Cialente incontra la cordata e chiama Chiodi
L’Aquila, grandi manovre per la successione all’attuale dirigenza ormai invisa alla piazza
L’AQUILA. Una penalizzazione in classifica passata quasi sotto silenzio. L’ennesimo tentativo (stavolta respinto con decisione) di tastare il terreno in città per vedere se c’è ancora del marcio in giro, da queste parti. Un campionato che si sta spegnendo stancamente con un obiettivo pleonastico come quello dei play off (da cui L’Aquila, a oggi, sarebbe fuori per un punto). Un presidente che ormai non si vede più allo stadio, dove pare abbia promesso di non mettere più piede. E dove si fa rappresentare dai dirigenti Fabio Guido Aureli e Angelo Antonio Ranucci. Un sindaco con le valigie pronte cui è finito in mano, tra le altre cose, anche il cerino di cercare una dirigenza nuova per voltare pagina e assicurare una continuità alle tormentate vicende del calcio aquilano.
E Massimo Cialente si è mosso. Ed è entrato in contatto con alcuni imprenditori che costituirebbero una cordata per tentare di scalare i vertici del sodalizio rossoblù. Ma più che mettere in contatto le parti, cosa che tra l’altro è avvenuta, il sindaco non può fare. E così, è probabile che entro questa settimana il primo cittadino si metta in contatto, a sua volta, con il patron Corrado Chiodi per ragguagliarlo sugli ultimi colloqui avuti e per invitarlo a procedere con incontri bilaterali per vedere se ci sono le condizioni per arrivare a una cessione delle quote della srl.
Quel che resta della dirigenza appare, in questa fase, un po’ come quegli ultimi giapponesi nascosti nella giungla (del resto, la canzone che si sentiva allo stadio nell’era Battisti-Morgia era proprio Welcome to the Jungle). In molti, insomma, sembrano non volersi arrendere all’evidenza che la guerra è finita. I tifosi chiedono che Chiodi faccia una resa senza condizioni. La società pare disponibile a farsi da parte, ma sempre tenendo il pallino in mano. In ogni caso, la questione della cessione è roba da segrete stanze. Dunque in città cresce il malumore, anche per la necessità di programmare il futuro senza perdere altro tempo. In questo contesto il discorso tecnico passa inevitabilmente in secondo piano. Anche se nei confronti di Battistini e del suo manipolo di irriducibili, tra cui tanti giovani, cresce di giorno in giorno un clima di simpatia.
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