Il Pescara va a caccia di nuovi soci
L’obiettivo è rimpiazzare il gruppo Sebastiani che non ricapitalizzerà.
PESCARA. Il caos societario continua nel bel mezzo della settimana che porta all’ultima gara dell’anno, a Rimini. Ieri è stata spostata anche l’assemblea plenaria dei soci prevista per lunedì prossimo. La nuova data è quella del 27 dicembre, quando materialmente verrà sancita la ricapitalizzazione del club biancazzurro. Bisogna subito mettere dentro le casse del sodalizio una cifra di poco inferiore ai due milioni di euro. Daniele Sebastiani e soci a lui vicini (Di Tieri, Acciavatti, Di Cosimo e Pirocchi) hanno ribadito mercoledì la volontà di non fare l’aumento di capitale, uscendo di scena dagli assetti societari. De Cecco nelle ultime ore si è lasciato anche andare con alcune dichiarazione dettate dall’emotività, minacciando di portare i libri in tribunale, visto che il gruppo Sebastiani non intende ricapitalizzare le proprie quote.
L’ipotesi del fallimento è davvero poco percorribile, perché il 70% delle quote detenute da Peppe De Cecco e Co. sono state già ricapitalizzate ed è impensabile che certi imprenditori di rango si vadano ad impelagare nelle procedure fallimentari. Ad avvalorare questa tesi è arrivata anche la rassicurazione del commercialista del Pescara, Nunzio Paternò: «Il fallimento del club è da escludere, perché ci sono imprenditori troppo importanti per tirare in ballo lo spauracchio del fallimento».
Paternò si mostra anche fiducioso in merito agli scenari futuri. «Io sono fiducioso circa un ripensamento dei soci che hanno deciso di non continuare l’avventura nel Pescara. Spero che la frattura si riponga». La speranza è di molti che il tutto si risolva nella maniera più indolore possibile. Sebastiani, però, ha fatto sapere che non tornerà indietro. L’unica speranza è che da qui al 27 dicembre qualcosa si muova tra le 13 anime che compongono la società. A proposito dell’assemblea, bisogna dire che è stata spostata per un vizio di forma. Ovvero, visto che per il 21 è impossibile trovare una soluzione, ne è stata convocata un’altra che deve essere annunciata con almeno 8 giorni d’anticipo.
Calcolando che di mezzo ci sono le feste natalizie il primo giorno utile è il 27 dicembre. Nonostante la speranza che viene covata per risolvere il problema con il gruppo dei “dissidenti”, De Cecco, Edmondo e Caldora si stanno muovendo per trovare nuovi soci disposti ad entrare. L’ex presidente Angelo Renzetti ieri si è sentito al telefono con De Cecco e si è detto pronto ad acquisire il 10% delle azioni. A Renzetti è stato proposto di assorbire una fetta più grande della società (il 15%), ma per il momento l’italosvizzero si è preso qualche giorno di tempo per studiare le carte, bilanci e statuto insieme ad un legale di fiducia.
Resta in piedi anche la pista che porta alla famiglia Barbarossa proprietaria della catena di negozi Acqua&Sapone. Il contatto è stato creato e nelle prossime ore ci dovrebbe essere un incontro. Un’altra soluzione è fatta in casa, visto che Maurizio Edmondo sta provando a convincere il socio in affari Gaetano Berghella, socio dell’Edilizia 2000, che controlla già il 10% delle quote.
Ieri Berghella si è incontrato con Paternò per capire meglio la situazione finanziaria del Pescara.
L’ipotesi del fallimento è davvero poco percorribile, perché il 70% delle quote detenute da Peppe De Cecco e Co. sono state già ricapitalizzate ed è impensabile che certi imprenditori di rango si vadano ad impelagare nelle procedure fallimentari. Ad avvalorare questa tesi è arrivata anche la rassicurazione del commercialista del Pescara, Nunzio Paternò: «Il fallimento del club è da escludere, perché ci sono imprenditori troppo importanti per tirare in ballo lo spauracchio del fallimento».
Paternò si mostra anche fiducioso in merito agli scenari futuri. «Io sono fiducioso circa un ripensamento dei soci che hanno deciso di non continuare l’avventura nel Pescara. Spero che la frattura si riponga». La speranza è di molti che il tutto si risolva nella maniera più indolore possibile. Sebastiani, però, ha fatto sapere che non tornerà indietro. L’unica speranza è che da qui al 27 dicembre qualcosa si muova tra le 13 anime che compongono la società. A proposito dell’assemblea, bisogna dire che è stata spostata per un vizio di forma. Ovvero, visto che per il 21 è impossibile trovare una soluzione, ne è stata convocata un’altra che deve essere annunciata con almeno 8 giorni d’anticipo.
Calcolando che di mezzo ci sono le feste natalizie il primo giorno utile è il 27 dicembre. Nonostante la speranza che viene covata per risolvere il problema con il gruppo dei “dissidenti”, De Cecco, Edmondo e Caldora si stanno muovendo per trovare nuovi soci disposti ad entrare. L’ex presidente Angelo Renzetti ieri si è sentito al telefono con De Cecco e si è detto pronto ad acquisire il 10% delle azioni. A Renzetti è stato proposto di assorbire una fetta più grande della società (il 15%), ma per il momento l’italosvizzero si è preso qualche giorno di tempo per studiare le carte, bilanci e statuto insieme ad un legale di fiducia.
Resta in piedi anche la pista che porta alla famiglia Barbarossa proprietaria della catena di negozi Acqua&Sapone. Il contatto è stato creato e nelle prossime ore ci dovrebbe essere un incontro. Un’altra soluzione è fatta in casa, visto che Maurizio Edmondo sta provando a convincere il socio in affari Gaetano Berghella, socio dell’Edilizia 2000, che controlla già il 10% delle quote.
Ieri Berghella si è incontrato con Paternò per capire meglio la situazione finanziaria del Pescara.