tra esterni d’attacco e mezze ali, ma siamo partiti col piede giusto».
Amarezza, invece, sul fronte bergamasco: «Non dovevamo saltare su calcio da fermo, la Roma ha costruito il successo sulla punizione di Kolarov dopo aver sfiorato più volte il vantaggio. C’è mancato il gol e questo ci rammarica per lo spessore della nostra prestazione», esordisce Gian Piero Gasperini. L’allenatore nerazzurro non è riuscito a raddrizzare il match nonostante i cambi sul fronte offensivo: «Ilicic è più attaccante rispetto a Kurtic, che tra l’altro ha avuto una grande occasione ma purtroppo col sinistro non riesce proprio a tenerla bassa».
Il leitmotiv dell’Atalanta è il centravanti che non segna: «La staffetta Petagna-Cornelius è una delle soluzioni che abbiamo, ho visto Andrea affaticato. La panchina va utilizzata in caso di necessità».
Gosens non se l’è cavata male al posto del partente Spinazzola (convocato ma nemmeno in tribuna): «Sulle fasce abbiamo altre caratteristiche rispetto alla scorsa stagione», obietta Gasperini, «il paragone va fatto col finale dello scorso campionato. Non possiamo giocare a fotocopia, io ho visto comunque cose positive».
Il tecnico di casa si sforza di vedere il bicchiere mezzo pieno: «Non ho avuto la sensazione di una grande pericolosità degli avversari, quando abbiamo preso gol meritavamo di essere davanti. Ilicic e Hateboer nel finale sono andati vicini al pari, non aver segnato certamente condiziona il giudizio dall'esterno su una partita comunque positiva».
L’Atalanta sbatte contro una squadra della capitale nel secondo avvio di campionato di fila e soprattutto contro una certa frenesia e per Gasperini restano il possesso palla e le chances dei grandi rimpianti (soprattutto per un palo nel finale): una vittoria buon viatico per il nuovo tecnico giallorosso, dopo l’estate dei dubbi e delle sconfitte in amichevole, per la quale deve ringraziare l’ex laziale Kolarov, rompighiaccio e risolutore con una punizione del match tra l’aspirante outsider-bis e una delle papabili per la rottura del monologo Juve in quota scudetto.
«Dal punto di vista caratteriale abbiamo vinto soffrendo una partita sporca, riuscendo a rimanere corti e compatti». Così Eusebio Di Francesco a fine match, soddisfatto dei tre punti strappati con i denti dalla sua Roma sul campo dell'Atalanta, anche se nel finale non ha nascosto la sua ira per le difficoltà della squadra: uno scatto d’impeto e con un calcio ha rotto il seggiolino della sua panchina. «La squadra ha dimostrato di volere questa vittoria e di saper difendere», prosegue il tecnico giallorosso, «tecnicamente abbiamo difettato un poco in palleggio, sulle palle in uscita e nel lasciare troppo spazio a Gomez, ma l’importante era cancellare le cattive impressioni per la prestazione negativa di Vigo in precampionato». Onore delle armi ai padroni di casa: «L’Atalanta è una squadra molto offensiva e fisica, a Bergamo in molti andranno in difficoltà».
Di Francesco vede ampi margini di miglioramento: «Dobbiamo lavorare sui movimenti e nel fraseggio tra esterni d’attacco e mezze ali, ma siamo partiti col piede giusto».
Amarezza, invece, sul fronte bergamasco: «Non dovevamo saltare su calcio da fermo, la Roma ha costruito il successo sulla punizione di Kolarov dopo aver sfiorato più volte il vantaggio. C’è mancato il gol e questo ci rammarica per lo spessore della nostra prestazione», esordisce Gian Piero Gasperini. L’allenatore nerazzurro non è riuscito a raddrizzare il match nonostante i cambi sul fronte offensivo: «Ilicic è più attaccante rispetto a Kurtic, che tra l’altro ha avuto una grande occasione ma purtroppo col sinistro non riesce proprio a tenerla bassa».
Il leitmotiv dell’Atalanta è il centravanti che non segna: «La staffetta Petagna-Cornelius è una delle soluzioni che abbiamo, ho visto Andrea affaticato. La panchina va utilizzata in caso di necessità».
Gosens non se l’è cavata male al posto del partente Spinazzola (convocato ma nemmeno in tribuna): «Sulle fasce abbiamo altre caratteristiche rispetto alla scorsa stagione», obietta Gasperini, «il paragone va fatto col finale dello scorso campionato. Non possiamo giocare a fotocopia, io ho visto comunque cose positive».
Il tecnico di casa si sforza di vedere il bicchiere mezzo pieno: «Non ho avuto la sensazione di una grande pericolosità degli avversari, quando abbiamo preso gol meritavamo di essere davanti. Ilicic e Hateboer nel finale sono andati vicini al pari, non aver segnato certamente condiziona il giudizio dall'esterno su una partita comunque positiva».