Moggi accusa Collina e Carraro
L’ex dg della Juve parla di un colloquio riservato dell’arbitro con Galliani.
NAPOLI. Franco Carraro e Pierluigi Collina, perché non sono qui, sul banco degli imputati come me? E’ stato questo il senso delle dichiarazioni spontanee rese da Luciano Moggi all’inizio dell’udienza, davanti alla nona sezione penale, collegio A, del tribunale di Napoli dove é in corso il processo Calciopoli che vede l’ex dg della Juventus Moggi indagato insieme ad altre 24 persone. Moggi, nell’atto di accusa dei pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci é indicato come il promotore di un’associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Leggendo «le intercettazioni - ha detto Moggi in aula - si trova una telefonata di Collina il quale dice al dirigente del Milan Meani che avrebbe voluto parlare con il presidente della Lega Galliani allora anche vice presidente del Milan. Il tenore della telefonata era più o meno questo: «Vorrei parlare con Galliani però dovremmo arrivare al tuo ristorante in un giorno di chiusura a mezzanotte perché possa entrare dalla porta di dietro affinché non mi veda nessuno».
Questa intercettazione non é stata inserita nel processo e addirittura Collina oggi é il designatore capo degli arbitri. Mi domando e vi domando: se un arbitro in attività può fare una cosa del genere e se effettivamente come ha detto incontrare Galliani per un discorso esclusivamente per il futuro della sua carriera non poteva farlo nelle sedi opportune della Lega dove Galliani era presidente evitando il giorno di chiusura del ristorante, la mezzanotte e la porta sul retro per non farsi vedere? Signor presidente a pensare male si fa presto ma spesso si indovina». Poi Moggi ha tirato in ballo Franco Carraro, all’epoca presidente della Figc. «Sono stato anche accusato - ha detto l’ex dg bianconero - di aver fatto retrocedere il Bologna, quando poi si va a leggere di un’intercettazione dell’allora presidente federale Franco Carraro nella quale dice al designatore Paolo Bergamo che bisogna aiutare Lazio e Fiorentina a evitare la retrocessione.
Guarda caso retrocedono Bologna e Brescia e si salvano Lazio e Fiorentina. L’intercettazione del presidente della Figc passa inosservata». Carraro é stato prosciolto da ogni addebito con sentenza della Corte di Cassazione da Calciopoli. Collina non é stato mai iscritto nel registro degli indagati. Moggi si é poi lamentato del trattamento che ha subito rispetto ad altri e in particolare del dirigente del Milan Leonardo Meani che, a detta del teste Manfredi Martino, ascoltato in aula il 6 novembre scorso, riceveva gli sms con i nomi degli arbitri assegnati ai rossoneri anche 20 minuti prima di Moggi. «Martino - ha detto Moggi nella sua dichiarazione spontanea - lo trovo qui come testimone e non come imputato».
Questa intercettazione non é stata inserita nel processo e addirittura Collina oggi é il designatore capo degli arbitri. Mi domando e vi domando: se un arbitro in attività può fare una cosa del genere e se effettivamente come ha detto incontrare Galliani per un discorso esclusivamente per il futuro della sua carriera non poteva farlo nelle sedi opportune della Lega dove Galliani era presidente evitando il giorno di chiusura del ristorante, la mezzanotte e la porta sul retro per non farsi vedere? Signor presidente a pensare male si fa presto ma spesso si indovina». Poi Moggi ha tirato in ballo Franco Carraro, all’epoca presidente della Figc. «Sono stato anche accusato - ha detto l’ex dg bianconero - di aver fatto retrocedere il Bologna, quando poi si va a leggere di un’intercettazione dell’allora presidente federale Franco Carraro nella quale dice al designatore Paolo Bergamo che bisogna aiutare Lazio e Fiorentina a evitare la retrocessione.
Guarda caso retrocedono Bologna e Brescia e si salvano Lazio e Fiorentina. L’intercettazione del presidente della Figc passa inosservata». Carraro é stato prosciolto da ogni addebito con sentenza della Corte di Cassazione da Calciopoli. Collina non é stato mai iscritto nel registro degli indagati. Moggi si é poi lamentato del trattamento che ha subito rispetto ad altri e in particolare del dirigente del Milan Leonardo Meani che, a detta del teste Manfredi Martino, ascoltato in aula il 6 novembre scorso, riceveva gli sms con i nomi degli arbitri assegnati ai rossoneri anche 20 minuti prima di Moggi. «Martino - ha detto Moggi nella sua dichiarazione spontanea - lo trovo qui come testimone e non come imputato».