Serie A

Il commentone della 34esima giornata di Serie A

28 Aprile 2025

Cade l'Inter, il Napoli ora è a +3! Vincono tutte in zona europea, mentre per la salvezza il Lecce ottiene un punto d'oro a Bergamo, nella partita della protesta giallorossa. Il Como, con 4 giornate di anticipo, è salvo

Como vs Genoa

La trentaquattresima giornata si gioca tra domenica e lunedì, a causa del rinvio delle partite del sabato per via dei funerali del Papa e del rinvio di Atalanta-Lecce per la triste scomparsa di Graziano Fiorita, fisioterapista giallorosso. Aprono la giornata le sfide Como-Genoa e Venezia-Milan. Como e Genoa giocano una partita a ritmi modesti, entrambe a 39 punti in classifica e al sicuro dall’eventualità della retrocessione. All’inizio il match è bello e divertente con azioni da ambedue le parti: prima Kassa si divora il gol da pochi passi, poi Ikoné sfiora di poco il palo. Ma la chance più grande avviene al 28’, sui piedi del giovanissimo Ahanor: il classe 2008 si ritrova la sfera tra i piedi dopo un errore di Butez e, da posizione defilatissima, colpisce il palo. Era quasi impossibile segnare, ma il 17enne fa spaventare e non poco la retroguardia biancoblu. La ripresa è molto meno entusiasmante, con una sola opportunità, decisiva perché sblocca la gara: è il 58’ e Nico Paz guida il contropiede, poi decide di passarla lateralmente a Cutrone. L’ex Milan se la porta avanti, aspetta l’inserimento di Strefezza e lo serve perfettamente sulla corsa, chiudendo l’azione con la rete. Il quarto gol in campionato di Gabriel Strefezza regala la decima, storica salvezza al proprio club.

Venezia vs Milan

Venezia e Milan si affrontano nell’altro match dell’ora di pranzo. Il Diavolo, galvanizzato dalla larga vittoria in Coppa Italia contro l’Inter, che gli permette di accedere alla finale, parte fortissimo e la sblocca dopo appena 5 minuti: Jiménez recupera sulla trequarti, serve Fofana che di prima imbuca per Pulisic. Capitan America non sbaglia da posizione ravvicinata e sigla il 25esimo contributo tra gol e assist in stagione. La formazione di Di Francesco però non si fa intimorire dalla rete subita in apertura e prova a ristabilire l’equilibrio, andandoci vicino in più di una circostanza: Yeboah è l’uomo più pericoloso assieme a Nicolussi Caviglia, ma più di un tentativo si spegne sul fondo. La chance più pericolosa è il gol annullato per fuorigioco, tramite l’ausilio del var, a Yeboah: il 10 arancioneroverde spedisce alle spalle di Maignan un cross basso e teso di Haps, ma una precedente posizione di offside di Busio strozza in gola l’urlo di gioia lagunare. Nel secondo tempo non cambia il canovaccio tattico del match, con il Venezia che prova anche ad alzare i giri del motore e cerca di mettere in difficoltà Maignan e compagni, ma senza successo. Anzi, nell’ultima azione della gara, i rossoneri riescono anche a chiudere i giochi: Reijnders lancia in profondità Giménez, che scavalca Radu con un delizioso tocco sotto. Nonostante il pessimo ingresso (subentrato al 64’ al posto di Abraham), con ben 2 passaggi sbagliati e solo 4 riusciti e 6 possessi persi, il messicano ha messo in cassaforte i 3 punti con gran cinismo. Si fa sempre più dura per i Leoni Alati, che occupano momentaneamente la terzultima posizione in classifica a sole 4 partite dal traguardo.

