Alpinisti morti, nuovo esposto dei familiari sui soccorsi e le condizioni di sicurezza

Si vuole capire se sul Gran Sasso, quel giorno, ci fossero le condizioni sufficienti per consentire il libero accesso in quota anche a fronte dell’allerta meteo diramata dalla Protezione civile
TERAMO. C’è un nuovo esposto in Procura, ad integrazione di quello dei mesi scorsi, presentato dai familiari del 42enne Luca Perazzini e del 48enne Cristian Gualdi, i due alpinisti riminesi che a dicembre sono morti sul versante aquilano del Gran Sasso dopo essere rimasti bloccati da una forte ondata di maltempo che ha ritardato anche l’intervento dei soccorsi.
L’integrazione dell’esposto riguarda l’eventuale utilizzo di un mezzo dell’aeronautica militare per i soccorsi dei due. I familiari sono assistiti dagli avvocati Francesca Giovannetti e Luca Greco di Rimini. Dopo il primo esposto la Procura teramana (pm titolare del fascicolo Laura Colica) ha aperto un’inchiesta senza indagati che è in corso tra interrogatori di persone informate sui fatti e acquisizione di documentazione.
L’esposto, già annunciato dai familiari nei giorni successivi alla tragedia, nasce dal presupposto di voler comprendere se sul Gran Sasso, nel giorno in cui due alpinisti arrivarono, ci fossero le condizioni sufficienti per consentire il libero accesso in quota anche a fronte dell’allerta meteo che era stata diramata dalla Protezione civile.
Altra questione sollevata dai legale quella della segnaletica. Nell’ambito delle attività delegate dall’autorità giudiziaria, i carabinieri hanno già acquisito svariata documentazione e i telefonini dei due alpinisti.I corpi dei due uomini, ritenuti alpinisti esperti, vennero individuati il 27 dicembre quando il miglioramento del tempo aveva consentito il sorvolo aereo e la partenza delle squadre da terra. Quel giorno i due vennero ritrovati esattamente nello stesso luogo da cui domenica 22 dicembre era stato lanciato l'allarme.
La richiesta d’aiuto era arrivata proprio da uno dei due riminesi dopo che l’altro era scivolati verso la Valle dell'Inferno e aveva perso alcuni elementi di vestiario. Gualdi era amministratore unico della Top Infissi di Savignano sul Rubicone, azienda produttrice di finestre, mentre Perazzini lavorava alla Nuova Cei, una ditta di impianti elettrici di Santarcangelo.
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