Sebastiani non ci sta «È un verdetto ingiusto»
Il presidente contesta la penalizzazione: noi puliti, ricorreremo fino al Coni Anche il sindaco deluso: atto sproporzionato rispetto ad altri episodi
PESCARA. La sentenza ha lasciato di nuovo perplessi in casa biancazzurra. La speranza di essere assolti si è disintegrata. La commissione ha confermato i 2 punti di penalizzazione per il Pescara chiesti dalla procura federale e pure i tre anni di squalifica a Gianluca Nicco, nell’ultima stagione in prestito al Frosinone, in Prima divisione. Per il giocatore si tratta del minimo della pena, ma l’imputazione era la più grave prevista dal codice di giustizia sportiva, illecito, per cui l’unico modo per avere una riduzione sta nell’assoluzione o nella derubricazione dell’accusa in omessa denuncia. In questo secondo caso anche la società avrebbe immediati e forti benefici. In pratica potrebbe cavarsela non una multa, neppure troppo esosa. E non è detto che nei processi d’appello l’ipotesi subordinata non entri nella strategia .
«Non sono assolutamente d'accordo sulla penalizzazione di due punti, mi aspettavo il proscioglimento pieno», ha commentato il presidente del Pescara, Daniele Sebastiani. «Andremo oltre in tutti i gradi di giudizio, fino al Coni. La Commissione ha confermato quanto la Procura aveva richiesto, a livello di accusa». E sulla responsabilità oggettiva del club, tanto discussa in questi giorni da quasi tutte le società, il numero uno del Delfino è stato perentorio: «Non siamo d'accordo. Sulla base di una dichiarazione di Gervasoni che aveva chiesto ad un giocatore di far vincere la gara al Piacenza, un nostro tesserato (Nicco, ndr) che neppure giocava è finito nel mezzo. Quindi in questa fase la linea è di dare credito a chi ha confessato, nei vari gradi di giudizio si stabilirà se questa è una cosa giusta o meno. La squalifica a Nicco? Mi sembra un'assurdità. Pensare che chi lo accusa prende 3 mesi e lui 3 anni è una cosa incredibile. Noi crediamo nella nostra e nella sua innocenza».
Partire da -2 nella prossima stagione in serie A complica ancora di più la situazione. «Non cambia niente. Sono punti che si possono recuperare in una partita», replica il presidente biancazzurro, «ma naturalmente è una cosa che non possiamo accettare. Ci lascia dispiaciuti, ed è chiaro che imposteremo la difesa nei processi di appello su cosa è realmente successo. Io sono convinto che ne usciremo alla grande. Ripeto, non ci aspettavamo questa decisione. Ci aspettavamo di essere prosciolti. Evidentemente in questa prima fase dell'inchiesta i giudici sportivi hanno voluto dare forza alla versione dell'accusa. Noi non siamo spaventati e andremo avanti. Inoltreremo subito appello», conferma il Numero uno della società pescarese, «perché siamo convinti, ancora più di ieri, di non avere fatto nulla di censurabile. Siamo con la coscienza a posto, totalmente estranei ai fatti di cui si occupa questa inchiesta, e decisi a far valere tutti i nostri diritti, se servirà fino all'ultimo grado di giudizio».
Anche il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, è profondamente deluso dai punti di penalizzazione. «Si tratta di un atto profondamente ingiusto e sicuramente sproporzionato rispetto a ben altri episodi», ha sottolineato il primo cittadino, «fortunatamente è solo il primo grado di giudizio. Mi aspetto che il provvedimento venga annullato, visto che anche la giustizia sportiva prevede altri due gradi di giudizio».
La battaglia va avanti. La difesa conta ancora di far annullare la penalità, o ridurla il più possibile.
Luigi Di Marzio
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