Fiorentina vs Empoli

Alle 15 si giocano Fiorentina-Empoli e Inter-Roma. Il derby toscano è ricco di gol e occasioni. La sblocca subito la viola, al 6’, con Adli che conclude nel migliore dei modi una manovra avvolgente: gioco a tre tra Mandragora, Beltran e Gudmundsson, con l’islandese che regala al centrocampista ex Milan un cioccolatino solo da scartare. Non funziona la trappola del fuorigioco azzurra e Adli si ritrova solo contro Vasquez, che trafigge con un bel piazzato. Gran gol dei gigliati, che al 25’ raddoppiano con una vera e propria magia: ancora un indemoniato Adli semina il panico sulla fascia, poi serve Folorunsho che gliela restituisce. Dal destro del numero 29 parte un bel traversone per Mandragora, che addomestica di destro e, in una frazione di secondo, scaraventa in porta in rovesciata. Rete strepitosa, la migliore per distacco del weekend e una delle più belle dell’intero campionato. Nella seconda frazione di gara l’Empoli prova a rientrare in partita e a rendere il resto del match più avvincente e imprevedibile e ci riesce al 57’: Goglichidze recupera in zona pericolosa e poi crossa al centro dell’area, con il pallone che sfila dietro gran parte dei giocatori di entrambe le squadre ma è perfetto per Fazzini, che di potenza batte De Gea e sigla il secondo gol del suo campionato, nonché il secondo gol consecutivo. Nella mezz’ora abbondante ancora da giocare la squadra di D’Aversa mette in campo gran ferocia agonistica, che si nota soprattutto dall’intensità dei contrasti, e gran voglia, che però non si tramuta in occasioni pericolose. Dopo poco più di tre anni la Fiorentina torna a vincere un derby, regalandosi il settimo posto in attesa della Lazio; l’Empoli invece resta a pari punti con il Venezia, a -2 dal Lecce.

Inter vs Roma

A San Siro l’Inter ospita la Roma, reduce da ben 17 partite consecutive da imbattuta, l’unica assieme al Barcellona, prossimo avversario dei nerazzurri, a non aver ancora perso nel 2025. La Magica inizia sicuramente meglio, pressando alto il Biscione e impedendogli di svolgere il solito palleggio. I giallorossi sfiorano il gol al 20’ con Koné e poi lo trovano appena 2 minuti dopo con un’azione fotocopia: Soulè punta a testa bassa Dimarco, Barella lo raddoppia ma l’argentino scarica al limite per un centrocampista. Se la prima conclusione di Koné termina appena a lato, la seconda conclusione di Pellegrini favorisce l’1-0: il tiro del capitano romanista viene respinto da Carlos Augusto, ma poi un rimpallo tra Darmian e Shomurodov diventa buono per Soulè, che infila Sommer da pochi metri. Risultato meritato, che può diventare più pesante nei 5 minuti a seguire: prima Cristante spreca un buon suggerimento di Pellegrini, poi Shomurodov sbaglia un gol già fatto, per demerito suo e per merito di una gran scivolata di Augusto, provvidenziale a salvare la porta sguarnita. Nel secondo tempo la squadra di Inzaghi lavora meglio il pallone, specie nei primi minuti, ma la stanchezza è enorme e si vede. Non si registrano particolari occasioni se non quella di Barella al 67’, che dal limite dell’area piccola fallisce clamorosamente. Infine, da segnalare anche un contrasto in area giallorossa all’89’, con protagonisti Bisseck e Ndicka: sulla sponda di Arnautovic, il difensore tedesco prova a ribadire in rete ma non senza riuscirci, anche a causa della trattenuta dell’ex Francoforte. Episodio decisamente al limite, sul quale si è deciso di confermare la decisione di campo, anche se i dubbi restano. Dopo oltre 13 anni, da febbraio 2012, l’Inter torna a perdere per la terza volta di fila senza segnare. Record negativo per i nerazzurri, sulla cui panchina all’epoca sedeva l’attuale tecnico giallorosso, Ranieri. Incredibile ciò che ha fatto Sir Claudio da quando è tornato a Roma, portando la sua squadra dalla zona retrocessione alla zona europea. Però bisogna anche soffermarsi un po’ sulla squadra di Inzaghi: l’Inter è protagonista di una grande annata, ma a fine anno potrebbe arrivare a mani vuote. Sembra paradossale per il cammino intrapreso in campionato e Champions, ma potrebbe diventare realtà. Al momento la società di Via della Liberazione è prima in campionato a pari punti con il Napoli, che però potrebbe mettere la freccia nella gara delle 20.45 contro il Torino, è in semifinale di Champions con il Barcellona ed è appena uscita, malamente, dalla Coppa Italia. L’ultima settimana è stata disastrosa e ciò che più preoccupa è la forma fisica e mentale: i nerazzurri appaiono stremati e, nel momento in cui si collezionano i titoli da mettere in bacheca, non è certamente un dettaglio.

