DOPO LA VITTORIA DELLA COPPA ITALIA
Giampaolo Ricci orgoglio teatino dell'Italia sotto canestro
L'ala della Vanoli Cremona: "Un trofeo che dedico alla mia famiglia"
CHIETI. Magic moment per Giampaolo Ricci. E per quanti gli vogliono bene. Che sono davvero tanti e hanno gioito con lui per la vittoria della Vanoli Cremona nella finale di coppa Italia, disputata al Nelson Mandela Forum di Firenze, ottenuta superando in rapida successione la Virtus Bologna ed il Brindisi. Finale della quale il ventisettenne cestista teatino è stato tra i protagonisti in assoluto, premiato come miglior rimbalzista e miglior difensore della manifestazione.
Appena il tempo di rispondere ad una valanga di messaggi e telefonate e subito di nuovo sul parquet con la Nazionale azzurra che sta preparando a Varese le due gare contro Ungheria e Lettonia che dovrebbero aprire alla formazione guidata da Meo Sacchetti le porte ai Mondiali di settembre in Cina. «Ringrazio tutti per l’affetto e la mia squadra per avermi regalato una simile emozione. Un pensiero alla mia famiglia, che c’è sempre stata, e in particolare a mio fratello Pier Bruno. Ero in stazione e, leggendo il suo messaggio, mi ha fatto emozionare in mezzo a duecento persone. Meno male che avevo gli occhiali da sole». La simpatia e la semplicità di Giampaolo Ricci è tutta qui. L’affetto del fratello Pier Bruno, apprezzato biologo che da anni studia e lavora a Parigi, è racchiuso in una strepitosa analisi di quella che può essere la vita di un giocatore di basket, sospesa tra delusioni e successi con palloni che non vogliono entrare dopo una settimana di allenamenti nella quale tutto sembrava andare per il meglio. Sacrifici, tanti sacrifici, delusioni, gomitate sotto canestro, la tentazione di mollare e poi di nuovo la voglia di ricominciare dare il massimo. «Il massimo», scrive Pier Bruno «è non dubitare mai di potercela fare. È farsi rimbalzare addosso le critiche. È sognare in grande e tenersi aggrappati a quei sogni. Alla fine, vince solo chi ha dato il massimo ogni giorno. Il massimo è mio fratello Pippo Ricci che, dopo serie C, serie B, e serie A2, ha ora vinto la Coppa Italia di serie A». Sintesi della carriera di un giovane cestista il cui talento si è evidenziato con il passare del tempo, attraverso il duro lavoro in palestra. Dalle giovanili di Cesidio di Masso a Chieti alla Stella Azzurra Roma, quindi Verona, Tortona e, appunto, Cremona, con diverse esperienze nell’ambiente azzurro. Diverse le categorie e un crescendo di rendimento accompagnato dall’affetto che ovunque ha sempre circondato Giampaolo. Per la serietà, applicazione ed una gran voglia di non deludere se stesso, la sua famiglia e quanti credono in lui. In campo e fuori. Una famiglia di sportivi con papà Francesco, già sindaco di Chieti, e mamma Marisa buoni giocatori di basket, arrivano in video su Facebook anche i complimenti della sorella Maria Irene che gioca a pallavolo in serie B1 con l’Altino, poi tanti messaggi dagli amici di sempre e da quanti non possono non provare simpatia per un ragazzo che sa coniugare alla semplicità una incredibile determinazione.
Giuseppe Rendine
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Appena il tempo di rispondere ad una valanga di messaggi e telefonate e subito di nuovo sul parquet con la Nazionale azzurra che sta preparando a Varese le due gare contro Ungheria e Lettonia che dovrebbero aprire alla formazione guidata da Meo Sacchetti le porte ai Mondiali di settembre in Cina. «Ringrazio tutti per l’affetto e la mia squadra per avermi regalato una simile emozione. Un pensiero alla mia famiglia, che c’è sempre stata, e in particolare a mio fratello Pier Bruno. Ero in stazione e, leggendo il suo messaggio, mi ha fatto emozionare in mezzo a duecento persone. Meno male che avevo gli occhiali da sole». La simpatia e la semplicità di Giampaolo Ricci è tutta qui. L’affetto del fratello Pier Bruno, apprezzato biologo che da anni studia e lavora a Parigi, è racchiuso in una strepitosa analisi di quella che può essere la vita di un giocatore di basket, sospesa tra delusioni e successi con palloni che non vogliono entrare dopo una settimana di allenamenti nella quale tutto sembrava andare per il meglio. Sacrifici, tanti sacrifici, delusioni, gomitate sotto canestro, la tentazione di mollare e poi di nuovo la voglia di ricominciare dare il massimo. «Il massimo», scrive Pier Bruno «è non dubitare mai di potercela fare. È farsi rimbalzare addosso le critiche. È sognare in grande e tenersi aggrappati a quei sogni. Alla fine, vince solo chi ha dato il massimo ogni giorno. Il massimo è mio fratello Pippo Ricci che, dopo serie C, serie B, e serie A2, ha ora vinto la Coppa Italia di serie A». Sintesi della carriera di un giovane cestista il cui talento si è evidenziato con il passare del tempo, attraverso il duro lavoro in palestra. Dalle giovanili di Cesidio di Masso a Chieti alla Stella Azzurra Roma, quindi Verona, Tortona e, appunto, Cremona, con diverse esperienze nell’ambiente azzurro. Diverse le categorie e un crescendo di rendimento accompagnato dall’affetto che ovunque ha sempre circondato Giampaolo. Per la serietà, applicazione ed una gran voglia di non deludere se stesso, la sua famiglia e quanti credono in lui. In campo e fuori. Una famiglia di sportivi con papà Francesco, già sindaco di Chieti, e mamma Marisa buoni giocatori di basket, arrivano in video su Facebook anche i complimenti della sorella Maria Irene che gioca a pallavolo in serie B1 con l’Altino, poi tanti messaggi dagli amici di sempre e da quanti non possono non provare simpatia per un ragazzo che sa coniugare alla semplicità una incredibile determinazione.
Giuseppe Rendine
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