Juventus vs Monza

In casa della Juve arriva il Monza, la cui retrocessione è ormai solo una formalità. Succede tutto nel primo tempo, e quanti colpi di scena! I bianconeri sbloccano subito la partita, all’11’: Veiga appoggia per Nico Gonzalez, che si accentra e fa partire un missile dai 20 metri, imparabile per Turati. Quarto gol stagionale per l’argentino, che alla prima annata con la Vecchia Signora ha sicuramente deluso. Al 23’ Kolo Muani spreca una gigantesca palla gol solo davanti al portiere, ma solo 10 minuti dopo si fa perdonare: cavalcata travolgente di Thuram, che porta a spasso ben 3 maglie biancorosse e poi serve il connazionale, bravo stavolta a vincere il duello con l’estremo difensore brianzolo. Nel recupero della prima metà di gara, però, viene rovinata la festa juventina: Bianco affronta Yildiz, che scarica alle spalle per Cambiaso e subisce la carica dall’avversario. Il fantasista turco non percepisce l’intervento come un normale scontro di gioco e allora reagisce alla provocazione, rifilando una gomitata in volto al 2002. L’arbitro Perenzoni viene richiamato al monitor e punisce la sbracciata del “diez” con il cartellino rosso, che implica la squalifica per il prossimo turno di campionato. È un’espulsione pesantissima, perché priverà la Juve del suo gioiello nello scontro diretto contro il Bologna. Nella ripresa, niente di particolare da segnalare, se non un Monza che prova comunque a non sfigurare. In attesa del Bologna, gli uomini di Tudor agganciano momentaneamente il quarto posto.

Atalanta vs Lecce

Alle 20.45 Atalanta e Napoli affrontano rispettivamente Lecce e Torino. La sfida tra Atalanta e Lecce è la più contestata della 34esima giornata. Non per ciò che succede in campo ma per gli avvenimenti extracampo. Nella notte di giovedì ha perso la vita Graziano Fiorita, da oltre venti anni nello staff sanitario giallorosso in qualità di fisioterapista. Ciò che è surreale riguarda il rinvio della partita, inizialmente prevista per il 25/04 e spostata al 27/04. Nello stesso fine settimana del rinvio di 3 partite per i funerali del Papa, è incredibile di come invece non si sia assolutamente pensato al Lecce, che ha perso un componente dello staff, un uomo, un marito, un amico. Non si vuole sminuire la figura di Papa Francesco, solo che quasi contemporaneamente c’è stata una perdita che ha toccato ancora più da vicino una squadra ed è priva di ogni logica la scelta di rimandare la partita di soli 2 giorni. La Lega Calcio dovrà assolutamente dare spiegazioni a riguardo, anche perché di contro si sono schierate entrambe le formazioni, sia quella nerazzurra che quella salentina. Prima dell’inizio della partita c’è stato un commovente minuto di raccoglimento, accompagnato dagli applausi di tutto lo stadio, con dei fiori poggiati a bordo campo. Nel settore ospiti, deserto, regnava la presenza di un fiocco nero e accanto una maglia del Lecce nera, la maglia che indossano i preparatori atletici. La curva atalantina va detto che ha rispettato il sacro momento degli avversari e si è unito al dolore, praticando lo sciopero del tifo per 90 minuti, fatta eccezione per un coro contro la Lega Calcio al 20’, seguito dal lancio di fumogeni sul prato del Gewiss Stadium. Inoltre, è significativa anche la maglia scelta per scendere in campo, una divisa bianca senza stemma, con un fiocco nero all’altezza del cuore e la scritta “Nessun valore Nessun colore”. Insomma, il clima è veramente inverosimile, assolutamente non festoso come dovrebbe sempre essere. Era giusto contestualizzare il tutto, ora passiamo alle questioni di campo. La partita è decisa da due episodi, che portano a due calci di rigore. Il primo è nel primo tempo, per i giallorossi, al 29’: mano di Hien, rigore ineccepibile. Dal dischetto Karlsson è glaciale, spiazza Carnesecchi e porta in vantaggio la squadra di Giampaolo. Commovente l’esultanza dello svedese, che come prevedibile è dedicata a Fiorita, tra gli occhi lucidi di compagni e staff. Nel secondo tempo, anche alla Dea viene concesso un penalty, stavolta per fallo proprio di Karlsson su Cuadrado, bravissimo a disorientare l’avversario con le finte. Dagli 11 metri Retegui calcia un rigore identico a quello leccese e sale a quota 24 in Serie A. Passano appena 2 minuti e, al 71’, il capocannoniere italo-argentino sfiora la doppietta e il gol-rimonta, ma scheggia il palo su cross di Zappacosta. Non ci sono più emozioni e il match termina così sull’1-1. La Dea resta terza in classifica mentre il Lecce aumenta il distacco con la zona retrocessione, portandosi a +2 da Venezia ed Empoli. Prova di forza meravigliosa di Baschirotto e compagni, che sicuramente giocheranno le ultime partite con il fuoco dentro per mantenere la categoria e non solo.

Napoli vs Torino

Il Napoli sfida il Torino per conquistare la vetta in solitaria della classifica, alla luce del risultato maturato nel pomeriggio che ha visto l’Inter perdere per 1-0 in casa contro la Roma. I partenopei partono fortissimo, sentono il profumo di scudetto e mettono la partita in discesa dopo appena 7 minuti: imbucata di Di Lorenzo per il movimento di Anguissa, alle spalle del centrocampo granata, che di prima mette a rimorchio per l’accorrente Scott McTominay. Lo scozzese sfrutta l’ottima opportunità, bucando Milinkovic-Savic anche grazie alla deviazione decisiva di Coco. Il Toro allora cerca di prendere sempre più campo, ma senza grande lucidità e senza fluidità di manovra. Si sente particolarmente l’assenza di Ricci, che per buona parte dei primi 45 minuti è però sostituita da un ottimo Linetty, il più vivace dei suoi. Ma gli azzurri sono ferocissimi e, in chiusura di primo tempo, mettono il risultato in cassaforte: azione molto simile a quella del primo gol, solo che stavolta sulla fascia destra c’è Politano, che punta Biraghi e mette in mezzo ancora per McTominay, che sigla la seconda doppietta di fila davanti al suo pubblico e il quinto gol in tre partite. Infermabile l’ex United, che con le reti di oggi raggiunge quota 11 in campionato. Numeri mostruosi per un centrocampista, anche e soprattutto perché è al primo anno in Italia. Lo scozzese non ha avuto bisogno di ambientarsi, è partito subito a mille e ha anche portato tanti punti pesanti alla capolista, che si gode il primato. Nella ripresa, Conte sceglie una tattica di conservazione, improntata sul possesso palla a ritmi blandi per evitare di trascorrere un finale concitato. Anzi, è proprio il Napoli a sfiorare il 3-0, con Billing, subentrato al dolorante Anguissa: Spinazzola semina il panico sull’out mancino e poi crossa per il danese, che centra in pieno la traversa. Il primo posto lo ottiene la squadra che non solo ne ha di più arrivati a questo punto dell’anno, dal punto di vista fisico ma soprattutto mentale, ma anche la squadra che ha più voluto essere in quella posizione di classifica.

Chiudono la 34esima giornata i posticipi Udinese-Bologna, Lazio-Parma e Verona-Cagliari, sfide fondamentali per le zone salvezza ed Europa.